Cronaca Bambina È
scomparso Franco
Frabboni, Pedagogista e Professore Emerito di Pedagogia Generale dell'Università di Bologna,
ma sopratutto maestro
per tutta la Pedagogia italiana.
Allievo
di Giovanni
Maria Bertin, Frabboni ha
saputo consolidare il
pensiero del maestro e andare oltre.
Per
due volte è stato presidente
della Facoltà di Scienze
della Formazione. È stato anche
Presidente della Società
Italiana di Pedagogia e nel 2016 gli è stato conferito il premio
SIPED alla carriera. Ha
scritto tantissimi saggi di pedagogia, circa un centinaio, ed è
stato direttore di diverse collane editoriali. Attraverso le sue
lezioni ha divulgato il suo pensiero a tante e diverse generazioni di
educatori e pedagogisti. Qui
oggi però voglio fare un ritratto personale del professor Frabboni
che anche per me è stato un maestro.
Quando l’ho conosciuto era già in pensione da alcuni anni. Gli avevo scritto una mail per chiedergli un appuntamento e lui, un professore di fama internazionale, mi ha dato appuntamento in modo molto semplice e diretto, senza alcuna faticosa richiesta che a volte gli “illustri” frappongono tra sé e gli altri, tanto per sottolineare l’incolmabile distanza.
Io allora ero una rappresentante del comitato dei genitori di un nido pubblico di Bologna e sono andata all’appuntamento con questa sola presentazione.
L’ho incontrato in uno studio del dipartimento dove aveva insegnato per tanti anni, era una bella mattina di maggio e dietro alla scrivania ho visto un uomo scanzonato, con i piedi sul tavolo, capelli candidi e lo sguardo attento, curioso quasi fanciullesco.
Quei piedi mi hanno messa a disagio, troppo anticonvenzionali, forse era una posa? Ho reagito attaccando con una domanda diretta:
"Ma cosa fa l’Università in un momento tanto complesso per i nidi?" (non era la prima volta che rivolgevo questa domande ad un docente di scienza dell'educazione e non aveva mai sortito alcun effetto se non vane parole). Ho fatto seguire alla domanda un vero proclama a favore dei nidi, portandogli la voce dei genitori, che tanto si stavano spendendo per contrastare l’avanzamento di una privatizzazione ormai nazionale e raccontandogli come i continui tagli e le tensioni politiche, stessero minando la qualità dei servizi.
Frabboni ha ascoltato senza screditarmi, senza fare domande tendenziose, senza chiedermi quali fossero i miei fini ultimi, domanda a cui ero solita rispondere in circostanze simili, no, l'illustre pedagogista ha
ascoltato tutto e poi si è speso apertamente in questa battaglia.
E così facendo mi ha dimostrato, ed è stato il suo più grande insegnamento, che il pensiero pedagogico e la pratica
pedagogica possono coincidere e unirsi, senza se, e senza ma.
Quando ho fondato l’associazione BolognaNidi gli ho chiesto se volesse aderire alla nostra realtà, mi ha risposto ancora una volta con poche parole nel suo inconfondibile stile letterario:
“Cara Laura,
confermo la mia adesione all'Associazione BoNidi (che presiedi con indiscutibile competenza e passione pedagogica) che da tempo contribuisce a un Progetto zero-sei che goda della partecipazione attiva degli insegnanti, dei genitori, degli enti locali, dei sindacati e delle associazioni territoriali no/profit.
Con viva amicizia, Franco Frabboni”
(Un testo breve in cui però c'è tutta la sua poetica perché unisce passione, azione politica e viva amicizia. Ogni volta che mi capita di leggerla mi commuove.)
Anni dopo ha scritto l’introduzione al libro-inchiesta Mamma portami al nido. Il suo è uno scritto denso di critiche sociali ma sopratutto politiche e sopratutto alla Buona Scuola (poi abbrevia per tutto lo scritto con BS).
E’ molto interessante rileggere il testo alla luce dell’attualità, perché ancor prima che il ddl 65 potesse effettivamente vivere, Franco Frabboni vedeva e capiva:
“La BS renziana ha destinato pochissime risorse ai nidi: ovvero, non più che qualche spicciolo. Sono sopratutto inaccettabili le analfabetiche e provocatorie affermazioni del Presidente del consiglio. La sua tesi (inaccettabile) è questa: il comparto Zero/sei dovrà gradualmente diventare spesa facoltativa per lo Stato nella prospettiva di una futura privatizzazione”
Dopo Renzi "l'inaccettabile analfabetiche e provocatorie affermazioni" non si sono mai interrotte, Presidente del consiglio, dopo Presidente del consiglio. Oggi i servizi privati hanno superato la metà dell’offerta "pubblica" complessiva, mentre la qualità si sta riducendo sempre più. E se nel ragionamento di Frabboni non tutto era giusto, quasi niente era sbagliato.
Laura Branca
A livello nazionale ha collaborato,
dibattuto e scritto significativi saggi su temi educativi cruciali,
intrecciando i suoi pensieri a quelli di Maestre e Maestri italiani
aderenti tanto al versante della pedagogia laica quanto a quella
cattolica: intessendo un fecondo, vivace dibattito - rispettoso di
tutte le differenze - in campo e pedagogico e didattico.
Ha
collaborato con disciplinaristi universitari di rilievo, tra cui si
ricordano i matematici Gianfranco Arrigo e Bruno D’Amore e ha
mantenuto un aperto e costante dialogo con docenti di scuole
di ogni ordine e grado, dal Nord al Sud d’Italia,
lavorando “con, per, tra” gli insegnanti e i loro allievi.
Intense e significative sono state le sue collaborazioni con colleghi
di università italiane, spagnole, catalane e tedesche.
Fedele
e coerente al proprio modo di essere, dire, scrivere e pensare è
stato intellettualmente libero da derive ideologiche e pregiudiziali,
cosicché ha potuto dire quello che pensava, in sintonia con la
propria inclinazione a fare esattamente quello che diceva. Chi lo ha
conosciuto ne ricorderà le doti umane e professionali, chi non lo ha
conosciuto potrà leggere le sue pagine più significative che si
srotolano in un percorso di ricerca iniziato col primo saggio
inerente "La pedagogia curativa e il problema dei deboli
mentali" (Cooperativa libraria universitaria, 1968) e proseguito
nell’arco di oltre mezzo secolo con: "Pedagogia"
(Accademia, 1974); "La scuola Fuori" (Cooperativa libraria
universitaria, 1968); "Scuola e ambiente" (Bruno Mondadori,
1980) e su su fino a "Dialogo su una scuola possibile",
scritto in collaborazione con Cesare Scurati (Giunti, 2011); "La
sfida della didattica" (Sellerio, 2011); "Il
Problematicismo in pedagogia e in didattica" (Erickson, 2012);
"Una scuola per il duemila", in collaborazione con F. Pinto
Minerva (Sellerio, 2014); "Felicità e scuola" (Anicia,
2014).