Lettera (immaginata) di un bambino povero


BolognaNidi











Gentili Onorevoli,

Io e mio fratello siamo bambini poveri. Abbiamo deciso di scrivervi per raccontarvi con parole semplici cosa vorremmo per crescere con un po’ di speranza in più. Mi sono fatto aiutare a scrivere questa lettera anche da alcuni “grandi” che mi hanno fornito tante informazioni.

Sono Salvatore, ho dieci anni e il mio ultimo fratello Vincenzo ne ha solo uno. Da quest’anno torneremo poveri come prima perché il nido sotto casa è chiuso. La mamma ha perso il lavoro e dovrà badare a mio fratello tutto il giorno.

La mamma mi hanno spiegato che da poco avete approvato una legge che riconosce i nidi come il primo tratto educativo nella vita di un bambino, ma il nido sotto casa chiude lo stesso. Mi hanno spiegato che tanti studiosi di tutto il mondo, scrivono che i nidi sono buoni posti per educare ed integrare i bambini, anche per quelli poveri come noi, che siamo in tanti, 1 mln, in tutto il paese.

Voglio spiegarvi perché per noi i nidi e scuole sono posti buoni dove stare.

Durante il giorno possiamo stare al caldo e mangiare bene. Possiamo andare in giardino a giocare e possiamo anche riposare quando occorre. Le mamme possono lavorare e noi possiamo comprare e stare un po’ più sereni in casa. Ma chissà perché di nidi ce ne sono pochi e quello sotto casa chiude. Chissà perché qui al sud, dove ce ne sarebbe più bisogno, ce ne sono ancora meno.

Al sud io e mio fratello siamo poveri tre volte: perché la mamma non ha lavoro, perché fuori casa non c’è nulla, non un nido, non una biblioteche e infine perché in strada ci sono persone cattive che cercano di attirarci nei loro giochi pericolosi.

Anche l’Europa ci ha fatto un po’ di elemosina, a noi poveri del sud, per costruire nuovi nidi.

E i nidi hanno aperto, delle volte, ma finite le elemosine hanno anche chiuso!

E così visto come gestite i soldi, l’approvazione della nuova legge, non ci rende più tranquilli.

Di sacrifici noi bambini poveri ne facciamo tanti: abbiamo rinunciato alle scarpe, alla carne, ai libri, allo sport… ma il nido sotto casa è chiuso.

In Parlamento avete organizzato una commissione d’infanzia, per parlare di noi e far rispettare i nostri diritti. Ci sono 38 deputati. La presidente attuale è l’Onorevole Brambilla conosciuta per le sue minigonne e per essere la più assenteista, nella stessa commissione c’è l’Onorevole Razzi ma è meglio tacere per quali motivi sia conosciuto.

Per capire noi bambini, voi Onorevoli, incontrate tante persone esperte. Parlate anche di noi poveri, ma a noi bambini, e a noi bambini poveri, non ci avete mai inviato a parlare.

Preferite chiedere ad altri cosa ci serva.

Sono passati 50 anni da quando Don Milani e i suoi ragazzi hanno pubblicato Lettera ad una professoressa. La maestre ce l’ha fatto leggere a scuola e ci ha spiegato che sono cambiate tante cose. Ma non siamo cambiati noi poveri, che diamo ai ricchi, per non ricevere nulla in cambio.

Sono cambiate le scuole, i lavori... anche l’ignoranza è cambiata, ma non è cambiata un concetto espresso molto bene nel libro: nessun ricco può portare avanti gli interessi dei poveri.

Siamo solo noi a poterlo fare. Vogliamo parlare ed essere ascoltati. Vogliamo nidi e scuole per tutti e sopratutto per noi chi non abbiamo nulla!


Lettera immaginata e scritta da Laura Branca