Andare al nido è un lusso?














Cronaca bambina. Solo un bambino su cinque può permettesi di frequentare il nido. Gli altri si arrangiano tra nonni e baby sitter. Così descrive la realtà l'ultimo report dell'Istituto degli Innocenti che racconta poche novità sul tema e individua alcune tendenze generali.

I nidi costano troppo
La media nazionale della retta dei nidi pubblici ( a gestione diretta o indiretta) sfiora i 330 euro mensili. Mentre sale facilmente a 800 euro per i nidi privati. Dal 2008 ad oggi le rette sono cresciute costantemente fino al 20%. L'aumento delle rette è stata una precisa scelta politica, confermata governo dopo governo, nella certezza che comunque il sistema avrebbe retto. Le lunghe liste d'attesa invece sono state abbattute dal rincaro dei servizio. Ma da circa un anno stiamo assistendo ad una controtendenza, alcuni comuni, hanno infatti ridotte le tariffe per aumentare le iscrizioni, problema questo impensabile solo qualche anno fa.
Aumentano i morosi
Di fronte a ingenti rette aumentano i morosi e aumentano le rinunce in corso d'anno. Le famiglie trovano soluzioni alternative al nido, come cura parentale, quando possibile. Capire perché una famiglia rinuncia al nido, non è compito facile, le motivazioni possono essere le più svariate, ma è certo che la crisi del lavoro e l'aumento delle rette, abbiano favorito questa pratica. Nel 2014 le rinunce erano il 12,9%, l'anno appena trascorso sono aumentate fino al 19%.     
Anticipare l'ingresso a scuola
Resiste la "vecchia soluzione", sempre diffusa, di anticipare l'iscrizione alla scuola d'infanzia. Questa alternativa tocca ogni anno circa 80 mila bimbi. Viene pratica più diffusamente al sud, dove i nidi sono scarsi e le scuole materne statali abbondano con rette praticamente  a zero.
Sempre più lontani dall'Europa
La diffusione dei nidi in Italia continua a rimanere scarsa. Si ferma al 18% contro il 33% di diffusione media, che ci era richiesta dalla comunità Europea. Nonostante investimenti e politiche, apparentemente favorevoli, l'incremento dei nidi, dei centri giochi e dei centri famiglia, continuano a rimanere scarsi e fuori dalla portata della maggior parte dei bambini.