Scuola comunale a pagamento: la triste discussione in consiglio

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Cronaca Bambina Oggi il consiglio comunale di Bologna ha scritto un capitolo triste della storia della città. Si manda in pensione la frase contenuta nel regolamento della scuola: " la scuola d'infanzia comunale è gratuita per tutti" e si riscrive "la scuola d'infanzia è sostanzialmente gratuita..." 
Il consiglio ha votato la delibera che introduce la retta alla scuola d'infanzia che andrà a coincidere con l'attuale retta della mensa. (leggi qui
La maggioranza composta dal Partito Democratico ha votato  favorevolmente, scelta civica e movimento 5stelle si sono espressi con parere contrario, Lega e Forza Italia non hanno votato. Tre gli astenuti con Città comune con Amelia e Insieme Bologna. Nel mentre il comitato scuola e costituzione ha depositato una petizione che in pochi giorni ha raccolto oltre 6000 firme. Vediamo insieme i principali punti discussi, commentando alla luce del contesto nazionale e in particolare quello di  Torino, città più volte citata.
La petizione

La vicesindaco Marilena Pillati  commenta con slancio la petizione: "Forse se avessi letto la petizione e non la delibera che stiamo votando avrei firmato anch'io!" (Per correttezza e completezza d'informazione la petizione potete leggerla da qui. )   

Poca conoscenza e grande attenzione a Torino
 
Tra i diversi interventi dei consiglieri sia di maggioranza che di opposizione sui nidi e le scuole d'infanzia, sempre citate ahi noi come "materne", è evidente la poca conoscenza della materia. Molte volte è stata citata come esempio di buona o cattiva gestione la città di Torino, e su questo particolare punto torneremo approfonditamente più avanti. Il fatto poi che il contesto nazionale si presenti "malato" e che il numero dei servizi sia diminuito, anche a fronte di finanziamenti erogati non è stato citato da nessuno, ma taciuto, ricordando solo i dati a favore del contesto regionale: "la nostra regione è tra quelle con più servizi" ha fatto notare in un accalorato intervento il consigliere PD Claudio Mazzanti. (Leggi qui)

La storia di Bologna è stata "venduta" per 1,3 milioni di euro 

La storia della scuola è stata ampiamente scritta a Bologna, lo sappiamo. Sappiamo anche che il sindaco Francesco Zanardi, il sindaco di pane e alfabeto, ha aperto la maggior parte delle scuole d'infanzia che oggi si possono ancora contare il città sotto le bombe, in una città devastata dalla fame e dalla morte. L'ha fatto per portare educazione ed equità sociale ai piccoli, i futuri cittadini attivi di domani. Come i consiglieri del M5S e di Scelta Civica lega e FI hanno fatto notare più volte, quella  storia è stata spazzata via per un risparmio di 1,3 mln 

Il risparmio sulle tasse regionali

Il risparmio di oltre un milione è stato commentato in tutti i modi dai consiglieri. Quelli a favore hanno sottolineato come quegli stessi soldi saranno impiegati per far risparmiare le famiglie, mentre l'opposizione ha ribadito il fatto che è lecita la scelta di risparmiare, ma almeno si abbia il coraggio di dire quel che si sta facendo, commentano in diversi modi i consiglieri Marco Lisei di Lega Nord e Francesco Sassone di FI. E' bene ribadire che le imposte regionali oggetto del risparmio (Irap) sono tasse destinate alle casse della regione, e sono economie che vanno a finanziare, tra le altre cose, la sanità pubblica. 

La mensa e la retta

"L'amministrazione si tutela anticipatamente - spiega la consigliere PD Federica Mazzoni: introducendo questa tassa che definisce il pasto come un momento educativo imprescindibile ci tuteliamo, un domani, da 400 genitori che non vorranno far mangiare i bambini a scuola". Questa affermazione teniamola a mente perché la riprenderemo in conclusione. Per ora possiamo far notare che la vicesindaco in più occasioni ha ribadito che i genitori che sceglieranno di non far mangiare a scuola saranno tutelati.  

Tutti fanno così, perché non dovremmo farlo anche noi?

