Una pappa senza diritti

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Hanno chiesto di reinvestire gli utili per migliorare il servizio. La richiesta viene dall'Osservatorio delle mense di Bologna ed è stata inoltrata a Seribo, l'azienda che fornisce i pasti nelle scuole bolognesi e al sindaco, durante un incontro ufficiale avenuto a giugno. Il sindaco si è detto disponibile.
Ma alla regolazione dei conti i soci privati, Camst e Elior, si sono detti impossibilitati a procedere per motivi burocratici. Domani i csm e l'osservatorio si riuniranno per capire come procedere.

In verità potrebbe sembrare un'idea bizzarra chiedere ad un'azienda privata di restituire gli utili per il benessere collettivo, e forse lo è. Ma le cose, come troppo spesso succede, non sono così nitide. Intanto SeriBo, lo ricordiamo, è composta al 51% dall'Ente pubblico e per il rimanente dai soci privati. Negli ultimi anni in tutt'Italia si è seguita questa soluzione, quella ciò di fornire le mense e molti altri servizi tramite aziende partecipate. I motivi addotti a questa scelta erano principalmente due: contenere la spesa e offrire una maggiore qualità.

Le partecipate in Italia 
Le partecipate in mano agli enti pubblici locali sono oltre 5mila. Di queste circa 1500 hanno come unico socio il pubblico, circa 900 hanno più soci pubblici, 2500 circa sono a gestione prevalentemente pubblica e 1700 circa sono a capitale privato maggioritario. Nel nord e nel centro le cose funzionano meglio (dal punto di vista dei conti) mentre al sud, in particolare in Molise, i conti sono in rosso. Sul terriotrio Nazionale c'è un'indebitamento di 65 Mld di Euro a fronte di un patrimonio netto di 45 Mld. I dati riportati, molto in sintesi, sono stati verificati dalla Corte dei conti.
Contenere il debito
Visti i risultai le aziende partecipate sono finite nel mirino di Cottarelli (commissario straodinario della spending rewing) che in tre, quattro anni ha annunciato di volerle ridurre drasticamente per un risparmio stimato attorno a 2-3 Mld di euro.
A Bologna
Bologna è fuori da queste logiche di indebitamento. L'azienda Seribo è in salute e ha utili lauti, di oltre 1 Mln. Ma il servizio non pare funzionare in modo adeguato. I genitori delle commissioni Mensa e dell'Osservatorio hanno fatto un grandissimo lavoro di ricerca e sono state diverse le mancanze segnalate: tra porzioni scarse, mancanza di attrezzatura adeguata, tariffe alte e sopratutto una cucina da rifare. Secondo il piano industriale la cucina avrebbe dovuto essere ricostruita già dal 2007. ed è ancora in funzione. Da qui la richiesta di reinvestire gli utili.
E fuori Bologna?
Le proteste dei genitori non sono circoscritte, si sono fatte sentire in tutt'Italia da Lecco, città servita sempre da Elior, a Novara (per scarsità di qualità) a Torino (per mancata comunicazione dell'abbassamento delle rette) a Legnano (per qualità ridotta) e in moltissime altre città. I motivi sono svariati ma il denominatore comune pare essere la poca trasparenza delle aziende partecipate.
Un caso emplematico: Fogline
La trasparenza opaca prende forme davvero kafkiane a Fogline, paese in provincia di Prato, quando lo scorso anno i genitori sono stati contattati da un'azienda di recupero crediti, incaricata dal gestore della mensa (sempre Elior), per coprire presunti importi non saldati. Le lettere, telefonate, sms secondo i genitori avevano toni brutali e i "mandanti" parevano essere Comune e Elior. Come si è risolta la situazione? Con il vecchio sistema dello scarica barile: il comune ha diffidato Elior a non servirsi più di Key peaple (azienda di recupero crediti) e Elior si è dichiarata all'oscuro dei metodi usati da Key peaple. In questo scenario la domanda è: che fine ha fatto la responsabiltà politica?