I primi 1000 giorni di vita? Meglio trascorrerli al nido.















Intervista a “I primi 1000 giorni di vita sono i più importanti nella vita di un individuo. Sono quelli in cui l’individuo sviluppa la personalità, il suo modo di vivere nella società, le sue capacità intellettive. Ed è per questo credo che si dovrebbero garantire più servizi educativi e maggiore sostegno ai genitori”. A raccontare è la pediatra Laura Reali che in un’ampia e articolata intervista affronta tanti temi. Partiamo col parlare di vaccini e di genitorialità e finiamo con i nidi: “I migliori luoghi dove possono crescere i bambini” La dottoressa Reali è impegnata su più fronti è pediatra di famiglia, scrive per diverse riviste, tra le quali Uppa, e fa parte dell’associazione culturale pediatri (ACP). Ha uno sguardo preciso, sicuro e sempre molto allargato proprio delle persone che studiano e si interessano al proprio lavoro con grande passione.



Dottoressa Reali consiglia ai suoi pazienti le vaccinazioni?
Certo, sempre. Sono una forte sostenitrice delle vaccinazioni perché sono la miglior prevenzione per malattie che possono portare a complicanze davvero poco accettabili.

La legge che obbliga a vaccinare i bambini è corretta?
La legge ha dato risposta ad una situazione di potenziale urgenza, attendere ulteriormente poteva essere rischioso, perché avrebbe potuto portare ad un aumento di malattie prevenibili, come è avvenuto in USA e come sta avvenendo in Italia per il Morbillo.

Quindi è una buona legge?
A mio avviso era una legge necessaria. Ora che le coperture vaccinali sono salite, dovremmo però occuparci di fare di più.

Ad esempio cosa?
Fare una estesa campagna d’informazione e diffusione dei dati alla popolazione. Medici e operatori sanitari inoltre dovrebbero essere vaccinati e specificamente formati, per divulgare e fare a loro volta informazione corretta sui vaccini. I centri vaccinali dovrebbero disporre di strutture e di personale adeguati per far fronte al lavoro che è nettamente aumentato.

In caso la legge rimanesse così com’è?
Se non si lavorasse in questa direzioni, temo che tra qualche anno saremmo di nuovo daccapo. L’obbligo senza informazione non funziona nel lungo termine e le informazioni scientifiche corrette da veicolare sono molte. Se la sanità pubblica non “parla”, si rischia di lasciare spazio alle fake news dei no-vax..

Di recente Trump ha dichiarato di credere ad una correlazione tra vaccini e autismo…
Trump dice tante cose, ma non credo sia un esperto di sanità..
E’ provato che la relazione tra vaccini e autismo è solo una bufala. Nessuno scienziato è mai riuscito a replicare i dati dell’unico lavoro su 8 bambini che nel 1998 mostrò questa associazione, L’autore di quel lavoro, che era un falso, è stato condannato per truffa e radiato dall’albo dei medici Inglese e la rivista ha ritirato il lavoro. Eppure di tutto questo discorso è arrivato ben poco al grande pubblico.Oggi sappiamo che il morbillo è una malattia di origine genetica Eppure di tutto questo discorso è arrivato ben poco al grande pubblico.

Questo cosa ci racconta?
Viviamo circondati da troppe informazioni, il che equivale a non averne alcuna, non c’è il tempo e spesso neanche il modo per capire qual è quella vera, tutto questo genera incertezza, sfiducia e a volte perfino indifferenza. E’ un problema molto complesso, che non riguarda solo la medicina.

A proposito di fiducia. I pazienti si fidano di lei?
Penso di si. Mi chiedono consigli, si confrontano, discutiamo. Ad esempio tra i miei pazienti alcuni sono dubbiosi riguardo le vaccinazioni, ma con l’ascolto e il dialogo siamo spesso riusciti a trovare un accordo. Credo che la fiducia si crei attraverso il dialogo.

Consiglia la frequentazione dei nidi delle scuole d’infanzia?
Sempre, caldamente e a tutti. E’ il solo luogo dove i bambini possano confrontarsi tra pari. E’ qui che possono imparare a socializzare e dove l’intervento degli adulti non è giudicante, ma finalizzato a favorire l’autonomia Inoltre la scuola può offrire quegli spazi aperti che nelle città, sempre meno a misura di bambino, sono ormai rari.

A chi dice “al nido si ammalano di più” Cosa risponde?
Rispondo che è vero, ma è vero anche che il bambino, per diventare grande, ha bisogno di ammalarsi, per imparare a conoscere e a difendersi dalle malattie. Certo non tutte insieme! Ma se il nido è ben strutturato e ha spazi esterni vivibili non è poi vero che ci si ammala così spesso.

Alcune educatrici hanno lanciato l’ipotesi di richiedere nuovamente certificati pediatrici per la riammissione al nido. Lei cosa ne pensa?
Penso che questo è un falso problema. I genitori sanno benissimo quando il loro bambino è guarito e può rientrare a scuola. Il vero problema è piuttosto che i genitori hanno obblighi di lavoro pressanti e spesso non hanno aiuti, pertanto non si possono permettere di rimanere a casa col bambino malato. Piuttosto che chiederci se vanno reintrodotti i certificati, si dovrebbe ripensare il modello del lavoro.

I bambini di oggi avrebbero bisogno di…
Stare più tempo con mamma e papà, quando non sono a scuola, oltre a disporre di un buon servizio educativo, con ampi spazi all’aperto, dotato di personale qualificato ed esperto, che collabori con i genitori, perché i bambini abbiano il miglior inizio possibile della loro vita.

I genitori di oggi avrebbero necessità di…
Avere maggiori tutele nell’abito lavorativo, più permessi, tempi più flessibili per stare con i loro bambini in maniera più serena. Sarebbero necessari più percorsi formativi sulla genitorialità e più nidi! Che invece sono pochi, spesso privati e costosi. Lo Stato dovrebbe preoccuparsi di più di realizzare strutture educative adeguate e di dare supporto alle famiglie, che non possono più farcela da sole. Credo che il giorno in cui i nostri governanti inizieranno a investire efficacemente nell’educazione e nella famiglia sarà un gran giorno per il nostro paese.