Quasi tutte le scuole comunali in Italia fanno pagare la retta, perché non farlo anche noi a Bologna?  questo il ragionamento, da ingegnere a suo dire, del consigliere PD Ricciardello Sarebbe bene ricordare che un tempo la storia dell'infanzia, si scriveva da Bologna e il resto d'Italia seguiva, oggi il ragionamento si è capovolto, forse anche per la mancanza d'idee, ma questa è una semplice opinione.

La maggioranza e il voto contrario

Il consigliere del M5S Massimo Bugani coglie un aspetto interessante del dibattito che si ripete sempre uguale "Tutte le volte che votiamo contro, si dice che non abbiamo capito o non abbiamo letto bene, o che non conosciamo la storia... non si contempla mai l'ipotesi che votiamo contro perché abbiamo semplicemente un'idea diversa."Questo trattamento non è riservato al solo Movimento ma a chiunque scuota la testa...

Il risparmio fatelo sulla comunicazione

"Non risparmiate sulle tasse, fate un bel taglio all'ufficio della comunicazione perché è la comunicazione è stata davvero disastrosa" Ha sostenuto con estrema semplicità il consigliere Lisei. Il suo ragionamento è stato in linea con tutti i consiglieri all'opposizione. Tutti hanno infatti criticato la poca chiarezza e i tempi con cui sono state comunicate le scelte.   


La partecipazione non può essere guidata 

La partecipazione dei genitori e dei cittadini non può essere imposta e arginata, come ha chiesto in un intervento sentito il consigliere PD Francesco Errani, l'unico tra parentesi che l'ha chiesto. La partecipazione dal basso, quello che rende viva e attiva la democrazia è spontanea e si muove libera, senza bandiere o secondi fini economici. L'esempio che abbiamo avuto della partecipazione guidata dall'amministrazione è stato uno spreco di risorse pubbliche, fatto giusto per motivare le scelte già fatte, come spiega in modo approfondito il post di ricostruzione politica di Costanza Marri che potete leggere qui.  La partecipazione spontanea durante lo scorso  mandato Merola ha prodotto la commissione cittadina della mensa che ha restituito significativi risultati sull'equità di pagamento sulla mensa scolastica. Questi importanti risultati - abbassamento della retta, controllo dei costi e dei guadagni della società partecipata che incassava utili per Milioni di euro senza mai realizzare le cucine che avrebbe dovuto al comune di Bologna -  sono state possibili solo in un modo: portando il pasto da casa e non pagando il pasto al comune. Senza questo importantissimo strumento di contrattazione come potranno i cittadini fare valere i propri diritti?       

Tutti citano Torino perché?

Quasi tutti i consiglieri hanno citato Torino come esempio senza ricordare che la cassazione ha stabilito che i genitori possono se vogliono, portare il pasto da casa. Questa sentenza ha stabilito che i genitori hanno uno strumento concreto per  controllare la qualità e i costi del pasto. Sempre a Torino il costo della pappa era arrivato ad oltre 7 euro, da sommare ad una retta fissa. (leggi qui) Il costo del pasto nella città di Torino era talmente difficile da capire che la società appaltante ha inserito di tutto nelle sua spese, compresi alcuni pentoloni del costo di diversi migliaia di euro. Eppure questo non si dice, si parla solo di principio, di storia e numeri nazionali .... Infine nessuno ricorda che Torino dopo anni di gestione del PD disastrosa oggi si trova con il M5S a non aver approvato il bilancio e che alle scuole d'infanzia si arruolano i nonni o in alternativa si chiudono perché non si sa come tenerle aperte. (leggi qui)

La scuola pubblica è a pagamento da diversi anni 

E mentre la scuola pubblica rimane "di fatto e sostanzialmente gratuita" in realtà si paga. Nessuno dice che si è sempre pagata e si continuerà a farlo facendo passare soldi in nero tra genitori, che a seconda del quartiere di provenienza, restituiranno una scuola differente: con i poveri al pilastro e i ricchi a Santo Stefano, dove i genitori potranno imbiancare volontariamente la domenica con vernice eco e bio e offrendo ai loro pargoli mille corsi aggiuntivi. Così i bambini impareranno fin da subito come stanno le cose e quali differenze esistono tra ciò che si scrive e ciò che si fa.