Il maschilismo non ha sesso...

BolognaNidi















Pensieri e parole... Ormai è sera e questo otto marzo 2018 è quasi del tutto trascorso. Oggi sono stata avvolta da informazioni e ho ripercorso un po' di storia dei diritti, che noi donne, abbiamo saputo conquistato e che purtroppo, un po' per volta, abbiamo anche perso strada facendo. Da tempo stiamo assistendo ad una retrocessione dei diritti delle donne e non solo su quelli...
Lo verifichiamo dai dati sul lavoro, sulla maternità, sull'economia e dalla discussione incessante rispetto a diritti che credevo ormai assodati. Del resto i media ci raccontano quello che vediamo e viviamo tutti i giorni. E allora in questo tardo otto marzo vorrei  proporvi un gioco, in perfetto stile Carla Lonzi, un gioco di autocoscienza collettivo. Per parlare di me, della mia condizione di donna e di madre, come alla fine faccio sempre quando mi trovo con altre donne, per sondare e capire cosa si pensa in giro e ascoltare altri punti di vista.



La mia vita di donna

Grazie alla legge 194 ho potuto abortito legalmente. Ogni volta che mi trovo con delle donne tiro fuori l'argomento, lo metto sul tavolo, e poi ascolto le reazioni. Spesso c'è disagio, silenzio, molto spesso, spuntano lacrime e arriva almeno una "confessione":
"...anch'io ho abortito...." In genere, poi, seguono giustificazioni o condanne.
Una volta una carissima amica mi ha chiesto: "Ma com'è potuto succedere con la pillola e tutto il resto?" Un'altra amica, questa non cara, con la massima leggerezza mi ha risposto "Io certe cose non le farei mai!" 
 Quando sono con le donne affronto anche un altro argomento, che ormai è non crea più stupore, visto che è diventato, per fortuna all'ordine del giorno. Parlo e racconto le tantissime violenze che ho subito dai maschi. E anche qui succede qualcosa solitamente, spuntano delle domande. "Ma succedono tutte a te?" Oppure "Ma com'eri vestita?"
 Il primo esibizionista l'ho incontrato a otto anni. Non ricordo come fossi vestita.  Impermeabili aperti, masturbazioni pubbliche, esibizioni di ogni tipo, aggressioni fisiche per la strada, offerta di soldi per molte e diverse attività sessuali, spesso quando chiedevo passaggi, o ero al lavoro...Non ricordo come fossi vestita e non ricordo nemmeno come avessi fatto a "provocare" il maschio... nemmeno quella volta che mi sono trovata al muro, con i piedi sospesi da terra, da un perfetto sconosciuto che cercava di strangolarmi... La mia memoria si è fermata sullo sguardo folle dello strangolatore, alle possenti mani del buttafuori che mi ha salvata e alla mancanza di respiro poi... Il resto l'ho rimosso. 

La mia vita di mamma
 
In questo otto marzo 2018 guardo le mie bambine e mi interrogo: quale presente conoscono? Quando racconto loro che la bisnonne Maria creava scandalo perché fumava in pubblico, si mettono e ridere. Quando racconto che in tanti paesi del mondo, le donne non sono considerate al pari di un uomo, mi guardano divertite e un po' incredule. Quello che vedono in casa non racconta disparità tra sessi. Mamma e papà fanno cose diverse, ma se necessario si scambiano i lavori. Per le mie figlie è normale che papà cucia e la mamma cambi le lampadine, perché hanno sempre visto questo. E se anche qui i dati statistici entrano nelle nostre vite, perché lui porta a casa più soldi, io sono stata spinta fuori dalle redazioni quando ero in cinta...ecc ecc Ma le discriminazioni cerchiamo di farle infrangere sull'uscio di casa.

Educazione e diritti

Questa "parità" che noi genitori di oggi, stiamo restituendo alle nostre bambine, è possibile, grazie all'educazione che abbiamo ricevuto dai nostri genitori. Genitori, da entrambe le parti, piuttosto semplici, gente che faceva lavori normali, con una cultura bassa e che vivevano lontani da grandi centri. Eppure...i valori che ci hanno trasmesso, a distanza di due regioni lontane, lui Sardo, io Lombarda, hanno messo al centro il rispetto per la persona. Uomo o donna che fosse. Ogni volta, che nel 2018, entro in uno spogliatoio della piscina e vedo come alcune mamme trattano i figli maschi, ritorno col pensiero all'educazione che ho avuto e ringrazio i miei genitori di avermi insegnato rispetto, attenzione e ascolto. 

I diritti tutti i giorni

Personalmente credo che i diritti possano partire ANCHE dalle pratiche quotidiane. Se tutti, tutti i giorni, ci impegnassimo a considerarci uomini e donne, non per quello che fanno, per quanto guadagnano, o per il sesso con cui sono nati, ma in quanto esseri umani, tutto il resto seguirebbe senza fatica.
Le nostre figlie saranno forse più ingenue di altre. Dovranno scoprire, e già lo stanno facendo a dieci e otto anni, che il mondo è impregnato di maschilismo. Forse però loro avranno la capacità di vedere il fenomeno con altri occhi e forse potranno battersi meglio contro il maschilismo che non ha confini di sesso, cultura o stato sociale.