Intervista: Virginio Merola risponde

1.Posto il fatto che ritengo il servizio privato convenzionato e a concessione un buon servizio, credo anche che non abbia la stessa qualità del servizio comunale principalmente per due ragioni: perché il pasto è gestito, quasi sempre, da una
mensa esterna (che per quanto valida, non può garantire gli stessi standard qualitativi di una mensa interna), e ancora più importante, il contratto di lavoro dipendente pubblico e quello di un dipendente di cooperativa non sono pari. I secondi di media percepiscono un salario inferiore di 1/4 circa (dati dei sindacati), e hanno meno vacanze e meno diritti in generale. Questo porta ad una maggiore turnazione dei lavoratori e di conseguenza crea un forte disagio ai bambini. Come intende qualificare e salvaguardare i diritti del lavoratore e dei bambini? 

Se Pdl e Lega, come già previsto negli atti ufficiali del Governo, continueranno a tagliare pesantemente le risorse degli enti locali, ci troveremo in una situazione ancora più drammatica di quella che abbiamo affrontato quest'anno. L'integrazione pubblico-privato è allo stato l'unico modo per consentirci di mantenere l'attuale sistema dei servizi pubblici. Con particolare riferimento ai nidi, in città esistono punte di eccellenza anche nel privato. Il mio impegno è quello di vigilare sul rispetto dei livelli di qualità. Tutti i servizi offerti dai privati convenzionati o concessionari devono avere i medesimi standard dei servizi offerti dal pubblico. Per quanto riguarda le mense in particolare ritengo vada mantenuto il rigido sistema di verifiche attualmente in essere e che esso debba essere incrementato con il crescere dei posti in convenzione o in concessione. Detto questo ritengo che sui controlli di qualità della refezione la politica debba fare un passo indietro ed affidarsi al giudizio dei nutrizionisti e degli esperti del settore. Per quanto riguarda i livelli e l'inquadramento contrattuale del personale nel nostro ordinamento si deve fare necessariamente riferimento ai contratti collettivi nazionali. Voglio aiutare i sindacati a costruire un contratto unico per i dipendenti che lavorano nei servizi educativi, che siano comunali o privati. Diamoci un percorso di cinque anni per questo, io ci sto, e nel frattempo assorbiamo più precari possibile.

2. Con l'aumento del rapporto numerico da 1/6 dei medi e grandi e 1/4 dei lattanti attuale, si passa ad un rapporto di 1/7 e di 1/5 si crea così un esubero di molti dipendenti (circa uno o due dipendenti per nido). Con la chiusura per ristrutturazione si aggiunge altro personale in esubero (molto). Come intende ricollocare questi lavoratori? Con che tempi e in che modi?
Visto che attualmente si sta facendo molto confusione sui numeri e si parla di sostituire i dipendenti  in esubero a quelli in pensione non trova giusto fornire dei numeri precisi in proposito? A me non rispondono, magari se lo chiedesse lei...


Ad oggi non sono in grado di rispondere con precisione ad una domanda sul numero degli esuberi perché non possiedo dati attendibili, in quanto sono in possesso dell'Amministrazione. Solo e quando (come io spero) sarò eletto potrò rispondere con cognizione di causa. Oggi posso solo affermare un principio generale: il Comune di Bologna non può permettersi il lusso di disperdere il patrimonio di sapere delle lavoratrici e lavoratori dei suoi nidi, perché rappresentato un enorme giacimento di professionalità e di umanità e perché in questi anni abbiamo investito importanti risorse economiche affinché raggiungessero quel livello di formazione.


3. La privatizzazione oggi è pensata senza tutelare la concorrenzialità. Spiego, questo problema l'ho portato anche davanti al su-commissario Ricciardi. Ad oggi i privati convenzionati e a concessione, sul solo territorio di Bologna, sono pari ad un numero di 21 di questi 21 tra Karabak (consorzio di cooperative Dolce, Cadiai, Manutencoop, Cipea e Camst) e le sole Dolce e Cadiai, 10 sono gestite da loro. Una percentuale, ne converrà sbilanciata. I prossimi nidi in apertura (fino ad ora il trend è stato questo, e più esattamente dal 2005 in poi) sono andate a Karabak. Arrivo alla domanda, cosa intende fare una volta sindaco per cercare di tutelare una giusta concorrenzialità tra i privati?

Tutti gli affidamenti devono avvenire con le procedure di evidenza pubblica previste dalla legge e nel rispetto della piena trasparenza. Solo così si tutela la concorrenza. Bisogna inoltre incentivare e promuovere la creazione di nuova imprenditorialità, soprattutto giovanile e femminile. In materia di affidamenti pubblici, però ci tengo a sottolineare che la politica deve restare fuori dalla concreta gestione delle gare. Per quanto riguarda l’attuale composizione dell’offerta la gestione diretta rappresenta l’81%, le concessioni rappresentano l’11% e le convenzioni l’8%.


4. Chi ha deciso che i nidi in chiusura (5, 6 o 8 le informazioni variano da giorno in giorno) dovessero chiudere per restauro? Quale giunta? E se è stato deciso prima, come mi è stato riferito, in via ufficiosa da addetti ai lavori. Come mai si organizza solo oggi questa chiusura in modo tanto doloroso e frettoloso? E ancora, perché se erano già state decise le sorti di queste strutture, nessuna ha partecipato ai fondi che la regione ha sancito quasi due milioni, per la ristrutturazione e o l'apertura di nuove strutture di nidi?

In sintesi i nidi che chiuderanno nel prossimo anno educativo sono solo due: Nido Vestri (San Donato) e Nido Roselle (Savena). A tutti i bambini frequentanti viene garantita la continuità educativa in altre strutture gestite con lo stesso personale comunale.


5. La retta per iscrivere i bimbi al nido è aumentata in modo vertiginose, seppure in 10 anni fino ad oggi non avevano subito aumenti in molte realtà italiane il servizio ha un costo inferiore, a volte notevolmente inferiore, dunque chiedo: trova giusti questi aumenti, aumenti per di più in corso d'anno? Una volta sindaco ha delle alternative?

Se sarò sindaco abolirò la tassa comunale sulle scuole materne e rivedrò gli aumenti per renderli più equi in base all’Isee, alzando la soglia di esenzione. Credo inoltre sia necessario più che mai combattere l'evasione e l'elusione fiscale. L'evasione fiscale è un furto ai danni della collettività. In questo caso, in particolare, è rubare ai bambini. Bisogna poi combattere una brutta pratica diffusa anche a Bologna. Ci sono molte famiglie monogenitoriali false, bisogna affrontare il fenomeno a muso duro. Giustizia sociale ed equità passano per questa strada