Intervista a... Quarta intervista. Dopo Cristina Zamboni, oggi incontriamo Elisa Braga
per il Uil. Lei è educatrice al nido Gozzadini e racconta di lavoro e diritti tra presente e passato, ponendo il bambino, al centro del ragionamento.
Qual è la
priorità per i nidi e le scuole d’infanzia di Bologna?
La prima che mi viene in mente sono le sostituzioni. Mancano
costantemente le supplenti e questo è un problema da affrontare
quanto prima. La coperta è corta per tutti, le supplenti mancano, ed
è un continuo chiedere... Noi educatori e maestre contiamo di continuo i bambini: per capire quanti ce ne sono, quanti ne
arriveranno, chiedendoci quanti ne arriveranno in ritardo, tutto per sapere se possiamo avere un supplente quel giorno. E’
pesante e difficile lavorare così, sopratutto durante l’ambientamento dei
bambini. Ma ci sono anche novità
all’orizzonte che vedo positive.
Quali novità?
Il nuovo contratto nazionale, che ha suscitato molto scontento, ha
anche degli aspetti positivi. Non voglio negare le criticità che ci sono, ma per natura sono propensa a pensare positivo. Per la prima volta nel contratto si prevede
l’istituzione di una commissione paritetica per il personale
educativo e scolastico. Questa commissione dovrebbe garantire
un maggiore confronto e dal confronto, potrebbero emergere le reali esigenze della categoria. Lo ritengo un passaggio importante, poi certo per ora è sono solo parole sulla carta, tocca a noi farlo vivere nel migliore dei modi.
I servizi
educativi 06 a Bologna come stanno?
Preferisco parlare dei nidi che sono la realtà che conosco meglio e
che posso descrivere più fedelmente, perché li vivo da dentro tutti i giorni. Fermo
restando che ogni nido è a sé, e che il nido dove lavoro è diverso
e unico, direi che in generale nel tempo è venuto a calare l’entusiasmo.
Sono molti i momenti collettivi che abbiamo perso. La formazione una volta era splendida! Quando tornavi da certe lezioni, eri davvero motivata al
massimo.
Formazione con
chi?
Ricordo le lezioni di Nino Loperfido, o le lezioni di una docente di
Reggio Emilia, una pedagogista fantastica. C’erano poi
assemblee in cui ci si incontrava tutte insieme. Se la lezione
doveva cominciare alle nove ci si attardava sempre, perché non si
finiva più di abbracciarsi e baciarsi, di confrontarsi e
raccontarsi... Ora questi momenti non ci sono più. La voglia di fare, e di fare bene c'è e c’è ancora a anche tra chi sta andando in pensione, ma
diciamo non c'è più quell'entusiasmo travolgente. Si fanno commissioni, importanti e interessanti, la formazione c'è ancora, ma non
si respira più quel clima. E non è cambiato solo questo.
Cosa altro è
cambiato?
Oggi ci sono più moduli da compilare, più scartoffie da scrivere,
più tempo da passare al telefono. La centralità del bambino non è
più così centrale, c’è molto altro da fare...per quanto possa
sembrare marginale, personalmente credo, che organizzando più
momenti di aggregazione cittadina, si potrebbe tornare a respirare un
clima più propositivo e sereno.