Finiamo il giro delle
nostre interviste con tema bambini e infanzia con il candidato dei
Verdi Matteo Badiali. Badiali ha alle spalle un precedente incarico politico,
è stato consigliere a Zola Predosa con una Lista Civica “Zola Bene
Comune”. “Ci siamo decisi molto tardi a presentarci a Bologna, ma
crediamo che il nostro punto di vista sia necessario”. Un punto di
vista diverso fin dal primo punto del programma elettorale.
Al primo punto del
vostro programma mettete la bellezza. Una scelta certo fuori dagli
schemi, come mai ?
Immaginiamo una città
in dialogo con le altre città europee: vivibile, pulita, una città
che si possa visitare a piedi, girare in bici, con spazi verdi
curati, orti urbani, terrazzi verdi. Una città bella per i turisti
oltre che per i cittadini. Non ho mai conosciuto la Bologna degli
anni '70, me l'hanno raccontata come di una città accogliente,
colorata, vivace...era conosciuta in tutt'Europa per come ci si
viveva bene. Dobbiamo ripartire dall'idea di bellezza e cura, di
ascolto reciproco, con relazioni armoniche. Oggi in giro c'è una
buona dose di diffidenza e paura.
Nel vostro programma
non figura una sola volta la parola bambino, infanzia o scuola.
Perché?
Non ci sono queste
parole per una nostra mancanza dovuta anche all'eccessiva rapidità,
con cui ci siamo presentati alle elezioni. Ho partecipato a due
incontri con i genitori: uno sulla mensa, l'altro sulla scuola. L'ho
ribadito anche pubblicamente: per noi la scuola è importantissima,
figuriamoci, è il luogo da cui ripartire. Nelle scuole pubbliche
coltiviamo oggi il nostro futuro.
Scuole pubbliche?
Si, siamo la difesa
delle scuole e dei servizi pubblici è l'incipit per tutti i
ragionamenti. Non possiamo assistere alla diversificazione delle
scuole di serie A,B,C a seconda dei quartieri e delle risorse dei
genitori. Anche se non presenti sul territorio bolognese, durante il
referendum abbiamo appoggiato i finanziamenti alla sola scuola
pubblica.
Nei nidi e nelle
scuole d'infanzia di Bologna si è promosso il progetto outdoor
education: fare attività all'aria aperta. Lo stare all'aperto però
si conclude all'infanzia, già alle primarie solitamente fanno anche
l'intervallo in aula al massimo in corridoio. Cosa ne pensa?
Direi
che siamo di fronte e due problemi. Il primo problema l'inquinamento
Indoor. Per più motivi ci sono nelle aule accumuli di sostanze “poco
sane”. Si usano prodotti per le pulizie non adatti si arieggiano
poco i locali. L'altro è un problema ben più grande: uscire per
andare dove? Le scuole mancano di aree verdi adatte. Ci si deve
dotare dei giusti strumenti per consentire il gioco all'aria aperta,
non trascurando la sicurezza. Se poi la scuola non è dotata ci
dovrebbe essere la possibilità di raggiungere spazi verdi
attrezzati.
I giochi nei parchi
sono scarsi e fino a qualche tempo fa, anche trascurati.
Ci
vorrebbero una manutenzione costante, si dovrebbe dare la possibilità
anche ai genitori volenterosi di fare piccoli interventi. Oggi non è
pensabile. La burocrazia non lo consente. Trovo invece un falso
problema quello dei soldi. I soldi, si trovano. Ad esempio Hera,
tanto per fare un nome, potrebbe investire una parte degli utili in
giochi pubblici per i bambini.
Durante la giunta
Merola hanno chiuso alcuni nidi e sono diminuite le sezioni lattanti,
le più costose. Cosa ne pensa?
Per
i nidi partirei nel rivedere le rette. Sono troppo alte e le fascia
ISEE esente sono troppo limitate. Ma sopratutto bisogna sollecitare
il governo ad intervenire per affrontare questa necessità:
l'Amministrazione deve alzare la voce e non può pensare che le
chiusure dei Nidi debbano essere la risposta. Il
tema è complesso, e non si può affrontare solo localmente, ma va
studiato più attentamente considerando le dinamiche di popolazione e
gli scenari futuri.