La strada più sicura? La convenzione.

Un documento del comune corre online senza controllo...e di nuovo si tratta di uno scritto arrivato per vie traverse in mail a moltissimi in città. All'attenzione si impone  la mancata sicurezza a cui è assoggettato palazzo D'Accursio. Ma più interessante è sapere cosa si scrive nel documento.
In sé nulla di sostanzialmente nuovo. Si analizza la situazione difficilissima in cui si trovano servizi e scuole dell'infanzia a gestione comunale, descrive l'attuale situazione, quindi la normativa che pone limiti di spesa e assunzione, e analizza gli scenari a cui saremo di fronte non a breve, ma a brevissimo. Intanto la V circolare ministeriale del 14-02-2012 in fatto di spese riconducibili a quella pubblica, non permette incertezze e cita: fondazioni di qualunque natura, istituzioni, aziende speciali e via discorrendo. Le norme che si sommano sono davvero molte e ogni via d'uscita sembra fugata. L'intento di mantenere il pubblico, anche solo nella direzione di regia, sembra impossibile e questa è una scelta politica. A questa scelta, presa in seno al governo, la strada più sicura che ipotizzata il comune è l'appalto. Quindi la gestione di privati sotto il controllo del pubblico come già avviene da anni nei nidi e (questa è novità) strada ipotizzata anche per le scuole dell'infanzia. Qui però vorrei fare delle riflessione. Primo: la promessa sostenuta dal nostro sindaco di mantenere ciò che è pubblico, pubblico, è infranta. Ed è infranta fin dalla chiusura del nido Rizzoli, e dalle sei sezioni lattanti.
Altra riflessione: in Emilia Romagna la maggior parte dei servizi in appalto è fornita da cooperative, cooperative duramente colpite dall'ultimo disegno di legge presentato ieri e che renderà a molte cooperative la vita davvero difficile. E in questo grande magma di difficoltà forse l'unica via sicura è la chiusura, mentre l'ipotesi più accreditata è banale e triste: il consorzio di cooperative karabak (Manutencoop, Cipea, Camst, Cadiai e Dolce), che gestisce tutti i nuovi strutture nidi, aperti dal 2004 in poi, riuscirà a passare la crisi. E tra un pubblico in gravi difficoltà e piccole imprese in agonia, di nuovo si apre la strada al vecchio progetto Cancellieri. Chiudo tutte le considerazioni con una domanda: come mai mentre la Corte dei Conti da una tiratina d'orecchi per i bilanci trascurati del comune del periodo Cancellieri, lei è riuscita a far tanta carriera da essere nostro attuale ministro degli interni?