La lunga morte del nido sospeso...

BolognaNidi

















Cronaca Bambina. Da settembre il nido sarà "sospeso". Non accoglierà più lattanti, come ha già fatto quest'anno, non ci saranno più mezzani, ma solo uno sparuto gruppetto di treenni. Succede al nido Carillon di Spoleto. A raccontarci  questa complessa vicenda, che va avanti da tempo, abbiamo incontrato due donne: una politica e una madre. "Ad un certo punto si era ipotizzata l'esternalizzazione del servizio- mi racconta Francesca Conti portavoce del comitato Spoleto per Bambini- abbiamo lottato tanto per mantenere il nido a gestione diretta. Convinti che un nido pubblico sia un bene comune, abbiamo raccolto oltre 900 firme... E ora? L'hanno depredato di tutto. Gli hanno portato via anche la struttura".

Il nido Carillon diventa un'idea
Il nido è "ospitato" in una sede provvisoria, trasferito dopo il terremoto, per far spazio ai bambini di una scuola d'infanzia. "La giunta ha lavorato in tutti i modi per scoraggiare i genitori ad iscrivere i piccoli al nido. Quando nel 2015- racconta l'altra nostra testimone, la consigliera del M5S Elisa Bassetti- hanno tagliato la sezione lattanti, lo hanno deciso con una delibera di giunta e comunicato ai cittadini il giorno prima di aprire le iscrizioni. Pochi giorni fa è successo ancora. Il nido è "sospeso" con una scelta non condivisa  e a ridosso delle iscrizioni".
Tra chiusura e sospensione
Ma che differenza c'è tra sospensione e chiusura chiedo alle mie testimoni. Entrambe rispondono con  diverse parole esprimendo lo stesso concetto: serve a confondere le idee. Elisa Bassetti conduce una battaglia senza alleati politici e un comunicato pubblicato sulla stampa locale, testimonia bene la sua solitudine "A volte parlo e mi pare di essere in un deserto. Ascolto il suono della mia voce, manca anche la discussione o il confronto" E tra i genitori le cose non sembrano andar meglio "C'è molta sfiducia- continua la Conti- e il terremoto ha creato problemi talmente urgenti, che i problemi del Carillon, sono passati in secondo piano. Qui dobbiamo badare tutti i giorni che ai nostri figli che frequentano le scuole non cada qualcosa in testa."
Nidi senza iscritti: perché?
Ascolto queste voci di donne e immagino la cittadina devastata dal terremoto e martoriata dalla paura costante. La "sospensione" del nido è un tassello da inserire in un puzzle più ampio. Spoleto ha due nidi e 38 mila abitanti. Si spegne il terzo nido perché mancano gli iscritti, piegano gli amministratori, e citano numeri statistiche e studi. Come se quei documenti non testimoniassero con evidente precisione, che il calo delle iscrizioni, in tutto il paese, era del tutto prevedibile, da tanti ma tanti anni, e le responsabilità non sono da attribuire a cataclismi o alla crisi del lavoro, ma più che altro da incapacità politica.
Nidi e politica
E intanto mi chiedo e il lavoro delle educatrici del Carillon dove finirà? Saranno trasferite? saranno assunte dalla cooperativa che gestisce tanti nidi nei paesi vicini? E i bambini che non potranno accedere al Carillon dove andranno? Spoleto è una città che invecchia, dove le attività chiudono, dove il terremoto si è fatto sentire per bene, dove anche un nido chiuso fa una piccola differenza con segno negativo. A questo punto invito a leggere la lettera di Francesca Conti datata 2015. Fa uno spaccato della situazione molto interessante. Qui cito solo un breve passaggio"Si tende sempre di più a guardare al welfare come un semplice costo, una spesa improduttiva, e a schiacciare il discorso sui sui tagli lineari. Ma i servizi possono essere un impulso alla crescita dell’occupazione, diretta e indiretta e possono – e devono – portare un reale contributo alla crescita economica di una comunità. Basta fare delle scelte politiche in questa direzione".