Salvato dalla camorra. Rischia comunque la chiusura. La strana storia del nido Lotto O













Cronaca Bambina. Ci sono storie che aspettano solo di essere raccontate. Ci sono fatti che danno ragione al lavoro che porto avanti da anni. Sono semplici e chiare come luce del giorno. Sono spaventose e buie come la notte più profonda. Questa storia ha una cronista coraggiosa che è una donna, una collega giornalista, che tutti i giorni affronta un mondo e un lavoro che posso solo immaginare. Le nostre strade si incrocino a Ponticelli un quartiere di Napoli dove la camorra fa da padrone. Le parole si congiungono al nido Lotto O, un luogo che porta speranza in un distretto pericoloso e povero. Un luogo che la camorra non è riuscito a chiudere. Un luogo che lo Stato e il comune con precise responsabilità politiche, stanno facendo finta di non vedere. Il loro voltar la faccia significherà la morte del nido? Ascoltiamo la vicenda racconta dal direttore responsabile del quotidiano Napolitan Luciana Esposito.

Partiamo dalle fine. Ci racconta perché il nido di Ponticiello rischia la chiusura?
I fondi Pac con cui il Nido sono terminati. La struttura resterà aperta fino a giugno 2017, dopodiché ancora non sappiamo se e quando riaprirà. Con ogni probabilità, non riaprirà a settembre. Forse a dicembre. E’ grave perché l’estate è particolarmente sensibile.
Perché l’estate?
Perché le madri saranno costrette e tenere i bambini in casa. Per strada a Ponticelli capita che si spari anche in pieno giorno. Lo scorso giugno, si consumò un agguato in un circolo ricreativo, mentre i bambini giocavano nel cortile antistante. A dicembre un altro agguato, intorno alle 13,30, si è consumato in strada. C’è paura. E il nido non è stato risparmiato da questa temibile ondata di criminalità.
In che senso: cosa succede?
Lo scorso dicembre, pochi giorni dopo quell’agguato, il nido è stato oggetto di diversi raid vandalici notturni che hanno danneggiato la struttura e che hanno costretto i genitori ad organizzare delle ronde per evitare che venisse ulteriormente distrutto o, peggio ancora, occupato. Quello fu il primo piccolo, grande gesto della “piccola, grande” rivoluzione insorta a salvaguardia del nido.
Perché dice che il nido ha fatto una piccola rivoluzione?
Perché è un nido di qualità che ha portato, in un rione “temuto”, anche persone per bene. E’ un fatto insolito che una mamma avvocato che non abita a Ponticelli, porti il proprio bambino in un nido situato in un rione come il Lotto O.
Questa “pericolosa” contaminazione sociale non fa paura alla malavita?
Certo è scomoda. Ma il nido ha fatto di più. Ha risvegliato la tante madri del quartiere che lo frequentano. Molte di loro sono alla prima esperienza di nido, hanno trovato educazione loro stesse.
Le madri hanno scelto lei per raccontare questa storia. Perché?
Perché se la racconto io assume un valore diverso. Da giugno del 2016 sul mio capo pendono pesanti minacce che mi vengono rivolte da personaggi legati alla malavita locale: ho ricevuto minacce di morte dalla madre del boss dei “Barbudos”, alla quali hanno fatto eco altre intimidazioni piuttosto esplicite. È da un anno, ormai, che posso accedere nel rione solo sotto scorta. Costantemente subisco insulti da parte di chi non gradisce il mio lavoro: “infamie”, “spia”, “sbirra”.. capisce che se la racconto io la storia ha un’altra valenza? Le madri con cui ho parlato mi hanno commosso.
Perché commosso?
Perché sono state tante a dirmi che vogliono che i loro figli vadano al nido e proseguano gli studi, affinché possano costruirsi un futuro come il mio e non malavitoso.
Come sono le madri che ha incontrato?
Sono donne del rione, a volte hanno molti figli, spesso non hanno compiuto studi. Tra loro ci sono anche le mogli dei detenuti. Sono soprattutto loro a chiedere un futuro diverso per i figli. Quando ho subito minacce di morte, molte sono scese in strada per difendermi. Mi hanno tratta come una figlia, mi vogliono bene. Mi cercano. Non è per niente scontato. E’ un rivoluzione importante.
Le madri hanno incontrato l’assessore Palmieri. Che risposte hanno avuto sulla sorte del nido?
Per ora niente di certo. A dicembre, quando c’è stato il raid vandalico all’asilo, si sono spese tante parole importanti, in termini di solidarietà e conforto da parte delle autorità, seppure i media non abbiano riportato la notizia. Sono stata l’unica giornalista a seguire la vicenda, nonostante fossi anche l’unica impossibilitata a recarmi liberamente sul posto. Sindaco e assessore sono venuti in vista al nido a più riprese. Adesso, però, è tempo di azioni concrete che le madri del nido si augurano che non tardino ad arrivare. Un auspicio condiviso da tutti coloro che hanno ancora voglia di sperare, credere e lottare per scorgere quello spiraglio di sole che troppo spesso manca nelle “zone grigie”.