Marina Cesari è
direttore della IES (istituzione educazione e scuola) una donna
decisamente energica. Prima di iniziare con le domande, mi chiede il diritto di
replica ad nostra recente intervista ad una educatrice.
Nell'intervista Costanza Storaci spiega perché abbia preferito
lavorare nei servizi privati con stipendio ridotto, piuttosto che
continuare a lavorare al comune di Bologna sotto Ies. In caso fosse
sfuggita la potete leggere qui. Partiamo quindi da questo tema che è
spinoso e che riguardano molto da vicino i contratti di lavoro.
“Dopo aver letto
l'intervista ho controllato i contratti della Storaci con la IES: non ha
mai fatto l'insegnate presso di noi, ha operato come collaboratrice
scolastica. Chiunque al suo posto avrebbe preferito lavorare nel
privato come insegnate, piuttosto che nel Comune come collaboratrice.
Inoltre si tratta di due mansioni molto diverse non paragonabili.”
Verissimo
quello che dice, ma è anche vero che l'intervista evidenzia molti
aspetti difficili e quotidiani e un mal contento che c'è tra i
lavoratori della Ies. Lei non trova?
Ci sono difficoltà,
ma non sono esclusivamente dipendenti dal contratto di lavoro che si
applica.
Come spiega il
fatto è che dopo tre concorsi l'istituzione non è riuscita a
trovare maestre per “coprire” le supplenze ?”
La situazione va
analizzata con grande attenzione e cura. Noi l'abbiamo fatto
confrontandoci anche con l'Università, dove si formano le maestre.
Abbiamo dati dalla nostra, non opinioni.
Cosa ci
raccontano i dati?
Intanto è giusto
sottolineare che l'Università di Bologna è a numero chiuso, e il
numero previsto, in accordo con il Ministero, è definito tenendo
presente la situazione della scuola statale, senza considerare le
necessità della scuola paritaria: private e comunali.
E quanti
insegnanti sta assumendo oggi lo Stato?
Con la Buona Scuola
sta assumendo molte maestre, non so dare numeri. Quello che mi preme
sottolineare è che stiamo vivendo un situazione complessa, che si
ripete ciclicamente ogni volta che lo Stato assume in modo massiccio.
C'è poi da considerare che la maggior parte degli studenti non è di
Bologna. E appena finiscono i corsi tentano di avvicinarsi a casa.
Le neolaureate
non si iscrivono alle liste delle scuola comunali?
Si iscrivono in tutte le liste possibili, ma appena si aprono
possibilità più comode, se ne vanno. E' un problema non da poco.
Secondo lei nella
IES non c'è mal contento?
Ci sono dei problemi organizzativi che vanno pianificati e lo stiamo
facendo. Imputare il problema esclusivamente al contratto applicato,
è forviante. L'intervista sembrava orientata in un'unica direzione.
Quindi le
difficoltà non sono il contratto Enti locali?
Dove sta scritto che il contratto degli Enti Locali sia peggiore
rispetto al Contratto Scuola? Si tratta di un preconcetto.
Però è vero che
negli ultimi anni il personale dal comune è passato sono Asp, poi
all'istituzione e alle neo-maestre sono stati applicati diversi da
quelle delle colleghe...
ASP IRIDeS non gestiva il servizio delle insegnanti di scuola
dell'infanzia, ma il servizio dei collaboratori ed educatrici per il
post-orario, per i quali si è sempre applicato il Contratto Enti
Locali. Ora IES deve organizzare servizi nei quali sono presenti
contratti diversi.
Qual'è la strada
da percorrere per far funzionare una scuola dove le maestre hanno
contratti diversi?
L'armonizzazione. Stiamo lavorando molto in questo senso ed è una
grande sfida. Armonizzare significa far convivere e collaborare
diverse situazioni. E' difficile ma non impossibile. Ci vorrà tempo
e lavoro da parte di tutti, ma sfatiamo un mito: applicare il
contratto Enti locali non vuol dire squalificare un servizio. In
tutto il resto d'Italia si applica questo contratto da sempre e non è
detto che la qualità sia peggiore.
E' vero, ma è
anche vero, che l'applicazione del contratto scuola è frutto di una
battaglia sindacale.
Oggi siamo in un'altra situazione. Le scelte politiche hanno portato
alla salvaguardia dei servizi e a tante assunzioni, non
dimentichiamolo.
Nessuno lo nega.
Una cosa però mi ha colpito. Ho chiesto a molte educatrice,
collaboratore, insegnate di raccontarmi cosa succede e come funziona
oggi la Ies. Nessuno ha voluto parlare, raccontare pur garantendo
l'anonimato. Insomma ho trovato molta paura. Secondo lei perché?
Francamente non saprei.
Passiamo ad altro
argomento. Qual'è la sua maggiore sfida che si pone di fronte alla
Ies?
Riuscire a valorizzare il modello educativo bolognese. Credo che sia
tra i migliori al mondo. Vorremmo davvero riuscire a farlo conoscere
e a dargli il giusto valore che merita. Si tratta di un patrimonio
storico eccezionale, un po' come i portici, se vogliamo...Chi ci
lavora lo conosce, ma non è noto ai più.
Il comitato
genitori qualche tempo fa, fece un'indagine statistica rispetto alla
qualità percepita dagli utenti. I nidi hanno sono stati promossi a
pieni voti, le scuole d'infanzia hanno strappato una sufficienza. Lei
cose pensa: Oggi abbiamo ottimi nidi e scuole così e così?
Non credo che le nostre scuole d'infanzia siano di minor qualità; ma
necessitano di una maggiore integrazione nel sistema. Ritengo anche
che il passaggio dal nido alla scuola sia difficile per i genitori.
Alla scuola dell'infanzia ci si concentra di più sull'autonomia del
bambino, che è la missione principale. Vede in fondo anche questo
tema evidenza la necessità di maggior raccordo tra i due sistemi,
che in fondo in fondo sono fatti dalle persone che li vivono.
Scuola d'infanzia
a luglio: A che punto siamo? Che rette per i genitori?
Il piano è pronto. Le rette si aggireranno attorno a 85 euro a turno
settimanale. Per il servizio 3-6 anni, il 60% sarà di gestione della
IES, mentre il 40% al privato come svolto fino ad ora. Al momento
stiamo confrontandoci con le organizzazioni sindacali.
Ultima domanda.
Nel tempo ha cambiato vari profili: da dirigente di Asp, è stata
nominata dal sindaco dirigente IES senza però le dovute procedute.
Secondo il regolamento dell'istituzione il sindaco ha facoltà si di
nominare il dirigente, dopo aver sentito il parere del cda. La sua
nomina è avvenuta prima della formazione del cda. Una grande fiducia
nel suo modo di lavorare...
Una
grande fiducia da una
parte, e un'urgenza dall'altra. I tempi erano strettissimi: io non
credo che si sia dato il giusto peso alla criticità del momento. A
luglio sono stata nominata come direttore e a settembre i servizi
hanno aperto in efficienza. E' stata un'estate difficilissima in cui
io e il mio staff, abbiamo lavorato senza posa. A settembre il
maggior problema riscontrato è stato: la mancanza della carta
pesta... pazienza, direi che il risultato c'è stato e non era
affatto scontato.