Fertility Day: un'occasione persa.

Due cartoline del Fertility Day











Cara BolognaNidi,
sono una vostra associata da qualche mese e seguo con piacere il vostro blog.  In questi giorni mi sono meravigliata di non aver trovato un solo articolo sul Fertility Day. Mi permetto alcune osservazioni su questa iniziativa che ho trovato molto interessante ma comunicata in modo del tutto errato. Sono grafica pubblicitaria da oltre 20 anni, il mio pane quotidiano è la comunicazione e questa campagna, come ovvio, mi ha fatto riflettere molto. Non voglio in questa mia tentare di dare un'alternativa valida, una campagna, soprattutto sociale va approfondita, studiata, pensata in maniera "scientifica"…. La comunicazione che ci è arrivata è fallimentare ed ha affondato del tutto l'obbiettivo che era l'informazione. Il nostro paese come molti altri sta invecchiando in modo preoccupante e i problemi d'infertilità crescono in maniera spaventosa. Ad ora non ci sono certezza sui reali motivi perché questo accada, ma studi e ricerche, si. Questi studi ci indicano che i problemi sono tanti, e sono dovuti all'inquinamento, all'alimentazione, alla cattiva informazione e poche visite mediche. Questi temi sono importanti e difficili ma non impossibili da comunicare! La campagna è stata forte e d'impatto, provocatoria ma si è basata sulla provocazione sbagliata. In Italia stiamo vivendo un problema molto serio e grave e lo Stato punta il dito su noi cittadini, come fa il bambino in ombra accompagnato dalla scritta "Il rinvio alla maternità porta il figlio unico. Se arriva". Noi cittadini siamo descritti come egoisti e meschini, paurosi e ansiosi. Aspettiamo troppo tempo, perché non abbiamo le possibilità economiche in giovane età di far figli e perché lo Stato ci ha abbandonato non dandoci servizi e tutele (ne in giovane età ne dopo). E ora il maggior colpevole invece di dirci perché e per come invece di dire "è grave facciamo qualcosa tutti insieme" ci getta addosso la colpa, ritraendosi in responsabilità. Questo messaggio sbagliato sottolinea, ancora una volta, come politica e cittadini siano divisi, e in guerra, uno contro l'altro, anche quando il problema è comune.      

Elena F.