A Modena chiudono due nidi



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Modena. “Per la prima volta, dalla storica data del 1969, a Modena, un nido chiude, anzichè aprire...” così si legge sul sito dei genitori modenesi. Il fatto è notevole e per più motivi. Il primo è che la chiusura pratica ormai diffusa, prende forma anche nella regione che è la culla dei servizi, poi c'è da sottolineare che ciò avviene proprio a Modena. 

Modena è la città che contende a Bologna il primato del primo nido in Italia (aperti in entrambe le città nel 1969). La storia è appassionante e davvero intensa, anni fa ho avuto la fortuna di ascoltarla da Aude Pacchioni allora assessore alla sanità, una donna che tanto fece per il wefare all'emiliana, un modello che tutti conosciamo e che ha fatto il giro del mondo. I nidi a Modena sono nati a furor di popolo, dalle madri lavoratrici che hanno occupato uno stabile per adibirlo ad asilo. Mi ha sempre commosso questa storia anche perché immagino le tante tensioni di quelle madri a lasciare il proprio figlio, in un luogo tutto da inventare, per dimostrare un'idea. Quell'idea però si è rivelata potere ed è andata avanti fino ad arrivare noi. A quel tempo Modena aveva voglia di fare cambiare e costruire e aveva voglia di farlo insieme. Non credo sia un caso che ancor oggi in città tanti nidi in convenzione, siano affidati a piccole cooperative gestite da educatrici che insieme hanno fatto impresa. (Una pluralità che ad esempio nella vicina Bologna manca) Questo era quello che succedeva nel passato, ma anche di recente Modena ha vissuto un momento intenso. Era il 2012 quando i cittadini sono scesi in piazza per contrastare la privatizzazione di alcune scuole d'infanzia. I genitori si sono alleati e hanno saputo restituire all'Amministrazione un progetto giuridico interessante. Le scuole sono state gestite da una fondazione monitorata anche dai genitore con fondi pubblici. L'allora assessore Adriana Querzè  ha saputo accogliere e ascoltare le esigenze dei modenesi. Oggi due nidi chiudono, di proteste in piazza non se ne vedono e a contestare rimane Adriana Querzè non più assessore, non più consigliere, ma fondatrice della lista civica Per me Modena. Il fatto è che lo scorso anno le iscrizioni sono calate del 12% l'anno ancora prima del 4%. Nel 2011 sempre la Querzè ha aumentato le retta, a cui sono seguite agevolazioni per le fasce intermedie, quelle più colpite dalla crisi. Ma tra rincaro delle tariffe, la crisi del lavoro e il calo delle nascite si aprono le porte anzi si spalancano i portono alla chiusura. Gli amministratori si sfregano le mani, ben felici di depennare dal bilancio una spesa tanto cospicua e ai cittadini e Amministratori di domani si lascia un ammanco di servizi che sarà la differenza.