Intervista: Stefano Aldrovandi risponde

1.Posto il fatto che credo che il servizio privato convenzionato e a concessione sia un buon servizio, credo anche che non abbia la stessa qualità, per due ragioni:
perché il pasto è gestito, quasi sempre, da una mensa esterna (che per quanto valida, non può garantire gli stessi standar qualitativi di una mensa interna che nel viaggio perde molti principi nutrizionali, sopratutto se trasportati in contenitori di plastica) e secondo, ancora più importante, il contratto di lavoro dipendente pubblico e quello di un dipendente di cooperativa non sono pari. I secondi di media percepiscono un salario inferiore di 1/4 circa (dati dei sindacati) e hanno meno vacanze e meno diritti in generale. Questo porta ad una maggiore turnazione dei lavoratori e di conseguenza crea un forte disagio ai bambini. Come intende qualificare e salvaguardare i diritti del lavoratore e dei bambini?
  


Credo che il ricorso all'esternalizzazione dei servizi sia un dato acquisito da tempo in tutte le amministrazioni relativamente ai servizi alla persona, tra cui i nidi . Ritengo che nei contratti d'appalto il Sindaco o per meglio dire l'Amministrazione comunale potrebbe inserire clausole che possano salvaguardare meglio i lavoratori e di conseguenza i bambini per la tranquillità delle loro famiglie. 

2. Con l'aumento del rapporto numerico da 1/6 dei medi e grandi e 1/4 dei lattanti attuale, si passa ad un rapporto di 1/7 e di 1/5 si crea così un esubero di molti dipendenti (circa uno o due dipendenti per nido). Con la chiusura per ristrutturazione si aggiunge altro personale in esubero (molto). Come intende ricollocare questi lavoratori? Con che tempi e in che modi? Visto che attualmente si sta facendo molto confusione sui numeri e si parla di sostituire i dipendenti  in esubero a quelli in pensione non trova giusto fornire dei numeri precisi in proposito? A me non rispondono, magari se lo chiedesse lei... 
 
 Per quanto riguarda il rapporto numerico, si è reso necessario per adeguare anche i nidi di Bologna ad una legge regionale che hanno applicato tutti i Comuni capoluogo della regione e quasi tutti i piccoli comuni. Reggio Emilia da tempo ha elevato il rapporto, pur mantenendo un servizio di qualità spesso più alto dei nidi di Bologna. Da informazioni acquisite in questi giorni, se ci saranno esuberi, saranno utilizzati in ruoli educativi, ma sembra che il vero tema sia lo spostamento per riequilibrare gli organici da scuola a scuola dentro e fuori il quartiere, dove le dipendenti svolgevano il proprio servizio. Sembra che buona parte del personale possa essere ricollocato nel nuovo modello organizzativo che prevede maggior numero di ore di compresenza pedagogica e due educatori uno fisso e uno part time dalle 15 alle 18. 

3. La privatizzazione oggi è pensata senza tutelare la concorrenzialità. Spiego, questo problema l'ho portato anche davanti a Ricciardi.
Ad oggi i privati convenzionati e a concessione, sul solo territorio di Bologna, sono pari ad un numero di 21 di questi 21 tra Karabak (consorzio di cooperative Dolce, Cadiai, Manutencoop, Cipea e Camst) e le sole Dolce e Cadiai, 10 sono gestite da loro. Una percentuale, ne converrà sbilanciata. I prossimi nidi in apertura (fino ad ora il trend è stato questo, e più esattamente dal 2005 in poi) sono andate a Karabak. Arrivo alla domanda, cosa intende fare una volta sindaco per cercare di tutelare una giusta concorrenzialità tra i privati? 
 
 
Il ricorso negli scorsi anni al consorzio Karabak è stato quasi obbligatorio poiché le Amministrazioni che si sono alternate dal 95 al 2004 non hanno fatto una seria programmazione rispetto al trend delle nascite e, di conseguenza, dopo il 2005 la passata Amministrazione si è trovata di fronte all'emergenza non solo della gestione, ma anche degli spazi fisici, che mancavano completamente.
Urgeva costruire nuovi nidi e le coop di cui Lei parla hanno offerto un pacchetto completo con tempi di realizzazione dei manufatti brevissima. In futuro una miglior programmazione potrà riportare l'equilibrio che Lei auspica. 
 
