Vaccinazioni,domenica a Casalecchio la scienza incontra i genitori. Colloquio con Pierdomenico Memeo
Raccontare, spiegare ma anche, e forse soprattutto, ascoltare. Ascoltare
le esigenze, le paure e i dubbi dei genitori su un tema delicato quello delle
vaccinazioni. Questo lo spirito dell’incontro Vaccini:parliamone insieme che
si terrà domenica 11 dicembre al Play Planet di Casalecchio di Reno. L’incontro sarà
guidato dal divulgatore scientifico e presidente della Cooperativa Ossigeno Pierdomenico Memeo. Insieme a lui a dialogare con i genitori ci saranno Pietro
Arina, medico e consulente del sito di debunking Butac Bufale un tanto alchilo; la blogger Miriam Maurantonio e Alice Pignatti, la mamma di Cesena che
lo scorso anno ha lanciato la campagna #io vaccino e una petizione su change.org per chiedere l’introduzione dell’obbligo di vaccinare i bambini per poterli iscrivere a scuola. Un tema quello delle vaccinazioni obbligatorie per frequentare
scuole e servizi educativi che è tornato a far discutere dopo l’approvazione daparte della regione Emilia Romagna di una legge che impone di essere stati sottoposti
ad antitetanica, antiepatite b, antidifterica e antipolio per accedere ai nidi
pubblici e accreditati della regione. Un tema caldo che però non sarà l’unico
trattato nel corso dell’appuntamento di domenica. Spazio troverà anche un altro
tema fondamentale: quello delle bufale, messe da tanti sul banco degli imputati per il calo delle vaccinazioni. “Bisogna utilizzare gli stessi strumenti della disinformazione, trasformando
un circolo vizioso in un circolo virtuoso” creando una sorta di “vaccino antibufale”
spiega Memeo
Perché un
incontro informale per parlare di vaccini?
Perché pensiamo che la scienza debba appartenere a tutti, e debba mettersi al servizio
dei cittadini. Ci sono moltissime occasioni e opportunità per informarsi in
maniera scolastica su moltissimi temi che riguardano la salute. Noi come
divulgatori scientifici non siamo qui solo per raccontare. Siamo qui per
ascoltare. Per questo pensiamo che un incontro informale, senza titoli
accademici ma tra cittadini e genitori, sia il modo migliore per arrivare al
cuore della comunità.
Lei è un
divulgatore scientifico, qual è lei il ruolo dell'informazione per la
promozione delle vaccinazioni?
Come per
ogni conoscenza scientifica, il ruolo dell'informazione è parte integrante
della conoscenza stessa. Senza scomodare i giganti della divulgazione, una
delle frasi chiave che ci ripetiamo è che non hai davvero capito qualcosa se
non sei in grado di spiegarlo a tuo nonno. Gli esseri umani sono creature della
narrazione: dall'alba dei tempi, sapere e spiegare sono tutt'uno. Non possiamo
pretendere che le persone si affidino alla scienza se la scienza non si prende
la briga di spiegarsi, in maniera chiara e comprensibile. Le persone si
informeranno in ogni caso: il nostro ruolo è essere pronti ad intercettare
questo bisogno, e aiutarli ad orientarsi tra l'enorme mole di informazioni
disponibili, specialmente in rete.
Stiamo
assistendo ad un calo delle vaccinazioni in età pediatrica. Da cosa nasce
secondo lei questa sfiducia dei genitori?
Personalmente
penso che i vaccini siano vittima del loro stesso successo. Abbiamo dimenticato
gli effetti di malattie comuni ma per nulla innocue. Il morbillo mieteva e
miete tuttora vittime in età pediatrica. La poliomielite ha segnato le
generazioni. La difterite era il terrore che stringeva alla gola i genitori
quando guardavano i loro bambini dormire, chiedendosi se avrebbero superato
l'anno di età. Adesso ci siamo dimenticati tutto questo e
consideriamo la salute come qualcosa di scontato e dovuto. Non è così.
Oggi noi possiamo godere di una relativa sicurezza proprio grazie alle campagne
di vaccinazioni compiute in tutto il mondo. In aggiunta ci sono stati casi
di malintenzionati che hanno sfruttato i timori e il senso di spaesamento dei
genitori di fronte al tema della salute dei propri figli per il loro
tornaconto personale. Questo purtroppo ha causato danni enormi alla comunità.
Molti in
questi mesi stanno puntando il dito contro le bufale che circolano in rete.
Perchè hanno così presa?
Perché
rispondono ad un bisogno. A volte è il bisogno di trovare un colpevole quando
succede qualcosa di brutto. A volte è il bisogno di trovare una spiegazione
semplice a qualcosa di molto complesso. A volte è solo il bisogno di avere
ragione. La democratizzazione dell'accesso alle informazioni sta avendo un
impatto enorme sulla società, un impatto al quale forse nessuno era davvero
preparato. Per questo, oggi più di ieri, la nostra lotta contro la
disinformazione scientifica è un percorso in salita.
Cosa non sta
funzionando o andrebbe corretto dell'attuale comunicazione istituzionale e medico
scientifica sulle vaccinazioni?
