10 e 11 continua la raccolta firme

















Edera De Giovanni è un’eroina della seconda guerra mondiale, una donna che ha pagato con la vita la difesa dei valori in cui credeva. Il nido d’infanzia
comunale che porta il suo nome compie quest’anno 40 anni e da gennaio 2011 (nel periodo Cancellieri) è stato inserito nell’elenco dei nidi destinati alla chiusura, o, come si legge in una nota del giugno scorso del Servizio Educativo Scolastico Territoriale del Quartiere S. Vitale, è destinato al “superamento”, un termine molto più politically correct.
Già dal settembre 2011 il Nido ha perduto 16 posti lattanti, 3 educatori e un collaboratore a causa della chiusura della sezione Piccoli, che ha determinato di fatto la diminuzione dei posti lattanti disponibili in città. Amaro destino condiviso dagli altri 5 nidi a Bologna. Con l’elezione della nuova Giunta non molto è cambiato: non sono note le motivazioni ufficiali della chiusura del nido, se non i soliti e generici tagli alla spesa pubblica. Inoltre, a differenza degli altri nidi comunali bolognesi, il De Giovanni è ospitato in locali di proprietà dell’INPDAP: abbiamo cercato di ricostruire la storia. In base alle informazioni che abbiamo potuto raccogliere, quando nel 2004 INPDAP decide di vendere tutti gli appartamenti del complesso, il Comune non si avvale del diritto di prelazione e continua a pagare un canone di affitto. Nel 2010 scade il contratto e da allora comincia a diffondersi la notizia della chiusura del nido. Nel frattempo il giardino diventa proprietà del condominio (volutamente? Per un errore di accatastamento? Non lo sapremo mai) ed ora la situazione è che INPDAP esige un nuovo e più salato canone di affitto e anche il condominio pretende un’indennità per l’occupazione del giardino. La constatazione è che ancora una volta i soldi pubblici (Comune e INPDAP esistono grazie ai cittadini contribuenti) sono stati utilizzati quanto meno con una scarsa lungimiranza: quanti asili si potevano costruire con 40 anni di affitto? E ancora: perché nel 2004 il Comune ha deciso di non acquistare l’immobile e così non investire per la costruzione di un nuovo De Giovanni? Perché in un momento di crisi tanto delicato INPDAP aumenta il canone di affitto?
Nonostante le ripetute richieste, il Comune di Bologna non ha ancora convocato un incontro con i cittadini, i genitori, gli educatori ed i collaboratori del Nido per chiarire la questione e trovare soluzioni alternative condivise.
Il Comitato di Gestione del Nido ha lanciato, quindi, una Raccolta Firme affinché il Nido d’Infanzia E. De Giovanni rimanga aperto nella sua sede attuale e attivo con le sue 3 sezioni storiche.
In pochi giorni sono già diverse centinaia le firme raccolte presso la cittadinanza bolognese, a dimostrazione di quanto sia radicata fra la popolazione l’esperienza del “De Giovanni”.
Obiettivo della Raccolta Firme è anche la tutela del gruppo di lavoro (educatori/collaboratori), che da anni si dedica con passione ed impegno alla cura di generazioni di bambini.
L’azione vuole infine sollecitare una maggiore trasparenza delle istituzioni verso i cittadini, consapevoli del patrimonio di valori e sapere costituito dai servizi educativi comunali alla prima infanzia.
Servizi fondamentali che, in un momento in cui la crisi grava pesantemente sulle famiglie, non possono essere oggetto di tagli così gravosi.
Invitiamo tutti i cittadini a partecipare alla raccolta firma. La raccolta continuerà anche sabato 10 e domenica 11 con banchetti in Piazza della Mercanzia e Piazza di Re Enzo.