4. Chi ha deciso che i nidi in chiusura (5, 6 o 8 le informazioni variano da giorno in giorno) dovessero chiudere per restauro? Quale giunta? E se è stato deciso prima, come mi è stato riferito, in via ufficiosa da addetti ai lavori. Come mai si organizza solo oggi questa chiusura in modo tanto doloroso e frettoloso? E ancora, perché se erano già state decise le sorti di queste strutture, nessuna ha partecipato ai fondi che la regione ha sancito quasi due milioni, per la ristrutturazione e o l'apertura di nuove strutture di nidi?  
 
I 2 nidi di cui ho informazione sono il Roselle e il  Vestri:  il primo verrà trasferito con una piccola riduzione, mentre il secondo era all'interno di scelte amministrative che prevedevano nel tempo la chiusura di affittanze molto onerose per la comunità. In questi giorni si è chiusa positivamente la trattativa con la nuova proprietà relativamente al nido Tovaglie. Ritengo comunque che una maggiore e più chiara informazione dei processi dell'amministrazione nei confronti dei cittadini possa essere la chiave vincente per scelte anche dolorose, ma in un processo condiviso. Una buona Amministrazione deve ascoltare e poi decidere: non il contrario.
 
5 La retta per iscrivere i bimbi al nido è aumentata in modo vertiginose, seppure in 10 anni fino ad oggi non avevano subito aumenti in molte realtà italiane il servizio ha un costo inferiore, a volte notevolmente inferiore, dunque chiedo: trova giusti questi aumenti, aumenti per di più in corso d'anno? Una volta sindaco ha delle alternative?  


5 Riguardo all'aumento delle rette, come Lei ricordava, non vi erano stati rincari negli ultimi 10 anni; è anche vero che i tagli di bilancio sono arrivati pesantemente nell'ultimo anno, ma sicuramente la mancanza della politica in questo momento particolare si è fatta sentire più che in altre città. Per rendere meglio l'idea di come la commissaria ha operato, le voglio raccontare un aneddoto. Un  mio caro amico, perennemente a dieta, per far capire meglio come sono stati fatti i tagli al Comune di Bologna, dice sempre che Lui è in sovrappeso di 10 chili; potrebbe tagliarsi una gamba e il risultato sarebbe raggiunto, ma a discapito dell'aspetto generale. Da Sindaco a fronte dei tagli dei trasferimenti che saranno sempre più ingenti,  vedrò di coinvolgere tutte le forze positive della Città per far si che le scuole diventino sempre di più luoghi educativi ed accoglienti per i nostri figli/e nipoti/e che saranno i nostri uomini e le nostre donne di domani.
  
Propongo:

Tutti, io per prima, trovano che questa situazione non può gravare solo sulle spalle del comune, spalle in questo momento davvero fragili. Le giro una proposta che ho già fatto al commissario Raffaele Ricciardi, a Pompilia Pepe e Elena Iacucci, cioè organizzare con il comitato genitori, i dipendenti e i cittadini tutti, una richiesta di aiuto, sostegno o una proposta concreta, da portare al governo. Un governo certamente sordo a questi bisogni ma non credo indifferente ad una proposta partecipata e seria che non vede schieramenti politici ma un'idea collettiva in difesa di un servizio tanto importante. Mi rendo altresì conto che i tagli stanno investendo molti settori del sociale ma credo che da qualche parte di debba cominciare.  
 
Infine ritengo molto interessante la sua proposta, perché ritengo che la guerra "tra i poveri" non giovi a nessuno e che tutti insieme amministrazione, famiglie e  operatori (o, per meglio dire, operatrici, perché sono infatti quasi tutte donne le dipendenti dei nidi e delle materne che continuano, anche in questo servizio che svolgono per la comunità, a svolgere un ruolo importantissimo nell'educazione delle nuove generazioni ) possano sollecitare il governo a fare la sua parte.