Un 25 Aprile senza educazione da parte delle istituzioni

paesaggio montesole


Un nuovo 25 Aprile è trascorso senza alcuna sobrietà. Ancora oggi sulle pagine di  quotidiani nazionali e locali si contano i danni perpetrati dai festeggianti in giro per le città. Danni che solitamente si contano in scritte sui muri, cocci di bottiglie rotti, carte, cartacce e i soliti rifiuti che si producono in queste occasioni. 

 

Ma la sobrietà è venuta meno in ben altri modi che non contano danni alle cose e ma all'essenza stessa del 25 Aprile.        

La mancanza di sobrietà è avvenuta ad Ascoli Piceno, dove Lorenza Roiati fuori dal suo panificio ha appeso lo striscione "Buono come il pane, bello come l’antifascismo" un gesto che ha attirato l’attenzione della polizia che quindici minuti dopo ha avvicinato la panettiera per identificarla. Una donna lavoratrice e  madre di due figli identificata per aver scritto nel proprio spazio  parole pacifiche. Un gesto, come minimo, davvero molto poco sobrio da parte delle istituzioni. 

La mancanza totale e assoluta i sobrietà si è consumata a Pennabilli piccolo borgo della Valmarecchia, dove il primo cittadino, Mauro Giannini, non ha voluto che si celebrasse l’80esimo anniversario della Liberazione. Il sindaco è stato più volte al centro di polemiche per i suoi proclami di fede fascista. 

Il comune di Orbetello ha negato l'autorizzazione all'Anpi (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) ad usare il parco per festeggiare il 25 Aprile. l'Anpi ha trasgredito ed è stato multata. Dovrà pagare 566 euro per aver festeggiato la festa delle liberazione nella terra di Toscana dove il senso di antifascismo è sempre stato ben sviluppato, fino a qualche tempo fa.   

L'ottantesimo 25 Aprile non è stato solo divisivo, come da anni accade, ma anche intimidatorio da parte di chi dovrebbe essere dalla parte della libertà, dei festeggiamenti e a sostegno di celebrazioni pacifiche. 

Dovrebbe far riflettere più che mai la mancanza di conoscenza della storia e la mancanza di educazione da parte delle istituzioni verso il proprio ruolo. E se la mancanza di educazione al proprio dovere arriva dalla Pubblica Amministrazione come si può pensare che i cortei dei cittadini comuni siano educati, civili e pacifici? Fino a prova contraria le istituzioni dovrebbero dare per primi il buon esempio e non solo invocare a parole la sobrietà per poi agire nel senso contrario.

 

Laura Branca