Retta alla scuola d'infanzia? A Bologna si continua a discutere


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Cronaca Bambina La delibera che modifica la tariffazione dei servizi educativi 06 e i servizi aggiuntivi come il pre e il post scuola il servizio di trasporto scolastico a Bologna continua a fare discutere. Oggi a Palazzo d'Accursio si è allargate la platea a comitati e associazioni, mentre nei giorni scorsi sono stati ascoltati i sindacati. L'appuntamento con le organizzazioni sindacali è rimandato a settimana prossima, così come i lavori della commissione.


Cosa cambierebbe se la delibera fosse approvata? 

La vicesindaco e assessore alla scuola Marilena Pillati risponde "Nei fatti nulla!" Continua "E' bene smentire le tante false affermazioni che ho sentito in questi giorni". E ribadisce "E' nostra ferma intenzione, l'abbiamo scritto nero su bianco, non aumentare in alcun modo la tariffa! Domani i genitori pagheranno le stesse cifre che oggi sono versano per la refezione delle mensa"
Cambierebbe, secondo Pillati, solo il modo di calcolare le tariffe
La delibera tenta di garantire maggiore equità di tariffazione, valutando la situazione delle famiglie, non più solo in base isee, quindi il reddito, ma tenendo in considerazioni anche altre possibili fragilità sociali. Come? Tenendo presente la "salute" complessiva delle famiglie e confrontandosi con gli servizi con cui si interfacciano le famiglie in difficoltà. 
Pillati continua poi a spiegare che "Non si verificheranno disparità tra la scuola d'infanzia e quella statale" per entrambe esiste una tariffazione per il consumo del pasto, cambia solo il modo in cui il comune le chiama. Infine smentisce che con un cambio del sistema la scuola diventerà d'elite, o sarà maggiormente soggetta a possibili e future privatizzazioni.

Perché cambiare allora?

Secondo la vicesindaco il cambiamento porterebbe a più di un vantaggio. 
Primo ad un risparmio di 1,3 mln nel bilancio del comune. Questi soldi invece di entrare nelle casse della regione, sarebbero "trattenute" nelle casse del comune. PerchéP Perché un servizio a domanda individuale, come la retta per la mensa, dovrebbe paga le tasse, ma non le deve pagare se la retta è per la scuola.
Questo risparmio consentirebbe di abbassare le rette per i nidi
Il secondo vantaggio di questa manovra sarebbe invece a beneficio delle famiglie con genitori separati o divorziati. Spostando la retta dalla refezione alla scuola,  il pagamento, secondo la legge, sarebbe a carico di entrambi i genitori, anche in caso di morosità. A margine dell'incontro il funzionario dell'economato del comune di Bologna chiarisce che: la cifra di 1,3 mln, destinate alle casse della regione Emilia Romagna è una cifra assolutamente irrisoria per la regione mentre è una cifra interessante per il bilancio del comune. 

Dibattito aperto    

Molti sono stati gli interventi dei consiglieri che hanno contestato vari aspetti della delibera. "La scuola pubblica deve rimanere gratuita" sostiene la consigliera Clancy "La mensa è una tariffa accessorio, così si impone una tariffa per un diritto" Pone poi sotto i riflettori la poca trasparenza dell'amministrazione che non hanno interpellato fin da subito i sindacati. La consigliera Elena Foresti dichiara che questa delibera è " un atto gravissimo! La scuola non è un servizio ma a scuola a tutti gli effetti e come scuola non deve prevedere tariffe d'iscrizione".
Alessandra Cenerini dell'Adi (associazione docenti italiani) non era presente ma ha fatto pervenire una nota "Sopprimere la gratuita a scuola? un atto che ci lascia sconcertati!" 
Bruno Moretto di Costituzione e Scuola ribadisce con forza che la scuola è aperta a tutti. Lo si scrive nella costituzione e deve rimanere gratuita come nel regolamento di Bologna "Se è un problema di soldi -precisa Moretto- la soluzione c'è, ed è semplice: diamo in gestione le scuole comunali allo Stato"
Vilma Fabbiani rappresentante rsu e dai sindacato di base rimarca la poca trasparenza della giunta "Mi pare che la vicesindaco cerchi di arrampicarsi sugli specchi mescolando le carte in tavola.  La scuola è scuola, cancellare la gratuità è un atto grave. Così apriamo le porte a possibili esternalizzazioni. Inoltre non concediamo a  40 famiglie che oggi non usufruiscono della refezioni di poterlo fare in futuro. Agli inizi del '900 Francesco Zanardi puntò il suo governo su due cose: pane e alfabeto. Questa giunta voglia tornare torniamo indietro togliere la possibilità l’alfabeto, oggi con questa delibera si torna indietro a quel tempo.
Vanni cgil chiede di "togliere la cancellazione della gratuità della scuola, un atto che si impone sul benessere dei bambini.

Il dibattito con i consiglieri

Francesco Sassone forzista, Marco Piazza del M5S sono concordi su una questione: togliere la gratuità della scuola comunale per risparmiare 1,3 mln è un gioco che non vale la candela. I consiglieri di maggioranza Fattori e Mazzanti difendono l'operato del Partito Democratico in città con diversi accenti. Fattori accenna uno slogan: "la scuola non diventa un servizio, ma è un servizio (quello della mensa) che diventa scuola! la consigliera Santicasale "Non c'è nulla di più  iniquo che dare a tutti la gratuità. facciamo pagare a chi ha e occupiamoci di chi non ha perché quelle 40 famiglie che portano a casa il bambino perché non hanno possibilità di pagare la mensa sono uno scandalo!" A questo punto interviene Massimo Bugani M5S "E' aberrante che dei bimbi vadano a casa allora li obblighiamo a pagare con una tassa alla scuola?"
Le precisazioni del dirigente scolastico Miriam Pepe 
La tariffa zero dalla delibera viene eliminata. ma non chi non pagherà nulla. Oggi chi ha un isee pari a 516 non paga la retta. Chi invece supera questa soglia e, ad esempio, è in un isee pari 518 euro, paga una retta minima. Confidiamo che con il nuovo modo di ricalcolare le tariffe con particolare attenzione alle fragilità sociali, aumenteranno le famiglie che non pagano. 

Chi invece non mangia a scuola 

Per motivi speciali potrà continuare a farlo come già fa oggi. Se e quanto pagherà è stata una risposta articolata dove è intervenuta nuovamente Pillati chiarendo che oggi la tariffa minima è di 0,50 mentre la massima è di 5,2 euro a pasto.

Anche la nostra associazione 

E' stata convocata al tavolo rispetto alla delibera. Come in altre sedi abbiamo ribadito il fatto che già oggi la scuola pubblica, e non solo quella dell'infanzia, è già pagamento con le tante spese extra coperte dai genitori in sordina. Questa non retta pagata crea già oggi tante disparità sociali tra i quartieri delle scuola dove in genitori sono più ricchi e quelli dove i genitori sono più poveri. Nelle prime scuole ci saranno tanti corsi, attività e materiale mentre nelle seconde poco e l'unica cosa su cui contare è avere la fortuna di incontrare insegnati che abbiano il doppio delle energie da dedicare ai bambini.