Secondo me
il problema principale è l'applicazione di modelli obsoleti a problemi
correnti. E' come sperare di utilizzare una gomma da cancellare per risolvere
un problema di software. Non è sbagliato lo strumento, è sbagliata l'occasione.
Le persone si informano in rete, sui siti, sui blog, su facebook, nei gruppi
whatsapp, parlando con amici e conoscenti di persona o in rete. Non c'è alcun
filtro e alcun controllo. Non si può sperare di tamponare questo fiume di informazioni
con un seminario, con un volantino. Bisogna utilizzare gli stessi strumenti
della disinformazione, trasformando un circolo vizioso in un circolo virtuoso.
E' difficile? Certamente. E' faticoso? Indubbiamente. Ma è l'unico modo per
ottenere risultati e iniziare a curare la società da questa infezione. Forse,
per fare un gioco di parole bovino, ci vorrebbe una vaccinazione contro le
bufale. Noi speriamo di lavorare in questa direzione.
In un clima
come quello che sembra dominare la rete, dove ognuno appare più interessato a
rafforzare le proprie idee che non ad ascoltare, ha ancora senso, su un tema
delicato come quello dei vaccini, l'attività di smascheramento delle bufale che
vede impegnati anche medici e scienziati?
Diversi
studi hanno trovato risposte diverse a questa domanda. Per me, questo è sintomo
che la questione è ancora aperta. Penso che l'attività di demistificazione
delle bufale scientifiche non solo abbia senso, ma sia uno degli ultimi
baluardi contro il dilagare della disinformazione. Per una piccola percentuale di individui radicalizzati, temo sia
davvero difficile liberarli dalle loro trappole mentali. Ma esiste invece un
vasto panorama di persone che semplicemente non hanno mai incontrato una forma
di divulgazione scientifica che sia adatta alle loro esigenze. Su quelli e per
quelli bisogna lavorare.
Tra gli
obiettivi dell'incontro a cui parteciperà domenica c'è quello di cercare un
giusto equilibrio tra le esigenze dei genitori e una corretta informazione
medico-scientifica. In cosa consiste questo equilibrio?
Consiste
nella consapevolezza che la scienza la fanno e la vivono le persone. Troppo
spesso su alcuni argomenti ci si arrocca su due posizioni, "di
pancia" e "di testa", come se le due cose fossero
necessariamente contrapposte. Per troppo tempo l'informazione scientifica ha
considerato le emozioni un nemico da combattere. Secondo me, al
contrario, le emozioni possono essere un veicolo per arrivare
alle persone, toccare le loro corde, e fare in modo che le conoscenza
scientifiche trovino terreno fertile per attecchire e diventare parte della
loro vita di tutti i giorni. I genitori hanno bisogno non solo di informazioni,
ma di empatia e di immedesimazione. Quello che intendiamo fare domenica è
dedicare il primo momento ai genitori e al loro confronto, e il secondo
invece alle risposte con esperti. Per noi è un momento
fondamentale per capire le esigenze dei genitori e migliorare il modo di
comunicare, per imparare dai genitori di cosa hanno bisogno. Speriamo che per i
partecipanti sia un'occasione di trovare persone affidabili a cui rivolgere le
proprie domande sia come genitori che come divulgatori.
Tra gli
argomenti che affronterete domenica ci sarà anche la nuova legge, varata dalla regione Emilia Romagna, che introduce l'obbligo di essere vaccinati contro polio,
tetano, difterite ed epatite B per frequentare i nidi pubblici e convenzionati
della regione. Cosa pensa di questo provvedimento?
La questione
dell'obbligo di vaccinazione è questione delicatissima, nella quale le
istituzioni devono bilanciare la difesa della salute pubblica con la libertà
individuale. Per come funzionano le vaccinazioni, una comunità con un'alta
copertura vaccinale è una comunità più sicura per tutti, e soprattutto per i
più deboli. A livello personale, posso però comprendere anche le ragioni di chi
si sente invaso nella propria sfera personale. Come fare? Come scienziato, sono
vincolato a guardare ai risultati. Alcune regioni hanno sollevato l'obbligo
vaccinale, contando sulla responsabilità personale. Dati alla mano, questo ha
purtroppo avuto effetti negativi sulle coperture vaccinali. Credo che questo
sia il punto di partenza di ogni discussione. Domenica lasceremo i genitori
liberi di parlare dell'argomento e di esprimere il loro assenso o i loro
dubbi e valuteremo con loro se questo provvedimento risponde a una loro
esigenza o meno.
Pensa che quest'obbligo possa essere un antidoto al calo delle
vaccinazioni?
Penso che avrà un effetto. Come dicevo precedentemente, chi purtroppo è
radicalizzato su posizioni antiscientifiche difficilmente sarà convinto e anzi
troverà nell'obbligo nuove ragioni di conflitto. Ma di nuovo, ritengo sia una
minoranza davvero esigua. Esiste invece il panorama dei genitori esitanti, per
i quali il ruolo di guida delle istituzioni può essere un fattore di
riavvicinamento alla pratica vaccinale.