Ilaria Maggi |
Ilaria
Maggi risponde al telefono dopo un solo squillo. Quando le spiego chi
sono, e cosa vorrei scrivere, attacca subito a parlare con impeto. Mi
rovescia addosso tante parole, tanti fatti e tanti stralci di
violenza, da togliere letteralmente il fiato e aggiunge tanto buon
senso, da commuovere. Sono ancora avvolta dal filo del suo pensiero e
dalla forza delle idee mentre scrivo. Ilaria Maggi è presidente
dall'associazione la Via dei colori associazione nata nel 2010. “Ho
fondato l'associazione con altre cinque famiglie che frequentavano il
nido Cip e Ciop di Pistoia. I nostri figli hanno subito violenze
continue e orribili”. Ilaria mi racconta
del suo lavoro in associazione che è duro e continuo. La via dei
colori è composta da vittime per aiutare vittime di maltrattamenti
in strutture. Danno consulenza legale e psicologica gratuita e
rispondo ad un telefono verde. “Consiglierebbe
ad una madre di iscrivere il figlio al nido?” Con
mia grande sorpresa risponde “Certo, che
si”. Capiamo insieme perché.
In
questi giorni in gruppo di mamme bolognesi ha lanciato una petizione
per richiedere l'uso delle telecamere nei nidi. La vostra
associazione ha appoggiato la petizione? Ci racconta?
Sono
stata invitata a partecipare al gruppo fin dalla sua nascita perché
ovviamente chi mi ha invitato sa da quanto tempo e con quanta
determinazione lavoriamo con La Via dei
Colori in questo campo. Da subito mi sono
messa a disposizione del gruppo per eventuali spiegazioni su quello
che abbiamo imparato sulla nostra pelle riguardo prevenzione e cura,
provando a dare il nostro punto di vista che non parla solo di
telecamere ma che sopra a tutto non parla di Web Cam come invece si
parla nella petizione. Come associazione
pensiamo ed abbiamo sempre pensato che telecamere possono essere un
utile strumento di valutazione a maltrattamenti già
avvenuti, ma che da sole non prevengono e
non risolvono il problema. Da anni LVdC prova a mettere in luce
l’importanza che avrebbero i controlli (psicologici, documentali e
penali) a monte delle assunzioni, i monitoraggi, le supervisioni ed
anche un sistema completo e complesso che riguardi la gestione di una
possibile situazione di crisi da parte della direzione così come
tutta la parte legata alla giurisprudenza necessaria per invece
andare a scovare e punire eventuali “mele marce” nel sistema.
Parafrasando Marco Montemagno, limitarsi a constatare un problema
purtroppo annoso ed orribile non è una soluzione. Ecco perché
invece ci siamo messi a disposizione con la nostra esperienza e con
la professionalità del nostro comitato scientifico per incentivare e
in qualche modo guidare la riflessione verso una proposta
tecnicamente efficace, funzionale e percorribile.
Quali
azioni si dovrebbero intraprendere?
Intanto
fare tanta informazione. La nostra associazione incontra genitori, il
personale scolastico, ma non basta. In generale si dovrebbero
investire risorse. Fare accertamenti rispetto ad eventuali pendenze
legali per reati violenti al momento dell'assunzione e monitorare in
continuo la salute e l'integrità del
personale, con test e selezioni specifiche
e puntuali, ai quali la nostra associazione sta lavorando con un
equipe multidisciplinare.
Perché
succedono fatti di questo tipo?
I
motivi sono tanti e diversi a secondo della situazione. Ciò che
sappiamo con una certa esattezza è che ognuno di noi ha una parte
sadica e masochista. Quando tutto funziona bene, c'è equilibrio e
questi impulsi rimangono sopiti. mentre in certe situazioni, ad
esempio di forte stress o quando si svolgono lavori in cui i rapporti
sono di forte dipendenza, come può essere il lavoro di cura per
minori, anziani, malati ecc gli equilibri possono sbilanciarsi e far
emergere i lati più oscuri. E' la nostra natura. Una società
evoluta come la nostra, oltre a sapere
questi fatti, dovrebbe monitorare, supportare e tutelare lavoratori e
pazienti prevedendo anche la gestione di situazioni critiche.
Al
nido quali sono i fattori scatenanti?
Non
c'è un identikit di educatrice o educatore
malvagio se è questo che mi sta chiedendo. Succede a persone di
diverso tipo, età,
cultura....Sarebbe bello fare un attento studio che metta in
relazione la qualità dei
servizi e i casi di violenza.
Cosa
intende per qualità del
servizio: ci spiega?
Ad
esempio: c'è una relazione tra un alto rapporto numerico
educatore-bambino e i casi di maltrattamento? In quante strutture in
cui sono avvenuti maltrattamenti c'era un coordinatore pedagogico o
uno psicologo di riferimento? Che tipo di contratti avevano le
educatrici? Sarebbe davvero interessante relazionare su questi
aspetti per agire a livello
generale.
Cosa
intende per livello generale?
Intendo
dire che nella riforme possibili di cui si è fatto tanto parlare ad
esempio, su questo aspetto non ci si è soffermati a sufficienza. Si
sono messi paletti riguardo i precedenti per la pedofilia, ma
sarebbe importante impedire a chiunque avesse
precedenti o carichi pendenti per tutti i reati violenti di
esercitare professioni così delicate ed importanti. Manca una
visione d'insieme ad un problema grande e che non si ferma al nido,
esiste nelle scuole, negli ospedali, nelle case di cura... Dobbiamo
fare un ragionamento esteso e coordinato.
Quante
segnalazioni avete mensilmente?
Il
nostro numero verde gestisce in media trenta
contatti a settimana per un totale di circa 80 casi al mese.
Di questi circa il 50% sono fondamentalmente
richieste informative, un 30% sono fatti da verificare ma spesso non
riconducibili ad un vero e proprio reato…il 20% però sono
situazioni potenzialmente gravi sulle quali è necessario un maggior
approfondimento. Di queste, in fine, per una serie di motivi non
sempre legati alla veridicità del fatto, solo una minima parte
sfocia in una denuncia effettiva.
Cosa
consigliate in quei casi?
Non
arrendersi, giustizia si può fare. In
associazione cerchiamo di non lasciare mai il genitore nel dubbio,
sostenendolo e supportandolo attraverso i vari passaggi. Legali,
psicologi ed un equipe multidisciplinare accompagna la famiglia
attraverso il difficile percorso di esposto, perizie e quanto altro
serva. Questo aiuta anche le forze dell'ordine e velocizzare i tempi.
Lei
consiglierebbe ad una madre di mandare il figlio al nido?
Assolutamente,
si. Oggi ci sono molte persone di cui mi fido che hanno aiutato e
salvato mio figlio dopo i fatti gravissimi che gli sono accaduti.
Vivere con un bambino che ha subito un maltrattamento è emotivamente
faticosissimo. La reazione tipica è la continua provocazione, vuole
verificare quanto ci metterai a reagire e maltrattarlo. Tutti i
giorni ci sono bravissime maestre e educatrici che fanno un ottimo
lavoro. Dobbiamo imparare a distinguere e togliere quelle cattive con
gli strumenti che abbiamo. Per fortuna mio figlio ogni volta che mi
occupo di un caso di maltrattamento mi incoraggia dicendomi che tolta
una maestra cattiva certo ne arriverà un
buona. Ci credo e andiamo avanti.