Maria Cecilia Guerra |
L'Onorevole Maria Cecilia Guerra ha un curriculum ampio, una profonda conoscenza delle politiche sociali e dell'economia. Già direttore e Docente al dipartimento di scienze delle finanze all'Università di Modena e Reggio Emilia, ha iniziato la carriera politica come sottosegretario durante il governo Monti, è stata viceministro del lavoro e politiche sociali con Letta ed è oggi Senatrice del Partito democratico. L'abbiamo incontrata per spiegarci di economie e servizi educativi. Un argomento complesso e articolato qui spiegato , con estrema lucidità e sintesi.
Le
tasse aumentano e i servizi sociali diminuiscono. Come mai? Esistono
dati che ci indichino, anche sommariamente, quante sono le entrate in
tasse e quante le uscite? E in che settori?
Non
mi pare corretto dire che le tasse stanno aumentando. Secondo le
ultime manovre le tasse al contrario si stanno riducendo anche con il
bonus di 80 Euro. Semmai il problema da evidenziare è un altro, cioè
il dialogo tra Stato centrale e gli Enti
decentrati: quali comuni, province e regioni.
Ci spiega?
I
tagli che sta realizzando la legge di stabilità, tagli necessari e
meritevoli, dovrebbero teoricamente aumentare l'efficienza dei
servizi, ma se fatti male potrebbero incidere sulla carne, sulle
reali esigenze dei cittadini. Credo che dovremmo ragionare molto
attentamente a come si stanno operando questi tagli. Ciò significa
essere ben consapevoli di dove si va ad incidere. L'impressione
invece è che lo Stato centrale scarichi queste scelte sugli Enti.
Gli Enti dal canto loro hanno situazioni di efficienza davvero molto
differenti. Ci sono realtà dove le spese sono già state contenute
al massimo, mentre ci sono altre realtà che non hanno proprio
servizi. Capirà che mettere situazioni tanto diverse sullo stesso
piano è fallimentare.
Quali sono gli Enti che lavorano bene?
L'
E-R, ad esempio, offre molti servizi e sono di buona qualità. In
realtà come queste, diventa difficile tagliare. Si devono fare
precise scelte mettendo il fila le priorità di spesa. Ci sono Enti
che investono sui settori educativi e sociali anche per il 40, 50%
delle risorse, pur di mantenere ciò che hanno realizzato. E se
queste realtà non verranno sostenute adeguatamente, purtroppo non
escudo rimozioni e contrazioni dei servizi.
Quindi
manca dialogo tra Stato ed Enti?
Più
che una mancanza di dialogo siamo di fronte ad un'emergenza continua.
E spesso si reagisce accentrando i poteri, con decisioni e azioni
non sempre discusse. Ma quello che mi sta a cuore evidenziare è che
si dovrebbe valutare con maggior attenzione come spendere le risorse
per mantenere qualità e quantità. Se non teniamo inseme queste due
voci, non diciamo nulla, non realizziamo nulla. Non è indifferente
che non siano definiti i costi standard.
Che
cosa sono?
E'
la definizione dei costi dei spesa rispetto ai servizi e alla loro
diffusione sul territorio. Una sorta di valutazione rispetto a quanti
servizi garantire e con che qualità garantirli. Una volta che si
stabiliscono questi due assi che si dicono livelli essenziali di
prestazione, si capisce quanto si deve spendere per garantirli. Oggi
questa valutazione manca. Questi livelli sono stabiliti per la sanità
ma non per i servizi sociali ed è una notevole mancanza. Sappiamo
con una certa precisione quanto dovrebbe costare un bambino al nido,
ci sono diversi studi che analizzano questa voce, manca il resto.
Definire
i costi mi pare un lavoro enorme, significa scendere nelle singole
situazioni. C'è la capacità e il tempo di fare questo lavoro?
Penso si dovrebbe avviare un percorso intermedio, fatto per piccole
tappe. Intanto capire cosa c'è, poi individuare i territori dove
investire per mantenere ciò che c'è e dove investire per ampliare
l'offerta.
Il
Piano Nidi avviato durante il governo Prodi nel 2007, raro
investimento da parte dello Stato, che risultati ha prodotto?
Il
Piano non ha raggiunto tutti gli obbiettivi che si era prefissato che
erano portare tutte le regioni almeno al 7% di copertura dei servizi
e a livello nazionale al 13%. Ciò nonostante mi sento di dire che è
stato un lavoro molto serio. Si è preoccupato oltre che dare
finanziamenti, certo importanti, (oltre 400Mln) anche di monitorarne
l'andamento. Il controllo è stato efficace, se le economie erogate
non avevano centrato gli obbiettivi o non erano state spese, l'anno
dopo non venivano erogate di nuovo, come successo, ad esempio, in
Campania. Oltre l'ottanta per cento del finanziamento complessivo è
stato utilizzato. Nel complesso un buon lavoro.
E
dopo ci sono stati nuovi finanziamenti?
Si, durante il governo Monti si sono avviati finanziamenti per le
regioni del sud. Purtroppo non è stato così ben governato e non ha
avuto lo stesso successo. Ha avuto diverse difficoltà tra le quali
individuare la progettualità da finanziare. L'attuale governo ha
messo a disposizione 100 mln con un investimento più ridotto. Però
mi pare positivo che il finanziamento si richiami al piano Nidi del
2007, che ha seguito una logica relazionale tra gli Enti ben
governata.
L'attuale
governo ha avviato il Bonus Bebè, un aiuto alle famiglie con bimbi.
Un commento
Credo
sarebbe stato meglio distribuire i soldi in altro modo. In bonus
rischia di dare soldi a pioggia. Sarebbe stato meglio investire nei
servizi integrati e sopratutto distinguere l'utenza. Nelle famiglie
con fragilità economiche, il bonus, avrebbe dovuto essere
accompagnato da un percorso di sostegno specifico. Per le famiglie
più agiate, penso sia più proficua la frequentazione dei servizi
che potenzia la socializzazione, l'impiego femminile, ...
L'Istat
ci indica che la domanda delle famiglie rispetto ai servizi è in
calo...
Si,
è vero. Potrebbe essere un buon momento per fare il punto della
situazione. Anche cercando di capire in modo più approfondito le
esigenze delle famiglie.
Ai
comuni è arrivato il divieto di aumentare la Tasi. Appena giunta la
notizia il sindaco di Bologna ha dichiarato che così facendo i
servizi educativi saranno a messi a dura prova. E' solo comune di Bo
ad essere così in difficoltà con questa manovra?
Questo
è un problema per tutti i comuni che avevano già portato le imposte
a livelli massimali e quindi non possono più ritoccare verso l'alto.
Si deve capire e scegliere come distribuire le risorse. Tutto il
comparto dei servizi sullo 0-3 soffre. Spesso sottovalutiamo
l'importanza dei nidi. A cavallo tra servizi di cura e primo tratto
dell'istruzione non ne capiamo a pieno l'importanza.