BolognaNidi |
Parola a... I
conflitti a scuola aumentano, o almeno questa è la percezione,
che abbiamo sia nel vissuto quotidiano che dalle notizie riportate sui social e dai media più tradizionali. I conflitti abbondano e coinvolgono tutti: genitori contro maestri, bambini contro
bambini e genitori contro genitori. La scuola è sempre più
in difficoltà, mentre mamme e papà, sono sempre più insicuri nel loro ruolo di genitori. Come
reagire? Come educare e insegnare in un contesto pervaso da tanta
aggressività? Oggi incontro il dottor Stefano Rossi per farci
racconta la didattica cooperativa, un metodo pensato e applicato fin
dalla scuole dell'infanzia per reagire in modo concreto a questo contesto.
Metodo Rossi cos'è,
a cosa serve?
E' un modello che si
chiama didattica cooperativa ed è un'evoluzione
del Cooperative Learning ed è pensato per offrire
strumenti didattici educativi basati sulla cooperazione utili agli
insegnanti del nuovo millennio.
Perché agli
insegnanti del nuovo millennio?
Perché i problemi
che oggi l'educare e il docente si trova ad affrontare sono molto
diversi da quelli del passato.
Quali problemi ci
sono oggi?
La cattedra, o forse
meglio dire la pedana che una volta c'era sotto la cattedra, in
qualche modo è evaporata. Oggi non ci sono più barriere che
separano studenti dai docenti. Quel rispetto una volta era innato nei
confronti dell'insegnante oggi non c'è più va costruito. A questo
si aggiunga anche il fatto ci sono sempre più i bambini, ragazzi che
richiedono attenzioni speciali e spesso comunicano il loro disagio
con comportamenti oppositivi e provocatori.
I bambini però non
son solo problematici?
Non solo i bambini
portatori di fragilità specifiche fanno fatica ad apprendere, il
problema è legato alla “generazione smartphone” che ha un
livello attentino complessivamente molto più basso.
Senza cattedra con
bambini meno attenti o problematici il metodo Rossi cosa propone?
Il metodo si
basa su 4 elementi. Il primo elemento è la lezione trifasica. Una
lezione che non è solo frontale ma non è nemmeno solo cooperativa.
Per cui alla spiegazione dell'insegnate, che durerà circa 20 minuti,
seguiranno altri 20 minuti di lavoro cooperativo.. Ai bambini saranno
affidate delle attività da svolgere a coppie. E infine la lezione
terminerà con un momento di confronto collettivo.
Perché dividere in
coppie?
Per più motivi.
Intanto per un maggior coinvolgimento degli alunni. Avere un lavoro
da svolgere richiede coinvolgimento e attenzione e poi perché
lavorando insieme si allenano tante competenze importanti. E'
necessario ascoltare, confrontarsi, mediare, gestire eventuali
conflitti. Oggi è più che mai imparare collaborare.
In un mondo di
competizione insegniamo la collaborazione?
Esatto. In un mondo
dove si tende a dare priorità all'individualismo, insegnare la
collaborazione risulta un sistema vincente. Saper collaborare
significa imparare ad ascoltare, comprendere l'altro, ma anche capire
i propri limiti.
L'ultimo ingrediente
del metodo?
L'ultimo ingrediente
è forse anche il più importante ed è l'empatia. L'insegnante del
nuovo millennio non può farne a meno. L'empatia però non è da
intendere come una tecnica ma nemmeno come una dote spontanea.
Allora cos'è
l'empatia?
Faccio spesso un
esempio per spiegarmi: se l'insegnante entra in classe e inizia a
spiegare restituire informazioni necessarie alla didattica è come se
fosse al terzo piano. Mentre i bambini, o i ragazzi, sono spesso
fermi al pian terreno. Fermi alle ferite emotive che sempre più
spesso si realizzano in contesti familiari che non funzionano e in
cui le relazioni sono difficili.
Se il bambino è
fermo al pian terreno non incontra l'insegnante?
Esattamente e in più
i due non si sentono compresi reciprocamente. Quindi il problema è
come scendere al piano terra, al piano delle emozioni, per poi
risalire al terzo piano quello della testa.
Come fare?
La risposta sta
nell'empatia, se oggi, vuoi essere un insegnante autorevole devi
saper creare un ponte di fiducia con i tuoi studenti, proponendo
attività cooperative stimolanti, inclusive e coinvolgenti.
Così torniamo
nuovamente alla cooperazione...
La cooperazione che
non il fine del metodo è un mezzo per formare i bambini e i ragazzi
in grado di vivere la vita con curiosità e coraggio. E' una vera
sfida e una reale necessità. In una società liquida dove gli
imprevisti sono continui, dove il mondo si allarga, dobbiamo allenare
i nostri ragazzi e i nostri bambini ad essere flessibili
all'imprevisto.
Flessibili come?
Vivendo l'imprevisto
il cambiamento come un opportunità e non come una condanna. Questo è
possibile allenando il senso critico, stimolando la curiosità,
facendo maturare un'intelligenza empatica, sviluppando il pensiero
creativo. Tutti queste competenze si consolidano nel lavoro
cooperativo e in un ambiente accogliente guidato da un insegnante
empatico.Questi concetti sono tutti spiegati nel mio libro Didattica
cooperativa e classi difficili
Consigli per
genitori?
"Educare
esploratori coraggiosi" è un libro in cui mi rivolgo ai
genitori. Un genitore competente è un genitore autorevole e
consapevole. Non è una sfida semplice. L'ascolto è anche qui
fondamentale insieme a poche ma chiare regole.
Ad oggi il dottor Rossi ha formato oltre 40 mila docenti e girato in più di 300 scuole oltre Contare diverse pubblicazioni dalla casa editrice Pearson.
Per approfondire
Qui il
sito: www.centrodidatticacooperativa.it
Qui la
pagina Fb
Qui i
video di Youtube