Modena e Bologna: due sistemi a confronto

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Fare paragoni e confronti è sempre un buon modo per capire e valutare. Certamente confrontare, significa anche identificare le differenze di partenza. Così come ci possono esserci tra Modena e Bologna che hanno numeri davvero diversi. Per tracciare il profilo del sistema modenese abbiamo incontrato Massimo Terenziani, responsabile servizio diritto allo studio.


Modena l'anno scorso per via dei limiti di spesa e assunzione che riguardano tutte le amministrazioni comunali, ha aperto una fondazione partecipata per gestire alcune scuole d'infanzia. Come sta procedendo?
Bene. Intanto in questo modo siamo riusciti a mantenere il servizio e il personale. La fondazione per sua natura è privatistica, questo permette di svincolarsi dalla normativa che assoggetta i comuni dai limiti da lei citati ed essendo partecipata possono farne parte più soggetti. Il capitale d'investimento iniziale è pubblico e nel comitato direttivo composto da cinque soggetti , abbiamo tre dell'amministrazione pubblica mentre due sono genitori. Le condizioni contrattuali del personale insegnante sono del tutto simili a quelli comunali, con  uno stipendio inferiore, compensato da un superminimo annuo che rende i compensi di poco inferiori. Per ora sono 4 le scuole coinvolte e dopo questa prima fase di sperimentazione, si valuterà l'eventuale estensione di tale modalità di gestione ad altre scuole d'infanzia e/o nidi, tenendo conto anche delle novità normative aventi ricadute sull'organizzazione dei servizi educativi. Calendario, compresenza, orari di apertura, tariffazione, si risponde allo stesso modo del comunale. Sono stati pochissimi i genitori che si sono trasferiti e hanno preferito mandare i bimbi in altre scuole.
In quanti?
In cinque  se non ricordo male.
La fondazione così concepita non ricade comunque sotto il patto di stabilità?
Per come concepita oggi la normativa, secondo noi no. Detto questo le cose cambiamo e cambiano molto rapidamente. Non saprei un domani... ma si potrebbe andare anche verso un miglioramento. 
Ci sono servizi esternalizzati nella fondazione. Quali?
La ristorazione, così come nelle comunali. Il centro di produzioni pasti è del comune che ha appaltato ad una azienda esterna. Altri servizi in appalto: la vigilanza e i servizi di assistenza.
Quanto costa la tariffa della mensa?
Non abbiamo una tariffa per i pasti ma una retta per la frequentazione delle scuole d'infanzia.
A quanto ammonta la retta mensile?
E' divisa per tre fasce isee: 150, 90 o 55 euro mensili.
La percentuale di biologico e km zero?
Usiamo circa il 50-60 % di biologico e molti prodotti regionali a Km zero, con un costo leggermente superiore.
Per le stoviglie come siete organizzati?
All'infanzia con piatti lavabili, forniti dal comune e lavati in lavastoviglie in loco, mentre alle primarie con piatti in cellulosa. 

Tornando sulle differenza: quali con la scuola statale?
Direi che la principale sta nella compresenza. Nelle comunali gli insegnanti fanno una compresenza di più ore al giorno.
Quanto?
Quattro ore al giorno, dalle 9 alle 13, mentre allo Stato sono due ore, sempre nelle ore del mattino, le più impegnative dal punto di vista gestionale.
Una notevole differenza con il modello bolognese dove la  compresenza è limitata agli orari pasti...Il numero di bimbi per sezione?
Venticinque, ventisei circa per sezioni omogenee.  Abbiamo solo una scuola in una frazione che ha una classe eterogenea, per una questione logistica di numero di iscritti.
Passando ai nidi come sono gestiti nel modenese?
Il servizio più vasto è creato da un sistema misto di gestione: diretta e indiretta, di privati in convenzione con circa metà e metà. Il sistema funziona molto bene, la soddisfazione dei genitori risulta alta per entrambe le tipologie. Abbiamo un'ampia offerta di piccole imprese cooperative, che gestiscono uno, due nidi, condotte da due o tre educatrici. La cooperativa che gestisce più nidi ne ha cinque ed è la Guliver.
Ci sono altri servizi per i bambini di Modena?
Si, abbiamo due ludoteche, un punto lettura, tre centro giochi aperti tutti i pomeriggi con la presenza di un educatore comunale e per finire un punto d'incontro per genitori. L'affluenza e le iscrizioni stanno calando anche a livello nazionale. Questo calo rispecchia una difficoltà lavorativa, avvertita sopratutto dalla forza lavoro femminile. Non è un caso che la nostra regione, abbia avuto, fino ad ora, un tasso di copertura lavorativa vicino agli standar europei, avendo anche un'offerta di servizi rivolti all'infanzia altrettanto positiva e oggi seriamente compromessa.