Legge di stabiltà 2014

Johnsense













La nuova legge di stabilità 2014 è un testo molto complesso. Si tenta di mettere ordine ad una normativa che si è stratificata nel tempo in modo disordinato e confuso. Vediamo in breve: si prosegue con l'intento di contenere
la spesa pubblica esternalizzando i servizi, nel tentativo di rilanciare: il mondo del lavoro e abbassare la pressione fiscale. Certo ci sarebbe molto da discutere sugli ultimi due punti, ad ogni modo, il centro del nostro interesse è indicare cosa cambierà e non a proposito di nidi, scuole d'infanzia e servizi che vi ruotano attorno. Una delle novità è che si abbandona l'idea di ridurre le aziende partecipate.     
Gestioni: tra partecipate, istituzioni, aziende alla persona... 
Si ridisegna la disciplina per le società partecipate, le aziende speciali e le istituzioni, tutte svincolate dagli assoggettamenti del patto di stabilità, dovranno comunque rispondere gli obbiettivi di finanza economica e di efficiente che continuano ad essere molto rigidi.
Saldo negativo
Dal 2015 le società partecipate, in caso di saldo negativo, dovranno accumulare per l'anno seguente un apposito fondo vincolato con l'imposto almeno pari all'ammanco determinato. Il fondo è disponibile solo se si ripristina la perdita e se si dismette la partecipata o la si pone in liquidazione.   
Assunzioni
Gli Enti potranno procedere alle assunzioni di personale, per garantire i servizi socio-assistenziali, scolastici educativi e culturali. Si abrogano così le disposizioni rispetto ai limiti di assunzione anche per i tempi  determinati che stabilivano al limite del 50% della spesa sostenuta l'anno precedente.
Costi standar
Le PA saranno tenute entro il 2015 a individuare i parametri standar dei costi di gestione anche per gli organismi strumentali. I riferimenti degli standar saranno in linea con i prezzi di mercato. Così per i contratti dei lavoratori i cui costi non potranno essere superiori a quelli praticati in regime di concorrenza.
Mobilità e eccedenza del personale 
Si potranno avviare processi di mobilità senza il consenso del lavoratore con l'obbligo informativo delle organizzazioni sindacali. Rimane il divieto di attrarre processi di mobilità fra partecipate e l'Ente controllore, anche per rimarcare il fatto che l'assunzione nelle PA avviene tramite concorso pubblico.