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Intervista a... Poli ZeroSei
nasceranno in Umbria con finanziamenti pubblici. Ma di cosa si tratta
esattamente? Sono nuove strutture che organizzano il sistema
educativo in modo più continuativo tra nido e scuola d’infanzia.
I Poli faranno dialogare e lavorare insieme due realtà diverse, che
fino ad oggi, hanno conosciuto storie diverse, percorsi diversi e
sono state organizzate in modo differente. Per farci raccontare
questa novità oggi incontriamo l’assessore di Città di
Castello Rossella Cestini.
Assessore come
nasce questo polo?
Città di Castello ha partecipato ad un bando indetto dal Miur per la
realizzazione di nuovi poli educativi ZeroSei. Hanno partecipato 11
comuni. Città di Castello si è posizionata seconda in graduatoria,
dopo il comune di Guardea (Terni) e prima del comune di Spoleto.
Il concorso è stato indetto dal Miur?
Esatto dal Miur. L’INAIL invece stanzierà le risorse per la
realizzazione le strutture architettoniche.
Che tipo di
servizi aprirete?
Nel polo saranno aperti un nido, una scuola d’infanzia, ma anche
dei servizi di altra tipologia.
Che tipo di
servizi?
Un ARCA, un servizio aperto ai bambini dai 12 mesi con orario più
ridotto, senza il pasto. Si esce all’una.
Mentre il nido
che orari svolgerà?
Dalla 7,30 fino alle 16. Volendo ci sarà la possibilità di
estendere il servizio fino alle 18, per soddisfare le esigenze
lavorative dei genitori.
L’altro
servizio all’interno del Polo qual’è?
Si chiama Casa Azzurra ed è aperto si ai bambini che alle
famiglie. E’ un servizio pensato per aiutare i genitori ad
affrontare le tante problematiche che un bebè porta con sé. Si
offrono poi tanti laboratori e attività come ad esempio il massaggio
infantile.
Nido servizi e
scuola saranno a gestione pubblica e diretta?
Si. In continuità con quello che ci indica il decreto attuativo n
65. Daremo continuità al nido comunale con una scuola d’infanzia
statale. Due diversi soggetti che dialogheranno in un’unica
struttura.
Prevede
difficoltà?
Non sarà facile all’inizio. Si tratta di due soggetti diversi. Si
tratta di lavoratori con formazione e contratti diversi. Si tratta di
due servizi che hanno finalità differenti. Oggi le educatrici di
nido, ad esempio, sono spesso laureate, non così per le maestre di
scuola d’infanzia. E’ una vera sfida!
Una sfida
affrontata come fino qui?
Dal
mio punto di vista molto bene. Diversi soggetti regione, comuni,
l’anci e il garante dell’infanzia regionale hanno
lavorato insieme per stendere le linee guida entro cui muoverci e
definire gli obiettivi e le finalità dei
poli educativi. Si tratta di
sperimentare e siamo motivati a dare il meglio per
proseguire a livello nazionale.
Perché si parte
proprio in Umbria?
Perché
abbiamo una storia alle
spalle davvero solida. La
politica in passato ha saputo individuato
in questi servizi dei luoghi importanti dove investire. Ma
c’è un altro motivo. Nidi e scuole hanno
dialogato da sempre. La
formazione per gli educatori
e le insegnanti è comune. A
Città di Castello il nido e la scuola d’infanzia che verranno
compresi nel polo ZeroSei hanno lavorato insieme. Oggi
sono strutture anche
abbastanza vicine fisicamente
.
Il polo quindi
non aprirà un nuovo nido e una nuova scuola ma riassorbirà due
servizi già esistenti?
Esatto, due servizi che avevano anche qualche problema strutturale
dopo il terremoto. Abbiamo tenuto insieme entrambe le esigenze aprire
nuovi poli e garantire strutture assolutamente anisismiche.
Tra il personale
si respira un clima di paura secondo lei?
La
sfida è grande. Prima che si possa generalizzare questo nuovo
modello di
lavorare passerà del tempo. Cerchiamo però di guardare avanti e di
accogliere la sfida che può essere una
bella opportunità.
Un’opportunità
per…?
Per
avviare un modello ZeroSei
più europeo. Per
migliorare e migliorarci. Oggi
troppo spesso la scuola d’infanzia si
proietta verso l’anticipo,
verso l’alfabettizazzione,
verso la primaria.
Dovremmo guardare e
imparare da Macron che ha fatto una bella scelta riconoscendo alla
scuola d’infanzia scuola
dell’obbligo.