Pensieri
e parole
Sono cresciuta nella sonnolenta provincia di
Como (profondo nord) tra piccoli e grandi imprenditori, tra oratori
maschili e femminili e asili gestiti dalle suore. A scuola la
vergogna e lo stigma peggiore che i tuoi compagni potevano "buttarti
addosso" era quella di essere un terrone. Se il tuo cognome non era
del posto, se i tuoi capelli o la tua pelle erano particolarmente
scuri, se per caso il tuo nome era Salvatore, Calogero o Concetta
avevi il marchio dell’infamia addosso. Dovevi lottare per essere
accettato. Da bambina guardavo la realtà che mi circondava e non
capivo perché era strano notare come la cultura, materia tanto
rispettata e temuta, fosse in mano ai soli terroni.
Il sud che
insegna
Decaro arrivava
dalla Calabria, entrava in classe trascinando la gamba di rigida (di
legno?) e faceva circolare nella tasca dei pantaloni tante piccole
monete che faceva tintinnare con calma furiosa. Il professor Tedino,
campano, non sapeva mettere in fila due frasi di senso compiuto di
seguito, mentre il professore di ginnastica Amato, di Napoli, a
scredito delle tante credenze sui napoletani, faceva il suo lavoro
con grande zelo. La cultura che era rispettata e ambita era in mano a
quelli del sud. Un sud snobbato e relegato nelle periferie più
tristi.
Il nord che fa
soldi
perché questo
accadeva era una risposta a portata di mano. Bastava entrare nella
casa dei Brenna, i vicini. Loro pur producendo divani in grande
quantità, con circa 50 operai alle loro dipendenze, non avevano un
solo libro in casa e nel “salotto buono” possedevano un ampio
divano in pelle bianca perennemente avvolto nelle plastica per non
rovinarlo…
La lega alle
origini
Poi è arrivata la
fantasiosa e imprevedibile Lega. Il partito ha trovato il santino di
riferimento: Alberto di Giussano, ha trovato lo slogan: “Lavoro
somaro lombardo per Roma ladrona” e ha spopolato! Nelle piazze tra
le camice verdi c’erano tanti “terroni” Gli emigrati derisi e
sviliti nelle periferie, cercavano il riscatto.
La lega oggi
Sembrano passati
secoli ma erano gli anni ‘90. Da allora la lega ha saputo cambiare,
cavalcare gli eventi, governare e dirigere la paura delle persone,
ha saputo distillare ignoranza e ha saputo anche cancellare le
ruberie del suo leader e fondatore Umberto Bossi.
La lega e la
scuola
I dati sulla scuola
e sulla distribuzione dei nidi ci dimostrano ancora una volta
l’Italia spaccata in due. Al sud manca il tempo pieno, mancano le
mense, mancano i nidi (nonostante in fondi PAC) e mancano i pc,
mancano i buoni risultati, e mancano sempre di più i bambini…. E il
Ministro Bussetti giustifica questa distanza con un vecchio slogan
che potremmo parafrasare con: è colpa dei terroni scansafatiche.
(leggi qui)
e anche se cerca di discolparsi (leggi qui)
il video rimane e mostra il volto del vecchio leghista Ci sarebbe da
chiedersi seriamente: chi sono i terroni oggi? Quelli che sono
rimasti al sud? Quelli che sono migrati al nord e che spesso
insegnano? Quelli che sono nati al nord dai nonni terroni? O quelli
trasferiti all’estero? E poi se è problema è il terrone perché
le scuole del nord, piene di insegnanti terroni, lavorano bene? Ma
sopratutto rimane la domanda delle domande: perché noi cittadini
continuiamo ad ascoltare le parole dei politici senza verificare i
fatti e senza poi aspettarci che si assumano la responsabilità di
quel che dicono e fanno?