I nidi chiudono e aprono le scuole

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La tendenza è la chiusura. La questione si presenta anche a Bologna. Sul resto del territorio nazionale è assodata da tempo. La contrazione dell'offerta mostra la profonda ferita di un sistema in crisi e in un paese in crisi.

I nidi chiudono e i primi a farlo sono i privati, che necessariamente devono seguire le logiche del mercato, a seguire i privati in convenzione e forse non passerà molto tempo che vedremo quella dei pubblici, come del resto già avvenuto non troppo lontano, in provincia. Il motivo? Forse non c'è bisogno nemmeno di scriverlo: meno iscritti. Meno iscritti significa tante cose:
rette troppo alte, meno lavoro per le donne: donne-mamme che rinunciano o perdono il posto di lavoro, e donne-educatrici che non si vedono rinnovare il contratto; ma la chiusura significa anche meno qualità educativa e meno integrazione per i bambini, che rimangono a casa con mamme spesso tristi. Ora non lasciamoci andare a ipotesi o patetismi  e guardiamo i numeri nei siti delle due maggiori cooperative di Bologna: Cadia e Dolce. Al mese di aprile sono molti i nidi che offrono posti liberi. Un'inversione di tendenza dunque, rispetto a quella di qualche anno fa, in cui c'era una massiccia richiesta e pochi posti.
Veniamo ora ai fatti: chiudono il nido Pacigo (gestione Dolce) che contemplava 14 posti in convezione, il nido Trenino Ciuf Ciuf (gestione Cadiai) con otto posti in lista comunale e chiude la convenzione il nido Calicanto (gestione progetto 0-6). Le situazioni sono differenti.
Il Trenino ciuf ciuf chiude per problemi economici "dopo anni di  chiusura dei bilanci in rosso, la cooperativa ha deciso a malincuore di chiudere" dice un'educatrice.
Il nido Calicanto chiude a luglio per fare lavori di ristrutturazione e ammodernare la struttura come scuole d'infanzia.
I bambini a luglio saranno trasferiti, circa in 30, nel vicino nido comunale Coccheri. Il nido Coccheri, qualcuno forse lo ricorderà, dopo una scampata chiusura, scampata assieme ai nidi Vestri, Roselle, Allende, De Giovanni e Marsili, ha continuato a vivere, grazie al sostengo del comitato genitori e per l'intervento del nostro sindaco. E pur contraendo l'offerta, chiudendo la sezione lattanti, è rimasto attivo. Ora i bambini del Calicanto saranno ospitati qui. Le mamme sperano che nel trasferimento si possano mantenere le figure di riferimento. E il personale, non sappiamo in che numero, sarà trasferito. Così il Coccheri si dividerà tra educatori comunali, ed educatrici di cooperativa. Mentre a settembre il Calicanto riaprirà a gestione privata, come segnato nel sito del comune, con una classe di nido eterogenea (ora sono tre omogenee) e una nuova scuola d'infanzia.
Ora le domanda di fondo rimangono molte. La prima è: cosa si intende esattamente per sussidiarietà? Cosa per convenzione? Fino a poco tempo fa l'amministrativa e la classe politica, indicavano i nidi in convenzione come nidi pubblici a tutti gli effetti. E ora che mancano i soldi i nidi chiudono? i bambini perdono le figure di riferimento? Questo significa un consistente abbasso della qualità ... L'offerta del pubblico può cambia a seconda delle entrate economiche? Il pubblico non dovrebbe essere in sostegno dei cittadini sopratutto in momento di crisi?