Simonetta Saliera |
Da Simonetta Saliera
Negli anni dell’inizio della
trasformazione italiana da Paese povero e basato quasi esclusivamente
sull’agricoltura a Paese che iniziava a intraprendere la via
dell’industrializzazione diffusa, si è rischiato fortemente di
abbandonare nella solitudine materiale e sociale i tanti bambini
delle famiglie coinvolte nella ricerca di una nuova vita nel
benessere. Dal duro lavoro nei campi all’alienante lavoro nelle
fabbriche delle città, dal Sud al Nord notevoli furono le migrazioni
e le trasmigrazioni. In tutto questo rischiava di essere dimenticato
lo shock infantile delle mancate cure famigliari e delle sempre più
labili relazioni di vicinato.
La donna del popolo e l'impegno politico
Adriana Lodi, donna del popolo,
impegnata politicamente, di grande sensibilità sociale non si
rassegnò mai a subire questo problema suscitato dalla, e per altri
versi necessaria, crescita economica.
Adriana Lodi, giovane operaia, aveva già
conosciuto la discriminazione e l’abuso di potere in fabbrica così
come aveva già combattuto la diseguaglianza che reggeva la nascente
società classista.
I valori e i sentimenti che la
ispirarono nella sua giovane vita la portarono prestissimo a militare
nel Partito Comunista Italiano e ad impegnarsi con forte passione
nell’attività sindacale nella Cgil.
Il suo agire, il suo infinito entusiasmo
che l’ha sempre motivata, la portarono ad essere consigliera
comunale e poi assessore della Giunta di
Giuseppe Dozza e della successiva Giunta Fanti.
Da lì e dalla visita in Isvezia iniziò
la sua agguerrita campagna per gli asili nido comunali che
travolgevano la vecchia concezione dell’ancora esistente ONMI.
Ella vide nell’istituzione delle
Scuole per l’infanzia, il cosiddetto asilo nido e poi nella scuola
materna un formidabile strumento di integrazione per i bambini dai
cento dialetti italiani ed anche il mezzo per annullare le tante
diseguaglianze che ne determinavano spesso la solitudine sociale.
Crescere uguali
L’essere seguiti da personale
specializzato e motivato li fecero crescere uguali, uguali i giochi
che usavano, uguale il cibo che consumavano, uguali i principi
educativi che ricevevano, senza nessuna differenza di trattamento e
di opportunità, nella città che aveva accolto per necessità di
lavoro i rispettivi genitori.
Crescevano in quel modo con assistenza
psicologica, pedagogica e trattamento famigliare le nuove generazioni
di Bologna. Città di per sé ben disposta ad accettare senza
discriminazioni il forestiero. La prima sostanziale forma di
integrazione sociale e di risoluzione dei tantissimi nuovi problemi
famigliari nascenti.
Questo sostanzialmente possiamo dire
fosse la base del suo pensiero e del suo caparbio modo di agire come
amministratrice.
Tanto è vero che nel 1970 una volta
eletta al Parlamento italiano Ella continuò con forza e capacità la
pratica delle sue idee fino a far diventare legge nazionale
l’esperienza realizzata nella sua amata città.
Capire i problemi
Dobbiamo a Lei oggi un insostituibile
strumento di welfare sociale e di pedagogia applicata ad una realtà
sempre in evoluzione.
Una donna del popolo che ne capiva
profondamente i problemi, soprattutto quelli della crescita armonica
dei giovanissimi, è più che meritevole, per il lavoro svolto e per
la costante ricerca di miglioramenti ed adeguamenti alla realtà in
trasformazione, del titolo di cui oggi l’Alma Mater la vuole
onorare.
Simonetta Saliera Presidente Assemblea legislativa
Regione Emilia-Romagna