L'etica tradita, l'etica ritrovata


 

 

 

Partecipare per educare L'etica va insegnata, praticata, non tradita. Viviamo nell'epoca dell'etica tradita, assente.

Essere etici non va di moda, piuttosto abbondano "umani esseri" che ricorrono alla furbizia, alla piccineria per portare a casa il loro bottino fatto di interessi personali, di individualismo, di assenza di ogni interesse comunitario.

Il loro sguardo è costantemente rivolto verso il loro ombelico!

Non avere consapevolezza del mondo in cui viviamo e non fare nulla per migliorarci,  come diceva Pier Paolo Pasolini equivale ad essere colpevoli.

Siamo responsabili del nostro agire quotidiano, delle scelte che compiamo, in ogni ambito i nostri comportamenti possono fare l'enorme differenza.

L'etica prima di tutto

Essere etici significa avere consapevolezza di ciò che accade intorno a noi, significa agire con coerenza mettendo al primo posto, la correttezza, la solidarietà, la trasparenza, la lealtà e l'onestà di intenti.

Essere etici è una pratica quotidiana a mantenere la barra dritta, a non lasciarci influenzare dai richiami continui dell'individualismo opportunista che mira soprattutto a soddisfare il proprio egocentrismo a qualsiasi costo.  

In ambito educativo l'etica e' molto importante, chi svolge la professione di educatorə  diventa un modello valoriale a cui riferirsi, anche nel lavoro di gruppo l'etica rappresenta l'asse portante intorno alla  quale tutto si costruisce e fiorisce, se questo aspetto viene rispettato.  Al contrario, la mancanza di etica produrrà solo effetti devastanti e disgregativi. 

L'etica tradita e le sue conseguenze 

Nella mia lunghissima esperienza professionale di educatrice sono stata testimone di comportamenti poco etici. Questo argomento sensibile fa fatica a venire alla luce, sono tante le variabili che si insinuano nelle relazioni, alcune riusciamo ad affrontarle, ma quando si tratta di comportamenti poco etici,  ad esempio di colleghə con i quali lavoriamo quotidianamente, le criticità si ampliano e la difficoltà ad esternare il nostro malcontento rischia di essere soffocato anche da una quota parte di affettività verso queste  persone, perlopiù abili a mettere al primo posto le loro esigenze, senza che si facciano minimamente scrupolo degli altri e dei bisogni dei bambinə. Il risultato è che spesso le persone più sensibili e responsabili si fanno carico del lavoro altrui. Sono situazioni molto frequenti che creano molto malessere, disagio e burnout. 

Una comunità educante ha la necessità di confrontarsi con lealtà e reale spirito di servizio, sono innumerevoli le variabili che possono inficiare il lavoro che perlopiù e' in cooperazione e condivisione, per questo l'aspetto etico  rappresenta l'asse portante e distintivo di tutto il percorso.

L'etica ritrovata 

Stiamo vivendo un momento sociale di estrema delicatezza e preoccupazione. I vari conflitti e scenari di guerra (Ucraina, striscia di Gaza, Africa… ecc) ci narrano quanto l'essere umano sia capace di crudeltà inaudite, dentro questa bulimia di potere e controllo, alcuni stati ( vedi Israele) hanno raggiunto dei livelli di disumanità inquietante. Di fronte a questa barbarie inaccettabile c’è stato un risveglio incredibile delle coscienze, milioni di persone in tutto il mondo hanno sentito l'urgenza e l'etica di manifestare contro tutta questa violenza. Un grido  unanime si è imposto pacificamente da nord a sud, rivendicando libertà e dignità per ogni popolo privato al suo diritto inequivocabile ad esistere. 

La correttezza professionale 

Un luogo educativo richiede  per sua natura una delicatezza relazionale e comportamentale insita alla professione. Abbiamo a che fare quotidianamente con esseri umani siano essi bambinə o adulti, ogni giorno le relazioni ci impegnano su più fronti e le competenze e le conoscenze richieste sono molteplici e in costante aggiornamento. Per questo la correttezza è una qualità professionale dalla quale non si può prescindere, al di là delle problematiche oggettive del lavoro che sicuramente possono e debbono migliorare, una bella quota parte dipende dai nostri comportamenti agiti, per questo essere etici in ambito educativo è fondamentale, per non dare la stura a situazioni spiacevoli e tossiche che rischiano di diventare ingovernabili per delle precise responsabilità che andrebbero individuate e segnalate. 

Ancora prima delle responsabilità sociali esistono le responsabilità individuali, per questo ci dovremmo seriamente interrogare se siamo dispostə ad affrontare una professione così impegnativa che chiama costantemente a queste responsabilità. Professione,  sicuramente di grande coinvolgimento,  ma di altrettante soddisfazioni e restituzioni umane e affettive. 



Anna Maria Mossi Giordano 

Della stessa autrice: 

Rimaniamo umani 

Raccontare il bello che c'è