Cosa succede nei nidi di Varese?

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Varese. A fine settembre sono scese in piazza per protestare. C'erano tutte le educatrici del pubblico, o quasi, ne mancavano solo due all'appello. La loro protesta si è concentrata sulle questioni contrattuali ma si è svolta anche per dare un segnale preciso: "Siamo preoccupare per la vita dei servizi educativi". Ad oggi la situazione è migliorata e pare si siano avviate le trattative. Per capire meglio la situazione abbiamo incontrato Andreina Manzi della funzione pubblica della cgil di Varese.

Perché si protesta?
Sia per motivi legati al contratto, sia per porre attenzione al settore che in generale non sta passando un buon periodo.
Quali sono le maggiori preoccupazioni?
Ha già chiuso un nido in una frazione del comune. Oggi c'è un'altro nido chiuso per ristrutturazioni dell'edificio, ma il timore è che non riapra più. Non si capisce a che punto siano i lavori e quando avranno fine...
C'è stato un calo delle domande da pare delle famiglie?
Leggero ma c'è stato. Le difficoltà lavorative sono concrete e quando uno dei genitori, o entrambi, perdono il lavoro, non si è più in grado di pagare la retta...Forse c'è anche poca cultura del nido...in molti pensano che sia un servizio di cura, non troppo importante per la formazione del bambino.
E invece perchè è importante andare al nido?
I nidi sono importanti per tanti e per primi per i bambini. Qui ricevono educazione e formazione aspetti importante per la crescita e lo sviluppo.
Veniamo ora alle questioni contrattuali. Perché si protesta?
Nel contratto nazionale si indicano 42 settimane di lavoro annuo. Qui se ne lavorano 47, il "monte ore", le ore dedicate ad attività non frontali, quali formazione, attività extra, colloqui ... sono troppe e gestite male ma va anche rispettato l'orario di lavoro che va dalle 7,30 del mattino alle 18. Le attività si dovrebbero svolgere in questa fascia orario che del resto, sono già abbastanza ampie.
Perché le ore extra sono gestite male?
La critica va sopratutto alla formazione. E' praticamente assente, si svolge in modo molto irregolare e ogni educatore deve fare un po' da sé. Sappiamo bene invece che la qualità del servizio è fatta anche dalla formazione che deve essere continua e di qualità.
Lo sciopero è stato partecipato. Ci sono state risposte da pare positive?
Si, il funzionario proprio in questi giorni ci ha risposto via mail, con il proposito per incontrarci e discutere. Insomma c'è stata un'apertura. Ora c'è da lavorare e da monitorare la situazione che è in divenire.