Con la pedagogia nel cuore. Parola a Giulia Lensi






















Intervista a... Oggi parliamo di bambini, educazione e genitorialità con la dottoressa Giulia Lensi. Lei è una giovane pedagogista di Firenze ed esercita la professione dentro e fuori le scuole. ha poi una  pagina fb che ha un nome accattivante Pedagogia nel cuore. E non si tratta solo di un bel nome, ma pedagogia nel cuore è un angolo virtuale, dedicata alla pedagogia e all'educazione molto delicato che offre begli spunti di riflessione.


Secondo lei quali sono oggi le maggiori difficoltà che i genitori devono affrontare?
Credo di aver bisogno di una domanda un po’ meno generica, sulle “difficoltà” dal punto di vista genitoriale nella nostra società e anche in altre realtà, potrei scrivere un libro.... 

Sono trascorsi 50 anni dal '68 la rivoluzione culturale che ha portato anche ad una nuova visione dei rapporti educativi, scolastici e genitoriali. Cosa è rimasto secondo lei di quella rivoluzione e cosa invece non ha funzionato?  
   
Il quadro è assolutamente cambiato: oggi ci troviamo di fronte ad una rivoluzione completamente differente. Parlo del fenomeno migratorio in Italia, sviluppatosi già a partire dagli anni '80 fino ad oggi, quando cioè l’afflusso migratorio nel nostro Paese si è fatto più consistente, che rappresenta oggi LA sfida aperta non solo dal punto di vista politico, ma anche sotto il profilo educativo, didattico e culturale. La scuola, di fronte alla sempre più forte presenza di alunni stranieri al proprio interno, sta cercando di produrre risposte adeguate e consapevoli a livello organizzativo, didattico, pedagogico e culturale. È di fondamentale importanza capire e far comprendere che il potenziale arricchimento culturale e umano è prodotto dall’incontro e dalla reciprocità con lo straniero.
Certo, a quanto pare e viste le ultime “vicissitudini” politiche, questo risulterà molto difficile, ma mai perdersi d’animo, giusto? 

La pedagogia nel ‘900 ha prodotto moltissimo ed è riuscita a spiegarci tutto, o quasi, sul bambino. Ciò nonostante si parla sempre più spesso di emergenza educativa. Cosa non ha funzionato e perché?

Ciò che manca al giorno di oggi, credo sia la consapevolezza. È necessario collaborare, per fare in modo che diventi “uso comune” costruire una relazione di reciprocità e di fiducia tra le generazioni, in un rapporto in cui il genitore mentre educa è anche educato, ma questo è possibile solo se si adotta uno stile genitoriale responsabile, che funga da stimolo e da esempio per i figli.
Nella famiglia, è assolutamente necessario un rapporto di fiducia e solidarietà per riuscire ad affrontare le diverse difficoltà che s’incontrano quotidianamente nella crescita ed educazione dei figli. In questa complessa e delicata impresa è fondamentale garantire il sostegno alla genitorialità attraverso la scuola, le organizzazioni e le associazioni, con interventi integrati e mirati alla famiglia per rinforzare, nonostante i continui cambiamenti, malgrado le mancanze e le disfunzioni, il ruolo della stessa nella sempre più rinnovata organizzazione sociale.

Leggiamo sempre più spesso che a scuola (anche a quella d'infanzia) genitori, o alunni, aggrediscono per futili motivi gli insegnanti. Un'esagerazione mediatica? Secondo lei perché succedono questi episodi e cosa dovremmo fare per riportare a scuola più vicina ai genitori?

Credo che ad oggi l’odio stia dilagando insieme all’ignoranza, non per questo mi rassegno.  I concetti principali, sui quali ogni giorno mi ostino e mi impegno, sono collaborazione e fiducia.
L’educazione è come un grattacielo, se mancano le fondamenta, non può che crollare. Dovremmo rifletterci tutti, istituzioni e genitori.