Pensieri e parole “Ma gli unicorni si mangiano?” La domanda mi giunge dalla finestra della cucina. Non vedo chi la rivolge a chi, ma la vocina appartiene certo alla bambina Isabella che abita poco distante dal nostro bungalow.
Un grande senso di felicità e di leggerezza mi invadono anche mentre affetto una cipolla piuttosto aspra.
Quante risposte si potrebbero dare ad una domanda così bella? Sono talmente tante, e diverse, e divertenti che un sorriso si allarga sempre di più. Quanta fantasia possono avere i bambini? Una fantasia così libera che vola di domanda in domanda e che non si pone alcun freno, censura, limite…
In un momento rivedo con gli occhi della memoria mio padre e tutte le storie che sapeva inventare per noi quando eravamo bambine. Era un novelliere intrepido che dal “niente” tirava fuori streghe, folletti, maghi spaventosi, animali fantastici dai nomi incredibili e suggestivi… Era soprattutto durante i lunghi e noiosi viaggi verso la casa dei nonni, che lui si sbizzarriva in storie fantastiche, ma non mancavano nemmeno fatti di cronaca, ormai dimenticati, che erano quasi sempre agghiaccianti e rocamboleschi. Notizie che ci lasciavano con il fiato sospeso e ci facevano sobbalzare di curiosità.
Mentre ripenso a tutto questo dalla finestra della cucina arriva la risposta del padre di Isabella: “Ma che domanda fai? Non si possono mangiare perché gli unicorni non esistono!”
La fantasia e i ricordi della fantasia di mio padre si spengono di colpo… Rimane solo la cipolla che sto affettando e la consapevolezza che anche la fantasia va allenata per non diventare adulti tristi.
Laura Branca