Iniziamo questo racconto dai numeri. Tredicimila sono le firme raccolte e consegnate ieri presso gli uffici comunali, diecimila di queste sono già state convalidate dai
garanti, mentre il limite posto per far partire il referendum era fissato a novemila. Dai numeri si capisce la volontà dei cittadini che in tempo di crisi, in tempo di disinteresse alla politica, hanno scelto di impegnarsi. E torniamo ai numeri: 100 i banchetti sparsi in tutta la città, 200 i volontari coinvolti, 20 gli autenticatori delle firme. Il tutto per affrontare una domanda: è più idoneo erogare contributi alla scuola paritaria privata o alla scuola comunale o statale? Una domanda secca che cela un tema ampio, che coinvolge ideologicamente, economicamente, politicamente e moralmente. Un tema scomodo per il Partito democratico che ha inventato e sostenuto questo sistema. Un tema ideologico per la scuola pubblica, una scuola di e per tutti.
La consegna
Una fila di persone ha
accompagnato le firme e nell'atto si respirava un'aria di libertà,
la libertà di portare avanti un tema e una discussione sentita nel
profondo della città. La consegna è stata preceduta da due eventi:
il primo in piazza Maggiore con un flash mob consumato in un
abbraccio collettivo, il secondo con una conferenza stampa in cui il
Nuovo Articolo 33 ha presentato la storia e il percorso che li hanno
portati al referendum.
Cosa accadrà
Una volta consegnate la
firme dovranno essere varate, una volta convalidate, il Sindaco darà
avvio al referendum. Non ci sono tempi da rispettare se non il
vincolo di farlo con trenta giorni di anticipo per poter divulgare i
termini. I promotori hanno indicato come data possibile le prossime
elezioni.
Fuori città
Il
quesito referendario sta interessando altre realtà cittadine e
l'idea dei promotori che da Bologna possa nascere qualcosa di
esportabile e condivisibile al paese.
Dalla regione
La regione Emilia
Romagna, l' Anci, l'Upi e la legautonomie nel mentre fanno un appello
congiunto denunciando, reclamando, una sostenibilità ai servizi
educativi in gravissima crisi chiedendo contributi allo Stato, oggi
quasi assente, con un auto di tipo normativo, per svincolare gli enti
dall'impossibilità di assunzione del personale, e un incrementare di
tipo economico e indicando la riaffermazione del sistema integrato
(pubblico privato) come la migliore strada percorribile per tutelare
il servizio.