L'Italia non è un paese per bambini

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Cronaca bambina. La Garante dell'infanzia Filomena Albano ieri ha presentato alla Camera, in un clima di distrazione generale, la relazione 2016 dell'autorità. La relazione scatta una fotografia sul mondo dell'infanzia davvero poco confortante.  

Bambini che sbarcano 
Sono pochi i bambini che nascono in Italia. I dati li abbiamo dall'Istat che proprio ieri, ha licenziato il report annuale sull'andamento demografico del paese. Viviamo a saldo negativo, sono più i decessi che i nuovi nati. E se i bambini sono pochi è anche vero che a sbarcare sono troppi. La Garante fornisce i dati: sono stati 25.846 nel 2016 e si sono distribuiti in modo poco equo nelle regioni. In percentuale abbiamo: la Sicilia al primo posto con il 40,9% delle presenze. Al secondo posto, con grandissimo stacco, c'è la Calabria con l'8,2%. La Val d'Aosta arriva ultima in classifica con uno zero tondo, tondo.

Bambini poveri
Sono 1,1 mln i bambini che vivono in povertà assoluta e a rischio emarginazione. I numeri sono in continuo aumento e in aumento si affaccia un nuovo fenomeno: il mancato accesso alle istituzioni. Per istituzioni si intendono servizi all'infanzia, che spesso non ci sono, ma anche mancato accesso alle scuole.
L'appella della Garante 
In una situazione complessa e difficile la Garante individua tre punti su cui lavorare con una certa urgenza. Primo: approvare la legge che possa dare la cittadinanza ai bambini nati da genitori stranieri (riconoscere la IUS) Secondo: rivedere la soppressione dei Tribunali dei minori, soppressione annunciata qualche tempo fa,  in una quasi indifferenza generale. Terzo: Riconosce più potere e maggiori economie all'autorità che rappresenta, un'autorità che ad oggi è più di rappresentanza che di sostanza.