BolognaNidi |
Intervista a...L’evento è
arrivato in forma smagliante alla sua settima edizione. E il
programma che si articola in dal 5 al 24 marzo è davvero ricco di
iniziative tutte dedicati all’infanzia e all’educazione ZeroSei.
Ci sono confronti tecnici destinati a educatori, maestri e
pedagogisti, e ci sono momenti “aperti” ai cittadini e ai
genitori che vogliono sapere di più dei loro bambini e
dell’educazione. Il tutto si svolgerà a Ferrara dove è previsto
anche l’arrivo del noto pedagogista Daniele Novara con
l’incontro Non è colpa dei bambini. Oggi abbiamo incontrato
la Dottoressa Donatella Mauro dirigente dell’istituzione
scuola di Ferrara per farci raccontare questo ampio cartellone che
tocca molti argomenti e incontra tante diverse realtà.
Qual’è lo
scopo del convegno?
Fare cultura,
affrontare il tema educazione. Creare un momento di incontro e
confronto tra i tanti soggetti che nel territorio provinciale fanno
educazione.
Quali sono i
soggetti?
Soggetti pubblici,
quindi comunali e statali ma anche soggetti privati. E’ un modo di
dialogare su tematiche educative. Ci saranno relatori “interni”,
quindi chi fa servizi sul nostro territorio e relatori “esterni”
chiamati da altre realtà educative.
Che tematiche
affronterete?
Diverse. Molta
attenzione daremo all’educazione all’aperto. L’appuntamento è
fissato per il 7 marzo e sul tema ci rapporteremo con una scuola nel
bosco ad Amburgo, che abbiamo visitato, e anche realtà sul
territorio che fanno educazione all’aperto nell’ambito di
contesti più tradizionali
Ad esempio?
La scuola nel bosco
di Amburgo, dove i bambini trascorrono la maggior parte del tempo
all’aperto. Hanno una semplice capanna dove svolgono poche
attività. E’ un modello molto differente da tanti punti di vista:
la sicurezza ad esempio. Un’esperienza con cui confrontarsi.
Quali sono oggi
“I buoni maestri” a cui ispirarsi ?
Certamente molti.
Noi abbiamo proposto due figure Maria Montessori e Emmi Pikler. Due
figure dei primi del 900 che hanno lavorato in contesti molto
difficili dal punto di vista educativo. Oggi lavoriamo spesso in
situazioni molto complesse. Lo hanno fatto anche queste donne,
entrambe medici, che con un approccio per
alcuni aspetti simile, hanno avuto
risultati straordinari.
Secondo lei
perché oggi la Montessori è tornata tanto di moda?
Più che di moda
Maria Montessori è stata rivalutata. Guardi io sono del ‘60 e
quando studiavo la Montessori era percepita come sorpassata. Non lo è
affatto. Ha ancora parecchio da insegnarci
E Emmi Pikler chi
era?
Una pediatra
viennese di inizio novecento. Ha fatto studi molto interessanti sui
bambini piccolissimi ed in particolare sul loro movimento. Il suo
punto approccio nei confronti del bambino era di grande rispetto,
sopratutto dei tempi di apprendimento. Nel ‘47 le fu affidata la
direzione di un orfanatròfio. Anche la sua visione rispetto
all’infanzia e all’educazione del bambino è molto interessante e
attuale.
Se dovesse
individuare il più grande problema che oggi l’educazione ci pone,
cose direbbe?
La più grande sfida
è la multiculturalità. E’ difficile integrare, relazionarsi “fare i conti” con ai
tanti preconcetti che noi tutti abbiamo: famiglie, educatori,
pedagogisti. C’è molto da lavorare ma è anche una grandissima
opportunità. Sono molte le famiglie straniere che si aspettano altri
modelli di scuola. Ad esempio capita spesso che i genitori dell’est
si aspettino una scuola più tradizionale, dove si insegni ai bambini
già a scrivere e leggere, fin dall’infanzia. Oppure ci sono molti
genitori africani che percepiscano la partecipazione, che nei nostri
servizi è molto incentivata, come inutile o peggio invadente. Ovvio
che sono generalizzazioni le mie però vorrei rendere un concetto:
ogni cultura percepisce la scuola e l’educazione in modo diverso.
E’ difficile!
Spesso la cultura
pare essere unilaterale. Io italiano “ti spiego come” … Capita
mai il contrario? Quindi che le scuole italiane accolga e integrino
un diverso modello educativo ?
Si, certo. Deve
funzionare così in una relazione e uno scambio continuo. La
partecipazione aiuta molto in tal senso. Ma è spesso difficile, va
costruita, anche attraverso tanta formazione e riflessione sulla
propria azione educativa.
C’è una
giornata esclusivamente dedicata alle questioni di genere. Ci
racconta?
Diamo molta
importanza a questo aspetto e facciamo formazione continua. Sono
molte le famiglie ma anche gli educatori, maestri che si rapportano
ai bambini con espressioni o considerazioni giudicanti.
Ad esempio?
Se il bambino
maschio si traveste da femmina, o viceversa, è visto come un fatto
preoccupante. Oppure rivolgersi ai bambini con frasi del tipo “non
piangere che sei un maschietto!” E’ un tema molto delicato e
complesso su cui lavoriamo quotidianamente anche con l’aiuto di un
antropologa culturale molto competente che fa formazione continua al
nostro personale Laura Lepore.
L’ultimo giorno
concludete con un convegno in regione. Ce ne parla?
Il 24 marzo faremo
un incontro in regione, organizzato in
collaborazione con il Gruppo
Nazionale Nidi e Infanzia. Il tema sarà: il coordinamento pedagogico
territoriale e il Sistema integrato ZeroSei. Il decreto legge n65
stabilisce infatti per la prima volta che i servizi 06 dovranno avere
un coordinamento pedagogico territoriale che oggi alla scuola
d’infanzia statale manca. Questo incontro farà da volano al
convegno nazionale, organizzato dal Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia,
che quest’anno si svolgerà in un territorio strategico, dal mio
punto di vista: a Palermo.
Perché
strategico?
Perché si vuole
sottolineare che la legge è nazionale. Che i servizi educativi e il
coordinamento pedagogico si dovranno estendere a livello nazionale
anche nei contesti dove oggi sono numericamente meno presenti, ma
necessari.
Scarica programma
qui