Pescara: chiusa la mensa ma a scuola è vietato il pasto da casa












Cronaca Bambina “La situazione è sotto controllo non c’è da preoccuparsi” Rassicura il direttore generale della Asl Armando Mancini durante la conferenza stampa organizzata ieri in serata a Pescara. E continua “la pediatria di Pescara ha confermato che si tratta di una forma batterica e non virale”. Nel mentre il sindaco chiude le mense e vieta di consumare a scuola il pasto portata da casa. Ne ha la facoltà? L’avvocato Giorgio Vecchione di Torino ci spiega perché l’ordinanza del sindaco non è giuridicamente corretta.




Tutto bene...o quasi
Insomma la situazione è sotto controllo nessuno è in condizioni critiche ma il fatto è che oltre 120 persone, molti bambini e qualche adulto, in questi giorni sono “passati” al pronto soccorso con febbre, vomito, diarrea e disidratazione dopo aver mangiato alla mensa scolastica. La salmonella è esclusa e per capire di che battere si tratta si dovranno attendere i risultati ufficiali e decisivi compiuti dalle analisi dell’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Nel mente il sindaco del capoluogo abruzzese Marco Alessandrini (leggi qui) con un provvedimento chiude le mense scolastiche.
La mensa chiude
La scuola funziona ma la mensa è chiusa. E fin qui tutto rientra nel buon senso, ma il fatto curioso, in questa curiosa e inquietante vicenda, è che il sindaco vieta comunque di introdurre a scuola il pasto da casa. Lo fa tramite un provvedimento in cui invita i genitori a far consumare a casa, o comunque fuori da scuola, il pasto per poi riportare i bambini nel pomeriggio. Insomma una situazione già molto difficile si complica la vita a bambini e genitori. Come mai anche in una situazione tanto delicata il pasto da casa è respinto ? Lo chiedo all’avvocato Giorgio Vecchione di Torino, che da anni si batte per l’introduzione nelle scuole del pasto da casa. Ci spiega Non è il sindaco ad avere facoltà di decidere cosa si deve, o non si deve, fare e/o consumare a scuola. Il tempo del pasto è tempo scuola a tutti gli effetti e per ciò che riguarda il tempo scuola può decidere il dirigente scolastico non il sindaco.
Il sindaco e il tempo scuola
Il 5 luglio a Benevento- continua Vecchione- il consiglio di Stato ha accolto un ricorso che ho sostenuto per 50 genitori. In quel caso il comune non riusciva a garantire il servizio mensa e di conseguenza non garantiva nemmeno il tempo pieno per gli alunni della città. Il consiglio di Stato ha ribadito che il sindaco non ha facoltà decisionali per le attività che si svolgono a scuola. Si tratta di una intromissione della Pubblica Amministrazione che non conosce il suo ruolo. Solo il dirigente scolastico ha le competenze di decidere se si può consumare il pasto da casa nelle refezioni di scuola o meno”.