Don Milani: un documentario inedito da vedere

BolognaNidi
















Cronaca bambina...Qualche giorno fa l'Università di Bologna ha dedicato una giornata di studio e discussione sulla figura di don Lorenzo Milani. Nella stessa serata è stato proiettato un documentario inedito sulla scuola di Barbiana. Il film è stato presentato anche al festival del cinema di Venezia e verrà proiettato nuovamente al cinema Lumiere di Bologna il 23 e il 26 ottobre (vedi qui). Nonostante le tante incertezze stilistiche del film ne consiglio vivamente la visione.

Perché è il documentario da vedere?
E' l'unico filmato in cui Don Milani va in scena alla scuola di Barbiana. C'è lui e ci sono suoi ragazzi. Il regista Alessandro G.a D'alessandro ha ritrovato in cantina alcune preziose pellicole girate nel 1965 da suo padre. Fu lo stesso Don Milani, personaggio restio e schivo alle celebrazioni, che nel 1965 vicino alla morte, ha  accettato di farsi riprendere. Il regista con spirito di viva curiosità si è arrampicato sulle strade infangate dei Monte del Mugello, per riprendere questo prete che già era molto famoso e discusso al tempo. Nel documentario quindi si vede un'aula povera, composta da banchi poveri, con panche povere e scomode, si vedono ragazzi poveri. I ragazzi grandi lavorano composti sui banchi, mentre i piccoli sono seduti su panchetti più bassi ma pur sempre poveri. nel documentario si vede don Milani che dialoga con i ragazzi seduto su una sedia da mare di quelle con tessuto a righe e la struttura in legno pieghevole. I ragazzi e don Milani lavorano in aula, sotto il pergolato o sotto gli alberi... Si vedono i ragazzi studiare e lavorare, tuffarsi in piscina e leggere il giornale. L'occhio dello spettatore è colpito dalla semplicità degli oggetti, dei mobili, dei vestiti, delle cose e anche dei volti. A stridere in modo incredibile, di fronte a tanta semplicità e povertà, c'è la grandezza della cultura che si faceva vivere. I ragazzi e don Milani non hanno confine e il loro dialogo spazia libero tra la geografia, la lingua inglese, la poesia, la pittura, la grammatica, l'educazione civica, a tutto il sapere del mondo scorre libero con domande, pensieri e ragionamenti a volte cristallini. Ecco tutto questo è ben visibile nel documentario e vale la pena di essere visto.  A frammentare queste scene in bianco e nero di repertorio, ci sono interviste a Don Ciotti, o alla maestra Adele Corradi che lavorò a Barbiana. Ci sono anche gli interventi dei ragazzi- studenti e appare anche in foto una ragazzina in mezzo a tanti maschietti con un sorriso sicuro.  Lungo il film in molti hanno spiegato qual'è stato il vero messaggio di Don Milani. Le risposte sono state tante e tutte diverse, come sempre succede quando ci si interroga sul messaggio che ci ha lasciato un genio. Quando un genio si esprime, tutti raccolgono qualcosa di diverso e nel tempo la sua lezione o la sua opera assume connotati diversi. 
La scuola oggi...
Sono tante le emozioni con cui sono uscita dal cinema, un po' turbata, un po' trasognata, ma è la rabbia il sentimento che ha prevalso. La rabbia di sapere e di aver visto che una scuola che forma persone coscienti e critiche può esserci. La rabbia di sapere che la nostra scuola a 50 anni di distanza, nonostante abbia fatto passi da gigante in tanti modi, ha fatto ben pochi passi rispetto ad un'educazione critica. 
La scuola di Barbiana non è un modello ripetibile, commentava qualcuno nel documentario. E' verissimo e non solo perché non c'è più Don Milani, non solo perché la società di quel tempo è cambiata tantissimo, ma anche perché la volontà di creare menti critiche e indagare la verità senza preconcetti, non sono principi  perseguiti. 
Oggi come allora siamo di fronte a una scuola che respinge, 1 ragazzo su tre abbandona gli studi prima del diploma. Oggi come allora siamo di fronte una scuola piegata su se stessa che non educa alla vita e alla cultura: sono tanti i ragazzi laureati che non sanno leggere ne scrivere un testo semplice. 
Oggi come allora siamo di fronte ad una scuola elitaria: i figli dei non laureati molto difficilmente si laureano. 
Oggi come allora abbiamo scuole eccezionali, create da pochi volenterosi desiderosi di cambiare, ma la scuola in 50 anni non ha saputo creare un sistema di qualità diffusa e comune a tutti.