Cosa succede in Italia?

progetto per un nido










Cosa succede  nei nidi di Bologna è abbastanza chiaro. L'idea sviscerata in più riprese dai molti che direttamente o indirettamente, lavorano al progetto dei servizi all'infanzia, è chiara. La tendenza è quella di privatizzare con le formule di convenzione o concessione. E anche se non fossero state spese parole in proposito, ci possiamo fare una chiara idea con i numeri e le gestioni degli ultimi asili aperti sul territorio. Ma a livello nazionale? In che direzione si sta andando? Riassumiamo: dal nord al sud gli asili si muovono verso la privatizzazione, una privatizzazione in convenzione. Purtroppo l'Italia è molto indietro con i numeri rispetto al panorama europeo. E se nel 2010, secondo l'obiettivo di Lisbona, si sarebbe dovuto raggiungere una copertura del 33% (1 posto al nido per ogni 3 bimbi) siamo ancora molto lontani da questa percentuale. In media ci attestiamo con un tasso di accoglienza attorno al 13% (dati istat del 2008). Dati sconfortanti che da regione a regione variano moltissimo, con un forte ritardo in copertura dei servizi nel mezzogiorno, mentre la più alta diffusione spetta all'Emilia Romagna. Da regione a regione cambiano anche i parametri di accoglienza. Esempi: gli spazi che vanno da un 12 metri per bimbo a sei, i rapporti educatori piccoli varia da 1/4 a 1/10. Ma la sostanziale differenza sta nei contratti dei dipendenti. Diversi i trattamenti da pubblico a privato. In media il lavoratore nel privato percepisco 1/4 di stipendio in meno, con un monte ore lavorativo maggiore. Ed ecco si arriva alla questione. Come mai ci si muove tutti verso il privato convenzionato? Che siano diventati tutti liberisti spinti? No, il fatto è che il maggior risparmio, su un servizio, il cui costo lo fa in gran parte lo stipendio del lavoratori (84,4 % dati Cnel), il maggior risparmio è sul lavoratore. E i conti tornano, pago meno tutti e il servizio costa meno. Semplice e doloroso.