Intervista a... Ho incontrato Elena Foresti consigliera del M5S a Bologna per due motivi. Primo la consigliera sta portando avanti, da oltre un anno, un'interessante indagine sull'edilizia scolastica. Lo fa di persona girando di nidi in nido, e di scuola in scuola, prendendo appunti sul suo tablet, prendendo nota delle crepe, dei dislivelli, dello stato degli infissi e della sicurezza. Lo fa di persona incontrando i genitori gli educatori, i collaboratori e gli insegnanti. E in un momento in cui la politica pare lontana anni luce della gente comune, mi pare un lavoro notevole. Un lavoro che oltre che avvicinare politica e scuola ha fatto nel tempo segnalazioni preziose e sta ottenendo risultati concreti. Il secondo motivo per cui ho voluto incontrarla è che la Foresti è un'insegnante di scuola d'infanzia al comune di Bologna, o per lo meno, lo è stata fino allo scorso anno. Insomma lei di nidi e le scuola li conosce da più punti di vista e ne ha una visone consapevole.
Cosa
ci racconta rispetto al monitoraggio che sta svolgendo nelle scuole e
nei nidi di Bologna?
Sono
tantissimi i dati raccolti. In generale possiamo dire che l'edilizia
non gode di ottima saluta. Con questo non voglio creare allarmismi.
In molti casi gli interventi si potrebbero risolvere in poco. E a
forza di insistere gli interventi si stanno facendo.
Ci
fa un esempio?
È
stato riaperto e ripristinato un refettorio. Ma ancor aspetto
aggiornamenti su diversi solleciti che ho fatto. Come quando mi sono
recata al nido Doremì e ho notato la mancanza di citofoni
all'ingesso e in cucina. Ciò significa che quando il campanello
squilla le educatrici e i collaboratori aprono senza poter chiedere o
vedere chi c'è alla porta d'ingresso. Ci sono poi crepe nel muro. C'è
una collinetta nel giardino che non trattiene l'acqua e quando piove
capita che la sala della nanna si allaghi. Manca la segnaletica di
evacuazione, servirebbe un cancellino in più di sicurezza. Quando
ho visto la scuola dell'infanzia Gida Rossi, mi è stato fatto
notare che la classe eterogenea non ha una via di fuga esclusiva.
In
che senso una via di fuga esclusiva?
Nel
senso che la via di fuga coincide con quella del nido. E questo non
dovrebbe accadere.
Le
scuole d’infanzia Betti sono diventate tristemente “famose” per la fuga di due bambini. Lì
l’apertura
del cancello era
a
portata
di bambino. Succede anche
in altri nidi e scuole?
Mi auguro proprio di no.
Mi auguro proprio di no.
La
sicurezza sta migliorando in
generale?
No,
non credo. Da quando è stata istituita la IES abbiamo perso un
referente di sicurezza in ogni quartiere che periodicamente girava
tutte le strutture per verificare lo stato degli edifici.
Cosa
faceva il referente esattamente?
Controllava
dentro e fuori la struttura, i cancelli, le finestre, le crepe e
controllava non ci fossero rischi di accatastamenti di carte e
cartoni per prevenzione incendi. Dirigeva le prove di evacuazione ecc
E
ora chi fa questo lavoro?
Le
insegnanti. Inoltre ho saputo che dallo scorso anno vengono formate
con corsi specifici organizzati dalla IES per conosce e riconosce
ciò che è bene segnalare tempestivamente e con modalità precise.
E quindi?
Quindi
è bene che il personale sia formato ma oggi il problema è che tra
la segnalazione alla Global Service (azienda che ha vinto l’appalto
per la manutenzione scolastica) e gli interventi di ripristino,
passano dei giorni. E non sempre tre, quattro giorni, sono un tempo
appropriato. E nel frattempo quali organizzazioni? Il personale
scolastico viene abbandonato a se stesso?
Le
scuole sono più controllate?
Non
direi. Faccio un esempio alle scuole XXI Aprile il pavimento della
palestra sta sprofondato. E' stato segnalato a più riprese dai
genitori e dalla scuola da due anni. Personalmente ho fatto presente
la questione ma ad oggi non ci sono stati interventi, almeno non che
io sappia.
Il
personale che lavora a scuola è soddisfatto dopo il cambio del
contratto avvenuto
di recente?
Ho
visto le espressioni di tante colleghe cambiare. Volti diventati
tristi. È stato un passaggio forte: l' aumento delle ore frontali,
luglio con organizzazioni diverse, la poca considerazione del lavoro
delle maestre...Si è fatto un gran parlare di armonizzazione dei
contratti ma di armonizzazione ce ne' stata molto poca. E non si
tratta solo di questioni meramente contrattuali. Si tratta di un
cambiamento più profondo.
Più
profondo come? Ci fa un esempio?
Nell'ultimo
corso di aggiornamento che ho fatto si parlava di organizzazione
aziendale e delle relazioni i bambini e le famiglie come fossero
clienti e non utenti. E' uno sguardo completamente diverso alla
scuola che c'era e che non posso condividere. Tutto questo ha creato
grandissima demotivazione.
Ma
oggi la scuola d'infanzia bolognese è ancora una scuola di qualità?
Bella
domanda! Il sistema ha spento l'entusiasmo, spento le energie, ha
sbaragliato il gruppo di lavoro. I continui interventi dettati solo
dal risparmio economico soffocano la qualità e hanno generato
meccanismi imprevedibili. Fino a qualche anno fa non avrei mai
immaginato di chiedere il trasferimento allo scuola statale, ero
orgogliosa di lavorare alle scuole comunali e come me tante colleghe
si sono trasferite.