Intervista a... Annalisa Bomba è stata di recente eletta referente regionale per l’associazione pedagogisti educatori italiani APEI. Lei è giovane, è pedagogista ed è piena di spirito d’iniziativa. Con slancio ha organizzato il convegno, che farà il giro della Toscana, e partirà da Pisa. Aprirà domani in una giornata di intensi lavori: dal mattino fino alle 17 presso la Gipsoteca di Arte Antica, per parlare e ragionare di educazione e pedagogia da una punto di vista politico e legislativo (leggi qui). All’evento sarà presente anche l’Onorevole Vanna Iori oltre al presidente nazionale Apei Alessandro Prisciandaro. Oggi incontriamo la dottoressa Bomba per anticipare alcuni temi della giornata di domani.
Dottoressa Bomba ci racconta perché nasce questo convegno?
Per dare massima
diffusione ai contenuti della legge 205/17 (detta legge Iori) e per
aprire un confronto sul testo nazionale con la normativa attualmente
vigente in regione.
La legge è stata
approvata dopo un iter lungo e impegnativo. E ora?
Ora abbiamo molto su
cui lavorare. Diciamo che con l’approvazione della legge abbiamo
fatto un primo importantissimo passo ma da solo non basta.
Quindi cosa c’è
da fare?
C’è da ampliare
il testo di legge che è stata ridotto e riassunto in emendamento
della legge di bilancio e definire alcuni passaggi con maggior
precisione. Sempre confrontandoci con la normativa regionale.
Cosa cambia
l’approvazione della legge?
Mette ordine.
Restituisce a noi laureati la giusta qualifica e la corretta
posizione nel mondo lavorativo.
Nel concreto?
Nel concreto quando
ci apriranno concorsi pubblici per ricoprire il ruolo di educatore
saranno chiesto il titolo di studio di laurea.
Oggi a educatori
e pedagogisti non viene riconosciuto professionalità?
Per semplificare
diciamo che oggi capita spesso che le cooperative cerchino educatori
e assumono economisti che non hanno trovato lavoro altrove. E chi ha
scelto un percorso di studio specifico, ed è competente in materia,
trova il lavoro occupato da altri che non hanno qualifiche.
La legge
nazionale si confronta con la legge regionale...
Ogni ragione ha la
podestà legislativa. In Toscana troviamo una legge desueta che ad
esempio, in un recente bando, elencando i titoli di studio abilitanti
per il ruolo di educatore comprende diplomi e corsi di formazione.
Quali relatori
interverranno al convegno?
Vedremo la presenza
della senatrice Vanna Iori, del presidente nazionale
Apei Alessandro Prisciandaro, del
professor Paolo Orefice direttore della cattedra
transdisciplinare Unesco e del professor Walter
Rinaldi presidente della Associazione EdaForum
.
Quali sono i temi
più scottanti?
Il primo punto da
chiarire il titolo di studio abilitante L19. Oggi in due testi di
legge, nel decreto a 65 della legge 107/17 e nella “legge Iori”
si definiscono i ruoli abilitanti diversi con lo stesso titolo di
studio.
Quali differenze?
Nel decreto 65
all’educatore di nidi viene richiesto il titolo di laurea L 19.
Nel testo della legge Iori la stesso titolo di laurea non contempla
questa ipotesi, ma forma educatori socio-assistenziali.
E quindi?
Le cose vanno
definite con chiarezza quanto prima. Ci saranno anche dei
sindacalisti della cgil di Asti che verranno a confrontarsi con noi
sulla questione.
E cosa
risponderete loro?
Che è un ambito da
regolare e su chi è bene aprire un più ampio dibattito.
Altri temi?
Svolgeremo di due
laboratori partecipativi di confronto e di ascolto. Abbiamo invitato
anche i genitori a dibattere.
I temi che
affronterete?
Come definire la al
meglio la “legge Iori” in relazione alla legge regionale. Come
rivedere il percorso universitario che oggi punta troppo sulla
teoria. La pedagogia è una materia pratica e viva. I libri sono
importantissimi ma non bastano.
E con i
documenti?
Saranno portati
all’attenzione generale e diventeranno proposte da sottoporre ai
politici per continuare a lavorare.