Cronaca
Bambina A Massa Lombarda, centro in provincia di Ravenna,
genitori e insegnanti sono in protesta. Cosa chiedono? Che la scuola d’infanzia
ritorni ad essere pubblica. Lunedì scorso
lavoratori e di cittadini hanno fatto sentire la loro voce in
consiglio comunale. Riportiamo alcuni passaggi del comunicato.
La richiesta:
facciamo chiarezza!
Genitori e insegnati
chiedono chiarezza alla Pa e la domanda su cui vorrebbero un risposta,
non da interpretare ma chiara è: “Vogliamo riportare le scuole del
territorio sotto la diretta gestione dei comuni?” Gli esempi
scrivono in un breve comunicato le maestre e i genitori non mancano e
citano l’esempio del Comune di Imola che ha re-internalizzato
alcuni servizi alla gestione diretta.
In città però…
L’appalto dei
servizi educativi e dei servizi integrativi per l’infanzia è stato
prorogato dalla Giunta dell’Unione fino al 2020.
Perché riportare
le scuole alla gestione diretta?
“Riportare le
scuole dell'infanzia ad una diretta gestione comunale significa
riqualificare il nostro
patrimonio
scolastico, garantire continuità educativa, qualità dei servizi, la
diretta formazione di un
corpo insegnante
fortemente legato al territorio, nonché un risparmio a livello
economico rispetto
alla gestione
affidata a cooperative. Oggi, di fronte alla proroga dell’appalto
dei servizi educativi
per altri due anni,
ci domandiamo se questa strada non abbia un puro valore politico. Si
sta perdendo di vista la reale portata di un servizio gestito in modo
diretto dai Comuni, non si sta valutando che oggi le condizioni
permetterebbero questo importante passaggio. È nell’interesse
delle insegnanti far conoscere la reale gestione degli attuali
servizi per l'infanzia affinché la cittadinanza possa valutarne la
qualità; è inoltre nostra convinzione che affidare l’educazione
dei figli, in un momento tanto delicato della loro crescita, sia una
scelta importante e che solo una gestione pubblica porti ad un’alta
qualità dei servizi educativi. La scuola pubblica è un diritto di
scelta di ogni famiglia. L'infanzia non va svenduta, tanto meno
appaltata”.