Intervista: Massimo Bugani risponde


1. Posto il fatto che credo che il servizio privato convenzionato e a concessione sia un buon servizio, credo anche che non abbia la stessa qualità, per due ragioni:
perché il pasto è gestito, quasi sempre, da una mensa esterna (che per quanto valida, non può garantire gli stessi standar qualitativi di una mensa interna che nel viaggio perde molti principi nutrizionali, sopratutto se trasportati in contenitori di plastica) e secondo, ancora più importante, il contratto di lavoro dipendente pubblico e quello di un dipendente di cooperativa non sono pari. I secondi di media percepiscono un salario inferiore di 1/4 circa (dati dei sindacati) e hanno meno vacanze e meno diritti in generale. Questo porta ad una maggiore turnazione dei lavoratori e di conseguenza crea un forte disagio ai bambini. Come intende qualificare e salvaguardare i diritti del lavoratore e dei bambini?

Noi crediamo che le prestazioni lavorative debbano essere adeguatamente retribuite ed in generale riteniamo che i servizi esternalizzati dal comune debbano prevedere condizioni contrattuali ed un livello professionale non inferiore a quello garantito dall'amministrazione comunale. Purtroppo le attuali convenzioni con i nidi privati non rispettano tale principio e per questo pensiamo si debba tornare ad investire sui nidi comunali a scapito di quelli convenzionati, dando una prospettiva pubblica ai nostri bambini e al personale qualificato che oggi lavora nel privato convenzionato.
2. Con l'aumento del rapporto numerico da 1/6 dei medi e grandi e 1/4 dei lattanti attuale, si passa ad un rapporto di 1/7 e di 1/5 si crea così un esubero di molti dipendenti (circa uno o due dipendenti per nido). Con la chiusura per ristrutturazione si aggiunge altro personale in esubero (molto). Come intende ricollocare questi lavoratori? Con che tempi e in che modi?
Visto che attualmente si sta facendo molto confusione sui numeri e si parla di sostituire i dipendenti in esubero a quelli in pensione non trova giusto fornire dei numeri precisi in proposito? A me non rispondono, magari se lo chiedesse lei...
Con le misure già introdotte ci sarà un esubero di circa cento dipendenti, ma nei prossimi anni il loro numero è destinato a crescere a causa della chiusura di altri nidi. Per arrestare questa tendenza intendiamo lasciare aperte le sezioni lattanti che dovrebbero essere chiuse il prossimo anno, ripristinando così il ciclo lattanti/medi/grandi di questi nidi, e pensiamo di lasciare al comune la gestione di tutti i nidi comunali.
Inoltre, nel breve periodo, pensiamo di ridurre il numero di esuberi proponendo agli educatori rimasti fuori dai nidi comunali di lavorare temporaneamente come educatori familiari. Utilizzeremo le graduatorie dei supplenti per dare un servizio ad una parte dei bambini in lista d'attesa, utilizzando come spazi fisici le case delle famiglie che daranno la loro disponibilità. In questo modo daremo la possibilità ad una parte dei precari di mantenere il loro posto in graduatoria e di maturare anche il punteggio relativo, in modo da poter essere immediatamente reinseriti come educatori dell'infanzia non appena sarà possibile.
Infine durante tutto l'arco dei cinque anni lavoreremo per individuare e tagliare la spesa improduttiva del comune per avere maggiori risorse da destinare ai nidi dell'infanzia comunali.


3. La privatizzazione oggi è pensata senza tutelare la concorrenzialità. Spiego, questo problema l'ho portato anche davanti a Ricciardi.
Ad oggi i privati convenzionati e a concessione, sul solo territorio di Bologna, sono pari ad un numero di 21 di questi 21 tra Karabak (consorzio di cooperative Dolce, Cadiai, Manutencoop, Cipea e Camst) e le sole Dolce e Cadiai, 10 sono gestite da loro. Una percentuale, ne converrà sbilanciata. I prossimi nidi in apertura (fino ad ora il trend è stato questo, e più esattamente dal 2005 in poi) sono andate a Karabak. Arrivo alla domanda, cosa intende fare una volta sindaco per cercare di tutelare una giusta concorrenzialità tra i privati?

Per favorire una sana concorrenza si deve puntare tutto sulla trasparenza, principio sul quale crediamo molto e per il quale ci batteremo convintamente in comune nei prossimi anni, ma finché non riusciremo a raggiungere livelli di concorrenza accettabili continueremo ad investire principalmente sui nidi comunali.


4. Chi ha deciso che i nidi in chiusura (5, 6 o 8 le informazioni variano da giorno in giorno) dovessero chiudere per restauro? quale giunta? E se è stato deciso prima, come mi è stato riferito, in via ufficiosa da alcuni componenti dello staff del comune , come mai si organizza solo oggi questa chiusura in modo tanto doloroso e frettoloso? E ancora, perché se erano già state decise le sorti di queste strutture, nessuna ha partecipato ai fondi che la regione ha sancito quasi due milioni, per la ristrutturazione e o l'apertura di nuove strutture di nidi?

Sappiamo bene che la Cancellieri ha annunciato che il prossimo anno verranno chiusi il Vestri ed il Roselle, mentre sul resto non si sa nulla di ufficiale, ma l'impressione che in molti hanno è che si stia andando verso la chiusura di diverse strutture nei prossimi anni. La giunta che dovrà prendere queste decisioni non è ancora stata eletta, quindi in parte i giochi sono ancora aperti, ma le posizioni assai simili che su questo tema hanno assunto Merola e Bernardini non lasciano ben sperare.

5 La retta per iscrivere i bimbi al nido è aumentata in modo vertiginose, seppure in 10 anni fino ad oggi non avevano subito aumenti in molte realtà italiane il servizio ha un costo inferiore, a volte notevolmente inferiore, dunque chiedo: trova giusti questi aumenti, aumenti per di più in corso d'anno? Una volta sindaco ha delle alternative?

Gli aumenti in corso d'anno mi sembrano illegittimi, quindi io li applicherei a partire dal prossimo. La loro entità andrebbe ridiscussa e ridotta a condizione che si riescano ad individuare e liberare sin da subito risorse improduttive presenti in bilancio.
Propongo:
Tutti, io per prima, trovano che questa situazione non può gravare solo sulle spalle del comune, spalle in questo momento davvero fragili. Le giro una proposta che ho già fatto al commissario Ricciardi, a Pompilia Pepe e Elena Iacucci, cioè organizzare con il comitato genitori, i dipendenti e i cittadini tutti, una richiesta di aiuto, sostegno o una proposta concreta, da portare al governo. Un governo certamente sordo a questi bisogni ma non credo indifferente ad una proposta partecipata e seria che non vede schieramenti politici ma un'idea collettiva in difesa di un servizio tanto importante. Mi rendo altresì conto che i tagli stanno investendo molti settori del sociale ma credo che da qualche parte di debba cominciare.

Proposta condivisibile e alla quale aderirò come cittadino.