BolognaNidi |
Sono
mamma di 3 bimbi che dal 2009 frequentano felicemente nidi e scuole
di infanzia bolognesi. Sono una di quelle mamme “attive” e
decisamente “rompi” che trovano nella scuola il proprio “impegno
politico” di cittadinanza attiva. Fino a che gli impegni familiari
me lo hanno permesso, ho fatto parte del comitato genitori 0-6 e ho
seguito da vicino tutte le alterne vicende dei nidi e delle scuole
d’infanzia bolognesi degli ultimi anni. Per
questo motivo mi ha colpito e indignato l’annuncio dell’attuale
Giunta di voler introdurre una tassa di iscrizione alla scuola di
infanzia. Mi ha amaramente sorpreso soprattutto il completo dietro
front del Sindaco su una questione che per anni ha sbandierato ai 4
venti: l’abolizione della tassa di iscrizione alla scuola di
infanzia. Un
po’ di storia e una piccola ricerca sul web aiutano a rinfrescare la
memoria a chi legge e all’amministrazione.
Nel
2010 deflagra il Cinzia-gate e Bologna viene commissariata. La
commissaria Cancellieri introduce la tassa di iscrizione alla scuola
materna.
A
fine 2010 viene presentato il programma del candidato sindaco
Virginio Merola "Bologna 2011-2021 I migliori anni della
nostra vita"
Il
primo punto del capitolo "Famiglie, giovani e anziani"
recita "Accesso alle scuole d’infanzia comunali senza tassa
di iscrizione." Leggi qui
Arriviamo
al 2011: Virginio Merola viene eletto Sindaco. Uno dei primi
atti della nuova giunta è l'abrogazione della quota di iscrizione
alla scuola dell'infanzia (delibera di giunta 4 luglio 2011),
coerentemente alle promesse fatte.(leggi qui)
Negli
anni del primo mandato succedono diverse cose che modificano
sostanzialmente servizi educativi e scuole d’infanzia comunali:
chiusura delle sezioni lattanti nei nidi, passaggio ad ASP di parte
del personale, creazione dell’Istituzione Educazione e Scuola,
referendum contro i finanziamenti alla scuola privata, nascita
dell’Osservatorio Mense e appalto del servizio mensa a Ribò,
modifica del contratto delle maestre di scuola d’infanzia…. magari
ne (ri)parleremo in un altro post!
Oggi
però saltiamo al 2014, quando si diffondono voci sulla
possibile introduzione di una tassa di iscrizione alla scuola
d'infanzia. Forte e chiara si leva la risposta del Sindaco: "Le
motivazioni per cui questa Amministrazione non intende proporre
l’introduzione di una tassa per la scuola d’infanzia sono le
medesime che a inizio di mandato, coerentemente con il programma
elettorale, ci hanno portato ad abrogare la quota di iscrizione,
dopo la sua introduzione nel corso della gestione commissariale.
Vorrei, infatti, ricordare che il primo atto di questa giunta
comunale, nella seduta dell’8 giugno 2011, è stato quello di
proporne l’abrogazione al Consiglio comunale, abrogazione avvenuta
con delibera del 4 luglio 2011. (leggi qui)
Approdiamo
al 2016 e nel bilancio di fine mandato nella sezione dal
titolo "Questa è la scuola che mi piace" campeggia
a chiare lettere l'obiettivo raggiunto "tassa iscrizione
eliminata" (leggi qui)
Virginio
Merola vince al ballottaggio e diventa Sindaco per la seconda volta.
Il
21 Novembre 2017 sembra avere un’illuminazione in contrasto con
tutte le dichiarazioni fatte in precedenza e Il consiglio approva una
delibera che introduce una "tariffa mensile con natura di
tariffa di frequenza" per le scuole di infanzia comunali e
contestualmente "coerentemente con l’introduzione
della nuova tariffa" modifica il regolamento comunale delle
scuole d’infanzia adottato con deliberazione del Consiglio
Comunale P.G . n. 202083/2014, come segue:
-
il terzo capoverso dell’art. 2: “La scuola comunale dell'infanzia
è gratuita per tutti” è abrogato.
Un
capoverso di nessun conto evidentemente per chi amministra Bologna,
considerato che nessuna componente (genitori e insegnanti in primo
luogo, in barba alla tanto sbandierata partecipazione) vengono
coinvolti in tale decisione.
A
fronte di critiche piovute da ogni parte, la Vice sindaco Pillati
risponde al question time (del 1-12-2017) appellandosi al
"valore che ha il pasto consumato a scuola sul piano
educativo e della salute dei bambini" (leggi qui)
Merola
invece più prosaicamente parla di risparmio sull'IRAP pari a 1.3
milioni di euro. (leggi qui)
Contestualmente,
annuncia come grande novità una significativa riduzione delle rette
dei nidi (cosa che in realtà era già stata comunicata ai giornali a
metà novembre). (leggi qui)
A
quanto si evince da successive dichiarazioni apparse sui giornali, la
richiesta di esenzione dall'IRAP era già stata avanzata dal Comune
alla Regione in precedenza e la Regione non si era ancora
pronunciata.
Insomma, appare evidente che si cerca di correre ai ripari cercando
di disorientare il cittadino, confondere le acque e legare questioni
che non c’entrano (se l’amministrazione vuole dimezzare le rete
dei nidi l’unico modo che ha è mettere una tassa sulla materna??
Se l’amministrazione vuole sottolineare il valore educativo del
pasto ha bisogno di una retta??)
Aldilà
del giudizio di merito su una tale scelta politica (cancellare un
diritto in nome di un artificio di bilancio per risparmiare sulle
tasse, roba da finanza creativa di una parte politica a cui
certo non appartiene la nostra giunta), vale la pena sottolineare la
perfetta incoerenza di questa amministrazione nei confronti dei
cittadini su un tema importante quale la gratuità della scuola.
Come
cittadina e come mamma mi sento presa in giro e sperimento che,
ancora una volta, la partecipazione vera non interessa a nessun
politico, molto meglio una partecipazione di facciata in cui alla
fine i cittadini devono annuire con la testa.
Costanza Marri