Bologna: nidi, candidati sindaco e risposte















Elezioni-Bologna "Come tutelare i nidi comunali e i diritti dei lavoratori?" Chiedevo, toccando tanti altri argomenti, ai candidati sindaco delle scorse elezioni. Rileggendo le parole dei tre candidati, che allora come oggi si candidano, non posso che riflettere. Ri-pubblico le risposte in ordine sparso di Manes Beranardini, ex Lega Nord e oggi con Bologna Cambia, Massimo Bugani del M5S e Virginio Merola del Partito Democratico...e invito i lettori ad un gioco: sapreste indovinare chi, dice cosa? Al dà dell'indovinello, è interessante rileggere a distanza di tempo come le cose siano cambiate mentre le domande siano le sempre le stesse. Buona lettura a tutti.

Ecco la domanda lunga e faticosa che ponevo: Posto il fatto che ritengo il servizio privato convenzionato e a concessione un buon servizio, credo anche che non abbia la stessa qualità del servizio comunale principalmente per due ragioni: perché il pasto è gestito, quasi sempre, da una mensa esterna, e ancora più importante, il contratto di lavoro del dipendente pubblico e quello di un dipendente di cooperativa non sono pari. I secondi di media percepiscono un salario inferiore di 1/4 circa (dati dei sindacati), e hanno meno vacanze e meno diritti in generale. Questo porta ad una maggiore turnazione dei lavoratori e di conseguenza crea un disagio ai bambini. Come intende qualificare e salvaguardare i diritti del lavoratore e dei bambini?
Prima risposta: Generalizzare la qualità del servizio privato piuttosto che del servizio pubblico non risulta molto utile all’obiettivo di fornire un servizio di qualità a costi il più possibile contenuti per le famiglie. Risulterebbe oggi difficile, per un Comune, garantire spazi, attrezzature, approvvigionamenti quotidiani, standard certificati di qualità, e soprattutto personale dedicato esclusivamente al servizio mensa, il tutto nell’ambito di costi contenuti e rette accettabili. Per tale ragione molti Comuni sono ricorsi all’outsourcing (esternalizzazione del servizio) che, in questo ha ragione lei, in molti casi non ha dato risultati particolarmente brillanti. Gli strumenti per la gestione del servizio si stanno tuttavia affinando e gli appalti dovrebbero premiare sempre più il rapporto qualità/prezzo, materie prime, aspetti igienico-sanitari e controlli (sia sulla produzione che sul gradimento). Soprattutto per quanto riguarda i nidi- dove i bambini hanno esigenze alimentari particolarmente complesse e delicate- occorre impostare il servizio con attenzione. La sinergia tra pubblico e privato dovrebbe favorire anche circoli virtuosi: valorizzazione di prodotti a km 0, più freschi, educazione alimentare, garanzia di un servizio puntuale e costantemente monitorato sotto il profilo della qualità e quantità, scarti compresi.
Ciò non toglie il ruolo di programmazione e controllo, determinante del pubblico: per questo sarebbe auspicabile che il servizio fosse appaltato a una società partecipata dal Comune, all’interno della quale il Comune stesso possa esercitare con forza e immediatezza (in fondo i bambini e i ragazzi mangiano alla mensa tutti i giorni!) il proprio ruolo di garanzia. Con uno strumento del genere, inoltre, potrebbero essere quantomeno attenuate le disparità di trattamento fra dipendenti pubblici e dipendenti di società cooperative.
Seconda risposta: Noi crediamo che le prestazioni lavorative debbano essere adeguatamente retribuite ed in generale riteniamo che i servizi esternalizzati dal comune debbano prevedere condizioni contrattuali ed un livello professionale non inferiore a quello garantito dall'amministrazione comunale. Purtroppo le attuali convenzioni con i nidi privati non rispettano tale principio e per questo pensiamo si debba tornare ad investire sui nidi comunali a scapito di quelli convenzionati, dando una prospettiva pubblica ai nostri bambini e al personale qualificato che oggi lavora nel privato convenzionato.
Terza risposta: Se...gli atti ufficiali del Governo, continueranno a tagliare pesantemente le risorse degli enti locali, ci troveremo in una situazione ancora più drammatica di quella che abbiamo affrontato quest'anno. L'integrazione pubblico-privato è allo stato l'unico modo per consentirci di mantenere l'attuale sistema dei servizi pubblici. Con particolare riferimento ai nidi, in città esistono punte di eccellenza anche nel privato. Il mio impegno è quello di vigilare sul rispetto dei livelli di qualità. Tutti i servizi offerti dai privati convenzionati o concessionari devono avere i medesimi standard dei servizi offerti dal pubblico. Per quanto riguarda le mense in particolare ritengo vada mantenuto il rigido sistema di verifiche attualmente in essere e che esso debba essere incrementato con il crescere dei posti in convenzione o in concessione. Detto questo ritengo che sui controlli di qualità della refezione la politica debba fare un passo indietro ed affidarsi al giudizio dei nutrizionisti e degli esperti del settore. Per quanto riguarda i livelli e l'inquadramento contrattuale del personale nel nostro ordinamento si deve fare necessariamente riferimento ai contratti collettivi nazionali. Voglio aiutare i sindacati a costruire un contratto unico per i dipendenti che lavorano nei servizi educativi, che siano comunali o privati. Diamoci un percorso di cinque anni per questo, io ci sto, e nel frattempo assorbiamo più precari possibile.