Roma: i nidi, le elezioni e la guerra dei poveri

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Cronaca Bambina In arrivo una petizione, una richiesta di accesso agli atti e una convocazione da parte della commissione trasparenza. Tutto per meglio capire, i motivi che hanno portato  allo sfratto di 4 nidi convenzionati (leggiqui). Sfratto, lo ricordiamo, arrivato alle associazioni che gestiscono i servizi, durante le vacanze di Natale. La lettera invita i privati a lasciare i locali pubblici, che oggi occupano, entro e non oltre il giugno 2018. La questione è molto politica e molto poco sociale. Vediamo insieme come si stanno muovendo le parti in causa.


La petizione

La petizione parte dagli operatori dei nidi convenzionati che si sono organizzati per contrastare la missiva. I firmatari della lettera, dal canto loro, "giustificano" lo sfratto asserendo che i servizi pubblici potranno comunque accogliere tutti i bambini che usciranno dai convenzionati, oltre a poter accogliere i nuovi iscritti dell’anno 2018-19.


Perché si sfratta?

Il ragionamento che trapela è semplice: se il pubblico riesce ad accogliere i bambini, non c'è più ragione dei servizi convenzionati. I nidi convenzionati, è bene tenere a mente, sono nati per sostenere il sistema pubblico. Erano tante le domande d'iscrizione da parte delle famiglie, il settore era in espansione e c'era lavoro per tutti. Oggi, a distanza di qualche anno, le cose sono profondamente cambiate: il numero degli iscritti è calato, i nuovi nati sono sempre meno (dato nazionale) e i nidi iniziano ad essere troppi in città. I costi dei servizi poi sono elevati, sia per la PA, che per le famiglie, che pagano parzialmente la spesa con le rette. E così la guerra tra i nidi si è aperta. In questa guerra la visione politica, verso una gestione pubblica, piuttosto che privata, fa la differenza di vita o morte dei servizi.

I politici oggi

Rispetto a questa particolare vicenda dei nidi sfrattati ci sono molte domande da chiarire: siamo proprio certi che i nidi pubblici potranno accogliere tutti i bambini che usciranno dai nidi convenzionati? Sono queste le informazioni che la commissione trasparenza si propone di sviscerare. Nicolò Corrado l'ha convocato per conoscere e verificare. Nel frattempo Annarita Leobruni consigliere dem e membro della commissione scuola, porta avanti la questione con una richiesta d’accesso agli atti per capire: chi è il mittente della lettera? Il Comune o il Dipartimento? Si tratta di una volontà politica? E altro ancora. Ad oggi nessuna risposta e in commissione scuola non è prevista alcuna riunione.

I nidi e le elezioni 

Viste l'approssimarsi delle elezioni, i nidi convenzionati, hanno più di qualche probabilità di "vincere" la sfida. E forse di trovare una maggiore equità di trattamento da parte della giunta Raggi che ha favorito il pubblico fin da inizio mandato. Come del resto, il partito democratico, durante precedenti mandati, ha favorito e aperto tanti nidi convenzionati e in concessione. Quello che forse verrà meno, in questa sfida di voti, saranno i diritti dei bambini e quelli dei lavoratori. Sono molti i nodi da sciogliere, i conti da indagare, le spese da capire sulla gestione diretta e indiretta. Queste domande, che sono profonde e che certo non riguardano solo i 4 nidi sfrattati, non sono però questioni che si possono risolvere velocemente. Castigare i servizi pubblici, o quelli in convenzione, per favorire uno o l'altro, non porta a favorire i nidi in generale che stanno chiudendo, stanno diminuendo di qualità e non sono più nemmeno tanto cercati dai genitori. Ma questi discorsi non sono discorsi da campagna elettorale, che si svolge, come è sempre stato, su slogan facili da comunicare e percepire. La differenza la potranno fare solo gli elettori pretendendo maggiore chiarezza e una politica che miri al benessere dei cittadini.