Incendio doloso al nido Gaia: in via Felice Battaglia la solidarietà della città. Merola: "riflettere sul rapporto tra adulti e adolescenti"
“ Vogliamo dire no con una manifestazione resa rumorosa solo
dalle grida dei bambini”. In tanti, mamme papà, nonni e cittadini del quartiere
hanno aderito alla manifestazione indetta dai genitori per dimostrare
solidarietà e vicinanza al Nido Gaia, danneggiato martedì sera, da un incendio doloso. Ed era un clima di festa quello che si respirava oggi pomeriggio
davanti al nido gestito dalla cooperativa Cadiai, che ha riaperto i battenti
questa mattina. Tanti bambini si aggiravano nell’area davanti al nido mostrando felici palloncini colorati che qualcuno gonfiava per loro, qualcun
altro si attardava davanti ai tavoli della merenda. I più grandi giocavano ad inseguirsi come accade ogni giorno nei tanti parchi della città.
Palloncini e striscioni con
le scritte #iosonoilgaia, #noisiamoilgaia ricordavano a tutti che la festa era in
realtà una reazione ad un gesto vissuto dai genitori del quartiere come “attacco
alla scuola come bene per tutti e di tutti”. “Chi sfregia Bologna deve essere
punito perché colpire scuole e asili significa minare le
fondamenta della nostra comunità, i fondamenti del nostro futuro” si legge nel
messaggio con cui è stata convocata la mobilitazione. Un messaggio che ha fatto
rapidamente il giro del web rimbalzando sui social e sui gruppi whatsApp e che
ha portato tante famiglie con bambini davanti al nido Gaia.
Accanto ai genitori e agli educatori del nido c’era anche il
sindaco Virginio Merola, accompagnato dalla presidente del consiglio comunale
Simona Lembi e dal presidente del quartiere Saragozza Roberto Fattori. “ Gli incendi
lasciano solo cenere, questa reazione mostra che Bologna è una città bella che
non si lascia impressionare da questi avvenimenti” ha affermato Merola.
Sull’incendio del
Gaia sta indagando la procura di Bologna, l’ipotesi più accreditata è quella
secondo cui il gesto sia riconducibile ad un atto vandalico messo in atto da un
gruppo di giovani che gravitano nella zona, non certo annoverabile tra quelle
degradate della città. “ La questione di fondo è che ci sono adolescenti con
famiglie che hanno dei problemi da risolvere” ha commentato il sindaco
invocando “uno sforzo di tutte le famiglie per collaborare ed educare al meglio”.“Se non si arriva a capire che buttare dell’alcol
su un nido è una bestemmia abbiamo un forte problema di relazione tra
adolescenti e genitori” ha commentato ancora il sindaco per il quale è
necessario accendere un “faro pedagogico molto forte”. Se l’ipotesi al vaglio degli inquirenti
dovesse essere confermata “dovremmo intensificare la capacità di noi adulti di
prevenire questi fenomeni che riguardano una parte dei nostri giovani” aveva
detto poco prima in aula l’assessore alla scuola Marilena Pillati che questa
mattina ha visitato la struttura e ringraziato il personale del nido. Uno
sforzo quello delle educatrici e di tutto il personale che è stato lodato anche
dal sindaco. L’auspicio di tutti ora è quello che i responsabili dell’accaduto
vengano individuati al più presto.
“Abbiamo ricevuto una solidarietà che per noi è stata fondamentale e se siamo riusciti a riaprire lo dobbiamo allo sforzo corale di tutte le istituzioni e dei genitori” ha commentato la presidente di Cadiai Franca Guglielmetti. Il nido è stato aperto 5 anni fa e da allora è stato più volte oggetto di atti vandalici: oltre al murales erano stati danneggiati in passato anche un pannello fotovoltaico e la fontana esterna al nido. L’ultima delle quattro denunce era stata presentata una decina di giorni fa. “ Questo nido è aperto sul giardino e sulla collina e questo anche per insegnare ai bambini chela nostra è una comunità aperta” ha spiegato la presidente che non trova adatta alla struttura l’idea di proteggerla con il filo spinato. L’intenzione è dunque quella di prestare maggiore attenzione senza rinunciare all’apertura agli altri. “ Se davvero sarà dimostrata la responsabilità dei ragazzi coinvolgerli in lavori socialmente utili sarà la via migliore anche per un percorso di ripensamento di quello che hanno fatto” ha concluso Franca Guglielmetti.