Cronaca Bambina
Ma quante educatrici e/o educatori occorreranno per i nuovi nidi che apriranno con le risorse del Pnrr?
Una domanda da tenere ben presente. Secondo un calcolo dei professori Emmanuele Pavolini, ordinario di sociologia economica
Università di Macerata, e Anna Mori, ricercatrice di Sociologia
Economica, Università degli Studi di Milano occorreranno più di 42 mila lavoratori sopratutto educatori e meno maestre/i che con la riduzione dei bambini ma l'estensione degli orari delle scuole si dovrebbero bilanciare tra superfluo e necessario.
La fretta è cattiva consigliera
Insomma questa corsa per acciuffare le economie per raggiungere standar europei, presenta diversi problemi su è necessario vigilare con estrema attenzione e grandissima competenza.
Perché i nidi e le scuole d'infanzia sono servizi eccellenti, possono restituire e moltiplicare benessere alla società, SOLO se di qualità. (Così ci avvisano gli esperti e tanti studi).
Se invece sono i servizi sono improvvisati e di scarsa qualità non abbiamo studi recenti che ci dimostrano quali effetti potrebbero avere sui bambini, sulle famiglie e in generale sulla società.
Tra quantità e qualità
Se il presupposto, come parrebbe profilarsi, è aprire senza avere personale in numero sufficiente, senza aver calcolato l'impatto economico per le PA, probabilmente si tenderà, come è già successo negli vent'anni, a risparmiare sulla spesa più consistente: la forza lavoro.
Gli scenari che si profilano oggi sono due: aprire e rimanere vuoti, questo pericolo riguarda sopratutto i nidi e meno l'infanzia, questo pericolo è già stato individuato anche in altri paesi dell'Unione europea e non riguarda solo l'Italia.
Oppure aprire con personale meno formato, risparmiando sugli stipendi e facendo contratti peggiorativi. Prassi ben consolidata in questi anni di grandi risparmi...
Queste sono solo alcuni dei moltissimi interrogativi che per ora rimangono del tutto aperti e su cui dovremmo vigilare in modo coordinato a livello nazionale.
Laura Branca