C'è una storia di partecipazione sociale che vale la pena di essere narrata. Risale a qualche anno fa e ha da insegnare, sopratutto in un contesto come
quello attuale in cui si discute molto su quale destino si profila per le scuola dell'infanzia e i nidi e non solo bolognesi. Spostiamo le lancette dell'orologio indietro agli anni '90 e spostiamoci a Modena. Prepariamoci così ad ascoltare dal professor Paolo Silvestri della Facoltà di economia, una narrazione sulla partecipazione. Una partecipazione che ha fruttato risultati preziosi, non ultimo potersi sentire a tutti gli effetti un cittadino attivo e integrato nel proprio territorio.
A che periodo risale la sua prima
esperienza di partecipazione alla vita scolastica?
Agli inizi degli anni '90 anche se non
ero presidente ma semplice genitore che partecipava alle attività
del consiglio di gestione. Il triennio tra il '90 e il '93 è stato
un periodo di lotte. Esisteva un coordinamento tra i presidenti delle
scuole dell’infanzia del Comune di Modena, ma era debole, ci si
vedeva una, due volte l'anno e i temi di discussione erano
prevalentemente le rette e i criteri di ammissione. La capacità di
coordinare le iniziative tra scuole aumentò quando per risparmiare,
l'allora giunta, ipotizzò di statalizzare alcune scuole
dell'infanzia. Ci fu una vera rivolta da parte dei genitori. C'era
una distanza evidente tra scuole comunali e statali, poi appianata
con il tempo, ma allora le prime offrivano un servizio di grandissima
qualità. Intanto le insegnanti erano meglio formate, di contro
avevano contratti peggiori: meno pagati a fronte di più ore. Questi
anni di “lotta” hanno cimentato e consolidato i rapporti tra
genitori.
Dopo questa esperienza ce ne fu una
seconda più attiva, in che anni?
Nel triennio '95-'97. Come dicevo,
l’attivismo dei genitori nelle scuole dell’infanzia comunali in
quel momento era molto forte. Il regolamento per la gestione sociale,
che disciplina la partecipazione dei genitori alla vita scolastica,
era appena stato rinnovato e consentiva ulteriori aperture. L'attuale
regolamento è un lavoro che vanta la lungimiranza
dell'Amministrazione e il fondamentale contributo dei genitori. Come
è stato usato e sviluppato nel tempo è dipeso molto dalle
iniziative dei genitori. Una delle attività su cui abbiamo lavorato
con impegno è stato quello di dare sostanza a quelle attività di
interesse generale per l’insieme delle scuole comunali, coordinando
i presidenti e superando i problemi della singola scuola. Abbiamo
istituito un giornalino, il Postale, che ci consentiva di scambiare
informazioni e tenere viva l'attenzione.
Oltre al giornalino svolgevate delle
attività. Quali?
Faccio alcuni esempi. Da diversi anni
in quasi tutte le scuole i genitori avevano attivato e autofinanziato
i corsi d’inglese; raccogliere i contributi e gestire i rapporti
finanziari con le insegnanti madrelingua era un lavoraccio. Per
liberarci di questo compito improprio proponemmo di fare una sorta di
retta aggiuntiva con cui finanziare le insegnanti e una parte delle
spese dei consigli di gestione. La proposta, che prevedeva anche che
fosse il Comune a tenere i rapporti contrattuali con le insegnanti,
venne ben documentata con un nostro studio e fu accolta e applicata
dal Comune. Questo è lo stile che ci siamo dati: c'è un problema,
lo affrontiamo, vediamo come risolverlo, sentiamo se
l'Amministrazione è disponibile e mettiamo tutta la nostra
intelligenza e lavoro per vedere come risolverlo. In quei tre anni
abbiamo fatto delle cose notevoli.
Come eravate organizzati nel nella
gestione di lavoro?
Ognuna delle 22 scuole dell’infanzia
aveva un consiglio di gestione formato da 6 rappresentanti dei
genitori, di cui uno fungeva da presidente, due insegnanti e un ata.
All'interno delle scuole eravamo divisi in gruppi di lavoro. Ogni
gruppo si occupava di un'attività. Chi del giornalino interno o del
giardino o della manutenzione: chi del gruppo feste o di organizzare
le serate di approfondimento con gli esperti. Il consiglio teneva
l’agenda e gestiva il budget necessario per finanziare queste
iniziative.
Altre attività svolte?
Molte; riguardando il Postale sono
stupito anch'io di quante cose abbiamo fatto. Ad esempio, ad un certo
punto abbiamo percepito che i giardini erano molto spesso inagibili e
sottoutilizzati. Volevamo poterli usare anche a scuole chiuse così
come le stesse scuole dove poter organizzare compleanni, attività
ecc. I problemi erano la sicurezza e la gestione. Abbiamo così
studiato un contratto assicurativo di copertura e l'abbiamo applicata
sempre tramite l'Amministrazione. Se un genitore voleva fare una
festa di compleanno mandava un fax due giorni prima per accendere la
coperture assicurativa e coprire 24 ore. I finanziamenti per questi
lavori li reperivamo dall'amministrazione o tramite fondazioni, o
banche. Altro esempio: abbiamo steso un rapporto sullo stato degli
edifici.
Come vi siete organizzati?
Siamo partiti con un questionario di
rivelazione. Con questo strumento abbiamo documentato e quantificato
puntigliosamente cosa non funzionava, cosa era pericoloso, cosa
poteva essere migliorato in ogni scuola. Poi abbiamo organizzato le
questioni per aree di competenze dell’Amministrazione (area
manutenzione; area gestione del verde; area edilizia-patrimonio ecc.)
e con questa relazione abbiamo bussato all’assessorato istruzione,
che ha subito organizzato una riunione con i 4 dirigenti interessati.
Ci siamo incontrati più volte e dopo discussioni animate, siamo
arrivati ad un esito insperato: l'anno dopo c'è stato un piano
straordinario con uno stanziamento di oltre 20 miliardi (di lire). Fu
un successo notevole, il gruppo genitori fu molto spronato ad andare
avanti.
In conclusione?
Penso che questo sia un modello di vera
maturità sociale. La partecipazione dei genitori può essere
formidabile, un'ottima chiave di inclusione sociale. Non a caso tutta
questa partecipazione si è potuta sviluppare grazie a un contesto da
sempre attento all'infanzia e al sociale. In quel periodo mi sono
sentito davvero partecipe della vita della mia città; ed è stato
anche bello perché intanto facevi vita sociale e perché facevi
qualcosa che poi potevi vedere: dei bambini contenti che scorazzavano
in un giardino sicuro, dentro ad una bella scuola verniciata di
fresco...